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Campagna Mondiale contro gli alimenti transgenici

 

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Associazione Ambientalista  Primula Verde

aderisce a:

 

10 domande sul cibo transgenico

 

Appello contro la brevettazione di organismi viventi e la privatizzazione delle risorse genetiche

Campagna per un Comune Antitransgenico

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CHE EFFETTI HANNO SULL’AMBIENTE

Mentre l’impatto negativo sulla salute è ancora tutto da dimostrare, le preoccupazioni relative all’impatto sull’ambiente delle piante transgeniche sono molto realistiche. Le modificazioni che vengono sperimentate sono talmente tante, e l’ecosistema è talmente complesso, che difficilmente gli effetti di tale teconologia potranno venire controllati.

L’evoluzione naturale ha avuto a disposizione centinaia di migliaia di anni per ricalibrare le complesse interazioni degli ecosistemi saltate a ogni mutazione genetica o ambientale. L’ingegneria genetica sceglie di ignorare del tutto l’importanza del fattore tempo, e questa scelta non può non spaventare.

Un altro aspetto che preoccupa i ricercatori riguarda il progressivo ridursi della biodiversità e della varietà genetica delle piante, una tendenza incrementata dall’uniformità degli organismi geneticamente modificati. Inoltre, piante modificate per resistere ai parassiti possono creare dei super-insetti, trasmettendo la loro resistenza a questi animali. Infine l’agricoltura "senza terra" progettata dagli ingegneri dei geni, non tiene conto delle molteplici funzioni che rivestono le coltivazioni: non solo produzione di alimenti, ma anche la conservazione del territorio e delle risorse idrogeologiche.

Dato tempi delle nostre nonne la varietà delle piante è andata via via riducendosi. Alla riduzione della biodiversità causata dalla distruzione delle foreste tropicali si è sommata la riduzione delle varietà coltivate a scopo commerciale.

Quest’uniformità genetica è molto pericolosa per l’ambiente perchè, di fatto, la diversità è una delle principali risorse che la natura ha per difendersi dalle mutazioni ambientali. In un campo di piante tutte uguali l’invasione di un insetto nocivo fa "terra bruciata". In un campo naturale, invece, alcune piante, si salveranno trasmettendo alla propria discendenza la resistenza a quell’insetto.

Questo è il principale motore dell’evoluzione, che ci ha portati a essere ciò che siamo. Le coltivazioni transgeniche, oltre a spingere verso una maggiore uniformità, introducono in natura mutazioni impreviste, a un ritmo molto più rapido di quello dell’evoluzione naturale. E’ stato osservato, per esempio, che una pianta modificata per diventare resistente a un insetto dannoso ha finito con lo sterminare anche un altro insetto, la farfalla monarca, molto utile all’ecosistema della regione.

Ma può anche succedere che la resistenza venga trasmessa all’insetto. In questo caso la pianta modificata funziona per un pò, nel senso che non ammala perchè avvelena l’insetto che se ne nutre, salvo poi, dopo qualche raccolto, scoprire che anche l’insetto è diventato resistente, sia alla tossina biotecnologica presente nella pianta che ai vecchi pesticidi chimici.

Anche questo processo, osservato in alcune coltivazioni di cotone transgenico, preoccupa i ricercatori, sia perchè può mettere in circolazione dei super-insetti incontrollabili sia perchè condurrebbe, alla fine, a un maggiore impiego di sostanze chimiche.

Alcune piante, per esempio il mais o il cotone per la resistenza al Bacillus thuringensis, sono state modificate per ridurre gli insetticidi, anche se non hanno prodotto i risultati sperati. Altre, come la soia resistente all’erbicida, si propongono proprio l’opposto: rendere la pianta resistente a dosi più massicce di additivo chimico.

La maggior parte delle coltivazioni transgeniche, però, rispondono a un obiettivo economico: produrre di più, e più in fretta. Una coltivazione normale può poi venire inquinata da una transgenica. Il polline delle piante può percorrere centinaia di metri. E’ per questo motivo che le coltivazioni sperimentali, i cosiddetti "rilasci", vengono tenute segregate dalle coltivazioni normali.

Purtroppo però ciò avviene solo quando questi esperimenti sono condotti da istituti scientifici a fini di ricerca. Simili cautele sono rare nelle coltivazioni a fine commerciale, che sono molto più estese e meno controllate. La recente decisione dell’EPA statunitense, l’Agenzia per la Protezione Ambientale, va in controtendenza proponendo misure più restrittive anche per le coltivazioni commerciali.

Ci sono coltivazioni transgeniche nel nostro Paese? Si. Vengono gestite da istituti di ricerca oppure date in gestione a normali aziende agricole dalle industrie che producono semi transgenici. Coltivazioni commerciali su larga scala ancora non ce ne sono, ma per il piano semina del 2000 potrebbe venire data l’autorizzazione, visto che alcune piante GM hanno passato tutti i test sperimentali previsti.

Che poi questi test siano considerati insufficienti da buona parte di ricercatori e degli ambientalisti è un’altra questione.

10 domande sul cibo transgenico

1 - Cosa sono gli OGM? 

2 - Cos'è l'ingegneria genetica?

  3 - A cosa servono le piante OGM?

  4 - A cosa servono gli animali OGM?

  5 - Si possono riconoscere?

  6 -  Il cibo ha caratteri particolari?

  7 - Che effetti ha sulla salute?

  8 - Che effetti hanno sull'ambiente?

  9 - Vantaggi o danni per l'economia?

  10 - Risolvono il problema della fame nel mondo?