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Comunicato
n. 2141-n del 24-10-2001
Il
governo Berlusconi stabilisce che anche i neonati possono assumere latte
con OGM. Una quantità di OGM non superiore all'1% si può tollerare anche
nei prodotti per i neonati. Lo ha stabilito il governo Berlusconi, con
un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 16 ottobre scorso. Questa
regola, valida già per i prodotti alimentari "per adulti", significa
in pratica che tutti noi, dalla culla in avanti, possiamo assumere
cibi geneticamente modificati senza averlo deciso e senza esserne (mai)
informati, alla faccia della libertà di scelta dei consumatori. La soglia
dell'1% "derivante da contaminazione accidentale" significa che si dà
per scontata la non separabilità della catena produttiva di alimenti OGM
e alimenti tradizionali. Siamo insomma tutti protagonisti, volenti o nolenti,
di un grande esperimento scientifico di cui nessuno conosce le conseguenze
a lungo termine. Ma tranquilli, per ora gli scienziati sono ottimisti.
Come è ormai tradizione per l'attuale governo, il decreto sui "baby
OGM" è capitato nel bel mezzo di un'inchiesta condotta dal procuratore
aggiunto di Torino Raffaele Guariniello su due marche di latte di
soia in polvere destinato ai bambini, "Alsoy2" della Nestlè e "Multisoy"
della Dieterba. In questi prodotti le analisi avevano riscontrato
la presenza di ogm, mentre la legge non prevedeva nessuna soglia
minima di tolleranza transgenica. Ora le aziende coinvolte nell'inchiesta
dispongono di una scappatoia in più: risulteranno pienamente
in regola se saranno in grado di dimostrare che gli OGM nel latte
in polvere, se sono meno dell'1%, ci sono arrivati "per caso" quando loro
avevano preso precauzioni per evitarlo. La parola a uffici legali ed esperti
di contranalisi, mentre si restringono le possibilità di intervento
della magistratura, già complicate dal fatto di indagare su società
che (come la Nestlé) hanno sede all'estero. Il decreto è la simpatica
dote che il governo italiano ha portato il 23 Ottobre a Lussemburgo,
in occasione di un importante dibattito ufficiale sugli OGM tra
i ministri dell'agricoltura della Ue. Tra gli argomenti all'ordine del giorno,
l'etichettatura di tutti i prodotti destinati all'alimentazione umana
e dei mangimi per animali in modo da rendere identificabile con certezza
la presenza o meno di OGM. La Commissione Europea sostiene questa proposta,
ma sul tema della "contaminazione accidentale" ha le stesse posizioni
del governo italiano: fino all'1% il diritto all'informazione dei
consumatori non si applica. Sarebbe questo uno degli elementi del "ragionevole
compromesso" tra entusiasmo e diffidenza verso gli OGM che convince
molti politici europei. Un altro tema in discussione oggi è il passaggio
della competenza ad autorizzare la produzione e il commercio di nuovi
organismi geneticamente modificati dai governi nazionali alla futura autorità
europea per la sicurezza alimentare. Posto che la tutela dei diritti
dei cittadini contro l'eventuale prepotenza delle multinazionali non
è proprio la specialità del governo Berlusconi, anche le garanzie che potrebbe
offrire l'authority europea non sembrano al momento molto maggiori.
Basti pensare che già il fatto di imporre per legge un'informazione
capillare (sia pure al 99%) sugli OGMè
considerato una grande
concessione, a fronte di un atteggiamento meno scrupoloso sostenuto dagli
Stati Uniti.