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60 Aziende alimentari italiane contro i cibi manipolati geneticamente

11/12/99

Sull'ultimo numero del mensile "La Nuova Ecologia", viene dato ampio spazio alla notizia che 60 delle più grandi aziende alimentari italiane hanno deciso di abbandonare la commercializzazione degli alimenti manipolati geneticamente.

Tra le ditte che autocertificheranno che i propri prodotti non hanno subito innesti  di DNA da laboratorio, svettano BARILLA, PARMALAT, GERBER, PLASMON e le catene di supermecati COOP, Esselunga, Il Gigante.

La catena di supermercati GS rimane ancora legata alla distribuzione indiscriminata di prodotti transgenici.

Tra le aziende che in Italia ed in Europa  hanno abbandonato l'abbraccio avvelenato degli alimenti transgenici, per pura convenienza, sono la Nestlè e la Kellogg's, che continueranno a vendere cibi transgenici nel resto del mondo, dove  le normative e il basso livello di informazione dei consumatori lo consentono.

Tale risultato, a parte l'iniziativa specifica della Legambiente che ha promosso la formazione del cartello anti-GM, è merito della progressiva sensibilizzazione dei cittadini europei,  dei consumatori e delle istituzioni europee  che hanno esercitato la propria scelta di mettere alla porta alimenti pericolosi per l'uomo e per la natura.

I mercati finanziari stessi, da parte loro, con il crollo dei titoli delle aziende produttrici di alimenti GM,. hanno confermato che i tempi d'oro del transgenico sono ormai alle spalle ed è ora di guardare ad un futuro in linea con i nuovi orientamenti dei mercati.

 

 

 


Monsanto

 

 

 

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