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27/2/2001

Mais Roundup

(ANSA) - WASHINGTON, 27 FEB - Arriva dagli Usa il grano Ogm, ma prima ancora che venga messo in vendita, gli importatori di Europa, Giappone e anche molti agricoltori in Nord America hanno gia' detto 'no', temendo la reazione negativa dei consumatori. Lo riferisce il 'Washington Post'. Il grano prodotto dal colosso biotech Monsanto, e' arricchito con un gene che permette alla pianta di resistere a uno degli erbicidi piu' diffusi, Roundup, cosi' che l'agricoltore puo' distruggere le erbacce senza danneggiare il raccolto. Passeranno almeno altri due anni prima che sia messo in vendita (il grano ogm e' molto piu' difficile da mettere a punto rispetto a soia e granturco), e per la Monsanto potrebbe far raddoppiare la produttivita' dei campi seminati con il grano naturale. Ma appena la notizia e' giunta agli importatori stranieri, questi hanno subito contattato la Monsanto affermando che non intendono aver nulla a che fare con il grano ogm, viste le paure che i cibi geneticamente modificati - ma molto meno usati del grano – suscitano nei consumatori fuori dagli Stati Uniti. Alcuni hanno addirittura detto che se gli Usa inizieranno a coltivare il grano biotech, questo potrebbe avere conseguenze negative per tutto l'export di grano statunitense. La meta' di tutto il grano coltivato negli Stati Uniti viene esportato. ''In futuro potremmo avere un grano ogm che il mondo non vuole - dice Darren Hanavan, presidente di un comitato sulle biotecnologie creato dall'industria - Ma dobbiamo procedere con la convinzione che alcuni mercati non lo vorranno nell'immediato. La sfida sara' far si' che i compratori e i consumatori ricevano esattamente quel che vogliono''. La Monsanto, per rispondere alle paure, ha annunciato di voler strettamente isolare il grano modificato prima ancora che venga autorizzato dalle autorita' federali o che sia in commercio. ''Alcuni lo temono, ma molti lo vogliono - dice il portavoce della societa', Mark Buckingham - Gli agricoltori devono migliorare i raccolti e ridurre i costi, e sanno che la nostra tecnologia puo' aiutarli. Vogliamo essere franchi ed aperti, perche' con il clima attuale c'e' la possibilita' di molti fraintendimenti''. Gli avversari del biotech hanno valutato positivamente il dibattito scoppiato sul grano, prima ancora che arrivi sul mercato. ''E' bene che la gente si domandi se davvero abbiamo bisogno di questo grano, se e' un bene che sia prodotto e se davvero aiutera' qualcuno'', dice Margaret Mellon, dell'Unione degli scienziati 'preoccupati' - Non era mai successo con nessun altro prodotto della biotecnologia''. (ANSA).

 

 

 

 

 

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