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IL RITORNO DEL RE
 
 

Impara l’arte e mettila da parte.




L’oscurità avvolgeva tutto, ci volle un po’ prima che i miei occhi si adattassero al buio, solo un tenue raggio di luna filtrava da un minuscolo buco nel soffitto in cui vedevo galleggiare la polvere sollevata dal crollo della parete.

Tra le varie forme che riuscii ad identificare vidi quella di una torcia, strappai un pezzo della tunica e presi la mia fedele Pietra-Fuoco, qualche istante dopo una piccola fiamma illuminava già il mio volto.

La luce della torcia proiettava ombre spettrali sulle pareti di roccia, l’odore di bruciato attenuava quello di chiuso e d’ammuffito che stagnava all’interno del tumulo, strani riflessi arrivavano dal fondo della galleria.

M’incamminai, il posto era talmente silenzioso che potevo sentire il battito del mio cuore, il sangue scorrere, ogni passo echeggiava tra le pareti di roccia, nonostante nel mio villaggio mi ritenessero il più silenzioso nell’arte della caccia.

In quel momento, però, non ero in caccia, anzi non avrei dovuto neanche sentirmi preoccupato in un posto del genere, la mia gente dice sempre: "Non ti curare dei morti, nulla faranno ad un cuore impavido".

Non che fossi il più coraggioso del villaggio ma la sensazione che provavo in quel momento non aveva niente a che vedere con la paura.

Capii quello che provavo quando arrivai nella sala in fondo al corridoio, quello che stavo visitando non era un normale tumulo.

Le pareti erano state lavorate e la stanza era di forma circolare, vi erano state scolpite otto colonne, di fronte ad ognuna delle quali vi era la statua di un guerriero in armatura, ognuno aveva una spada poggiata davanti, l’elsa sul petto e le mani strette sull’impugnatura.

Ogni statua differiva dall’altra solamente per la testa che era a forma d’animale, fu allora che riconobbi tra loro Corn il semidio, l’uomo dalla testa di Lupo, protagonista delle leggende del mio villaggio.

Riconobbi anche Hog-Nahr, dalla testa di aquila e Far-Nahr dalla testa di gufo appartenenti alle storie del popolo del nord, quale uomo poteva pretendere la protezione di questi personaggi nel suo viaggio al di la della vita? Lo capii troppo tardi.

Nonostante le statue mi attirassero, il mio interesse fu subito colto da quello che si trovava in fondo alla stanza: vi era un seggio scolpito nella pietra su cui era seduto uno scheletro di una creatura del tutto simile ad un uomo ma alta almeno una volta e mezza, indossava schinieri e bracciali di metallo ormai arrugginiti e un giustacuore anch’esso del medesimo materiale ma ancora in buone condizioni.

Non aveva elmo ma portava in testa una corona d’oro con al centro un opale nero, eppure il mio sguardo cadde sulla spada che portava in grembo. Questa era in perfette condizioni ma aveva un colore strano, era grigio scuro, che razza di metallo poteva essere? Per quel gigante poteva essere una normale arma ad una mano ma per me era una spada lunga, di quelle che si usano con due mani, difatti l’impugnatura era più lunga di un palmo e terminava con una sfera su cui erano incisi strani disegni.

Aveva una doppia lama all’interno delle quali erano incise una serie di rune, cercai di tradurle ma la maggior parte mi erano sconosciute e quello che riuscii a capire non aveva alcun senso, forse avrei dovuto passare più tempo con il vecchio saggio del villaggio imparando l’arte della scrittura.

In quel momento guardai una delle statue, quella con la testa di cavallo, e capii quello che sentivo da quando ero entrato in quel luogo, quello che cercavano di dirmi i guardiani di quel luogo.

Scappa!

Oramai era troppo tardi, la mia mano si era già poggiata sull’elsa della spada.
 
 

by Ayrton

 
 
  La torre senza nome