Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)
Logi-Pensiero 1999
Questo articolo é una compilation di vari miei interventi del 1999, quasi tutti postati sul newsgroup it.arti.musica.classica): chiariscono anche meglio di una FAQ il mio pensiero in merito a diversi argomenti.
Autografi - Bozo filter - Cachet e stipendi - Concorsi - Compositori - Classica e leggera - Conservatori e istruzione musicale - Enti lirici - Italia - Integrali - Karajan - Muti - Orchestre - Politica - Salisburgo - Sawallisch - Strauss (Johann) - Scuola russa di violino
Subject: Quesito: spartiti autografi di Mozart, dove poterli vedere??
Incomincia il viaggio da una buona biblioteca musicale vicina a te. Se riesci a trovare una copia del catalogo Koechel, ivi sono riportate, brano per brano, tutte le notizie relative ad autografi, edizione antiche, copie autentiche, etc.
Nel caso del Requiem il manoscritto dovrebbe essere a Vienna, ma dovrebbe essere abbastanza tormentato, perche' vi hanno lavorato sopra in diversi. (Confesso che, per motivi finanziari, la mia copia del Koechel e' vergognosamente risalente a prima della guerra, quindi il condizionale e' d'obbligo in quanto la collocazione di molti autografi e' cambiata).
Immagino che l'accesso ai manoscritti sia come minimo limitato - se ognuno volesse sfogliare gli autografi, dopo pochi anni non ne resterebbe traccia. Di solito di quelli di maggiore interesse e pregio se ne ricavano microfilm e le biblioteche mettono questi in consultazione per risparmiare traumi all'originale.
Se invece - il che come immagini e' molto piu' facile - ti accontenti di riproduzioni fotografiche, esistono diversi editori specializzati che le realizzano, anche se sono piuttosto costose.
Mi sembra di ricordare che - per iniziare senza spendere molto - nelle edizioni Dover, facilmente reperibili, ci sia qualche copia di autografi mozartiani.
Mi sembra di aver visto in giro altre riproduzioni, ma non mi ricordo di quali pezzi. Qui quello che ti occorre e' un buon negozio con un commesso che sia disposto ad aiutarti.
Subject: [OT] Bozo filter analogico (Was: se e' uno scherzo...)
Visto che nel frattempo hai postato settando il tuo newsreader in altre due maniere differenti, il mio povero newsreader su Macintosh si rivela impari all'impresa di filtrarti.
Allora ho deciso di scrivere un programmino per il llogi36, una unita' analogica (alimentazione a spaghetti) che adopro in subordine al Macintosh nel leggere i post di Usenet. Scrivo i dettagli perche' potrebbero tornare utili anche a qualcun'altro - immagino per esempio che un programma del genere potrebbe girare anche su un csimonetti114 o su uno schillogenoXX.
Il llogi36, anche se non ha molta RAM, la memoria di massa fa acqua (passati i trent'anni) e la CPU e' molto piu' lenta del Macintosh (le sinapsi tradiscono una certa usura), ha un software specializzato nel riconoscimento di dati ("ma dov'e' che l'ho gia' visto?") e per questo e' potenzialmente piu' adatto a questo scopo degli ordinari computer digitali.
La struttura di base del programma che gira sul llogi36 e' in questi termini:
begin_loop
scan post
if assomigliare(AUTHOR(post), 'De Sio o qc. del genere') then
begin sound(pernacchio)
delete post
end
end
end_loop
Sto cercando un buon campionamento di pernacchio (che so, tipo quelli di Toto') per migliorare il funzionamento del programma.
Subject: Le prebende dei musicisti
Allora: non confondiamo gli stipendi degli orchestrali con quelli dei solisti.
Gli orchestrali sono dipendenti, quindi lo stipendio arriva sicuro alla fine di ogni mese, piu' la tredicesima, piu' la quattordicesima, piu' il premio di produzione.
Lo stipendio e' fissato da un contratto nazionale, a cui si aggiunge un eventuale patto aziendale. Dipende dalla categoria nella quale il professore d'orchestra e' inquadrato (vedi la mia home page per i dettagli). Una prima parte della Scala prendera' 70/75 milioni lordi circa all'anno (interamente tassati, evasione impossibile). Aggiungere i guadagni della filarmonica (un tot a concerto) e qualcosa per le incisioni (ma non tanto). Piu' secondi lavori, lezioni etc. nel tempo libero. Un corista molto di meno. Un operaio sempre della Scala di meno ancora.
Un direttore o un cantante, viceversa, sono pagati un tanto a recita. Il sistema italiano e' quello di pagare solo le recite (il che vuole dire che, nel prezzo, devono rientrare anche le spese - albergo e ristorante - che l'artista affronta per essere presente alle prove). I prezzi sono i piu' variabili possibili, dipendendo in larga misura dalla fama (=capacita' di attrare pubblico) dell'artista e dal livello dei precedenti compensi. I compensi sono lordi e soggetti a ritenute d'acconto tanto fantasiose da non crederci (praticamente ogni artista e' un incubo da gestire dal punto di vista fiscale e previdenziale).
Coloro che rientrano in questo giro di norma non superano mai un tetto massimo stabilito dall' ANELS (la confindustria degli enti lirici), e cioe' 40 milioni lordi a recita, che comunque viene raggiunto di rado, l'importo medio aggirandosi dai 5 ai 20 milioni lordi a recita. Fuori dal tetto dei 40 milioni rimangono solo pochissimi artisti (meno di dieci in tutto), come i tre tenori.
Se sembrano tanti, fate il conto di dover vivere in albergo o in residence fuori casa per almeno sei mesi l'anno, mangiando al ristorante, e immaginate che cosa vi resta in tasca. Moltiplicate quello che avete speso per l'ultima settimana delle vostre vacanze per, diciamo, 25 settimane e vi fate un'idea. E dall'importo lordo dovrete dovrete detrarre anche l'eventuale compenso dell'agente che ha procurato la scrittura (10-15%).
E per chi non riesce a trovare abbastanza scritture la vita rischia di farsi grama.
Suppongo che Muti, oltre al compenso a recita, prenda anche qualcosa in quanto occupa il posto di direttore musicale. La cifra di un miliardo l'anno mi sembra estremamente, ripeto *estremamente* irrealistica, in quanto supererebbe il compenso del sovrintendente medesimo, che di solito e' il piu' generoso all'interno di ogni ente.
Un concertista anche affermato di solito prende piuttosto meno di un cantante di pari fama. Pochissimi superano i 20 milioni a sera, con 10 e anche meno come norma. In compenso i concertisti possono fare piu' serate dei cantanti (ma e' una vita molto stressante, specialmente quando si inizia a girare come trottole cambiando citta' ogni giorno).
Soldi guadagnati o no ? Boh......
Per diversi motivi, il cachet di molti artisti e' assai gonfiato rispetto al loro valore. Come minimo dovrebbe realisticamente rispecchiare il risultato al botteghino. Io per conto mio darei volentieri agli artisti una percentuale degli incassi: se ne scoprirebbe il loro valore. Quello vero, non gonfiato ne' dagli agenti, ne' da certe controparti contrattuali interessate a tenere alti i livelli.
Attualmente un grande divo della bacchetta che diriga alla Scala si porta a casa dal 30% al 70% dell'incasso, secondo le serate. E questo e' ridicolo: perche' il grande divo e' solo un elemento dello spettacolo.
Quello che dico io e': una serata d'opera di medio livello in un grande teatro incassa dai 30 ai 100 milioni: e' immorale darne 30 al direttore d'orchestra o anche al tenore, perche' non se li sono meritati. Se fossero davvero cosi' divi come dicono di essere di milioni se ne sarebbero incassati 400. (Che non sarebbero bastati comunque a coprire le spese.)
Ho occasionalmente fatto parte di commissioni giudicanti di concorsi ed audizioni, incarico quanto mai desolante (avete mai provato a sentire il concerto di Mozart suonato da 160 clarinettisti uno dopo l'altro ?). E naturalmente sono stato anch'io dall'altra parte, e cioe' fra i concorrenti.
La mia esperienza e' che la commissione si forma una prima impressione di un concorrente in un tempo brevissimo, 2 minuti o anche meno (in qualche caso basta anche la sola accordatura). E' molto difficile mutare successivamente questa prima impressione, sia essa positiva o negativa.
In questo lasso di tempo si arriva gia' ad una prima conclusione: il concorrente suona/non suona; il concorrente canta/non canta; il concorrente funziona/non funziona.
Le qualita' piu' importanti sono la naturalezza nel suonare/cantare, il dominio tecnico dello strumento (il violino suona quello che voglio io, non sono io che mi faccio dominare dallo strumento), la spontaneita'.
Consigli piu' facili da dare che da ricevere, perche' mentre tutti possono suonare piu' lento/piu' veloce - piu' legato/piu' staccato, queste doti bisognerebbe averle effettivamente e sono pressoche' impossibili da simulare.
Quanto alle prove in anonimato: molto spesso sono una presa in giro, tanto lo sanno tutti chi e' l'anonimo che sta suonando. A meno che non si ricorra al sistema americano, per cui il concorrente che suona dietro la tenda si deve levare le scarpe (altrimenti e' possibile riconoscerlo dalla camminata, o quanto meno sentire al passo se e' uomo o donna).
Mi ricordo una prova in anonimato di un concorso per un posto in orchestra con cinque concorrenti: quattro normali ed uno di un quintale. Ti assicuro che l'ultimo si riconosceva dallo scricchiolio delle assi del palcoscenico...
Molto piu' serio e' piuttosto il sistema delle grandi orchestre tedesche: la commissione esaminatrice e' costituita da tutta l'orchestra, che vota (spesso a scrutinio segreto) sentito il parere (non vincolante) della sezione interessata.
Quando la commissione e' composta da cento persone, pastette e imbrogli sono impossibili. E suonare sotto l'occhio vigile di un centinaio di Berliner Philarmoniker e' davvero una bella prova.
Qualche mese fa uno dei principali didatti italiani della composizione si lamentava con me che troppi dei suoi allievi piu' dotati per la materia si trovavano poi in difficolta' per l'eccessiva difficolta' degli esami di lettura della partitura.
E io gli ho risposto: questi allievi sono come i carabinieri, quelli che sanno scrivere non sanno leggere :-)
Subject: Musica classica e leggera
Non direi che la categoria di 'musica leggera' possa essere applicata prima - su e giu' - del 1920. Al tempo di Brahms (o a quello di Mozart o a quello di Corelli) tutta la musica era musica. Poteva esistere musica volgare o triviale. Poteva esistere musica da ballo. Ma non musica leggera.
Non si tratta di una pura questione di termine, ma di vera e propria categoria mentale: esisteva una sostanziale unita' della musica. Anche la piu' nobile delle musiche poteva avere una sfumatura di intrattenimento (non fosse altro, intrattenimento spirituale). Anche la musica da taverna non aveva necessariamente i caratteri dell'abbrutimento.
Mozart ha scritto della musica da ballo (l'unico incarico che la corte di Vienna ritenne di affidargli) - ma non la possiamo considerare musica leggera. Haydn e Beethoven hanno armonizzato canzoni popolari scozzesi, ma nemmeno questa e' musica leggera. Viceversa Brahms era un musicista molto serio, ma nessuno lo avrebbe definito 'di musica classica'. E la serieta' non gli impediva di armonizzare e scrivere danze ungheresi.
C'e' da dire che i principali nemici dei professori di conservatorio sono i professori di conservatorio stessi.
Fra i professori di conservatorio ci sono troppi lavativi, troppi incompetenti e troppi furbi perche' le loro richieste - anche quando siano sacrosante - non debbano essere prese cum grano salis.
Si, e' vero, non si puo' fare di ogni erba un fascio. Ma ormai, detto sinceramente, quando, la scorsa estate, un amica non musicista ha chiesto a mia moglie quale potrebbe essere l'insegnante di violino migliore nel conservatorio della sua citta' (che, a scanso di equivoci, non e' la mia), abbiamo scorso l'elenco degli insegnanti: su oltre 10 non ce n'era nemmeno uno raccomandabile. Uno e' un lavativo, uno fa un quarto d'ora di lezione e poi si stufa, uno non c'e' mai, uno e' matto come un cavallo, uno manda a ripetizione (obbligatoria) da un amico, e cosi' via. Quando un servizio pubblico non e' in grado di svolgere il ruolo del servizio pubblico, diventa difficile accordargli piu' credito di tanto. Difficile lamentarsi se poi i media aizzati dagli Accardo e dai Farulli infieriscono.
E comunque gli insegnanti non dovrebbero parlare con la loro voce, ma con quella dei loro allievi. Un insegnante e' rispettato quando prepara degli allievi buoni. E di buoni allievi c'e' scarsita', lo dovrai ammettere, e non mi si venga a dire che la colpa e' dei programmi.
Subject: Come riformereste i programmi del Conservatorio?
Non credo che siano i programmi di esame ad avere bisogno di riforme. Ognuno dei programmi d'esame ha qualche incongruenza che andrebbe limata, ma non e' questo il problema.
Sono i professori che andrebbero riformati!
La tentazione sarebbe quella di dire che i professori dovrebbero lavorare almeno il doppio. 12 ore alla settimana a stipendio pieno sono troppo poche. In qualche caso addirittura ridicole e indecenti. (Il fatto e' che lavorando un numero doppio di ore alcuni avrebbero occasione di fare il doppio di danni.)
Di sicuro il trattamento dei professori dovrebbe essere comunque piu' flessibile. Dovrebbero esistere insegnanti specializzati per gli allievi piu' piccoli (che oggi nessuno vuole perche' si fa troppa fatica). I professori piu' inesperti dovrebbero iniziare come assistenti di quelli esperti (oggi invece si vedono professori neodiplomati che magari devono insegnare ad allievi potenzialmente piu' bravi di loro). E anche tanti pezzi grossi del concertismo sarebbero disponibili ad un impegno strutturato in maniera diversa: continuativo nel tempo, ma non settimanale nelle scadenze. Per esempio due lezioni al mese (ma poi, pero', lezione tutti i giorni con l'assistente). Certo una formula cosi' dovrebbe essere riservata ai veri concertisti di prestigio ( e non ai baroni intoccabili, dei quali pero' nessuno ha mai visto il curriculum artistico).
Sinceramente, i programmi d'esame sarebbero il problema minore.
Subject: Bambini in conservatorio
In questa stagione (dicembre) i genitori dei bambini appena entrati in conservatorio tirano le somme sulla tanto sbandierata scuola musicale professionale. E qualche somma non torna.
Qualche mamma ha preso su il telefono e mi ha posto le seguenti domande, che riporto per l'edificazione di tutti. Seguono le mie risposte, che naturalmente lasciano il tempo che trovano.
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*Monica, mamma della Giulia (10 anni), appena entrata in conservatorio a Firenze:
1. E' normale che mia figlia faccia, in tutto, 20 minuti di lezione di strumento alla settimana? Risposta: non, non e' normale, e' il professore che e' un lavativo ed il direttore se ne frega. Il professore sarebbe pagato per fare 12 ore totali di lezione alla settimana (e qui qualcuno che di ore ne lavora 40 per meno quattrini avrebbe il diritto di incazzarsi) a 10/12 allievi circa; ma sarei curioso di vedere se fa davvero tutte le 12 ore o se ne autoriduce qualcuna.
2. E' normale che il professore assegni degli studi senza spiegare che cosa va studiato e come? Risposta: vedi la n.1
3. E' normale che il conservatorio sia iniziato a novembre? Risposta: un tempo iniziava ad ottobre, ma alcuni professori hanno condotto una dura battaglia per cazzeggiare a spese dello stato e rimanere in vacanza un mese di piu'.
*Marisa, mamma di Elia (13 anni), per il secondo anno al conservatorio di Milano:
4. E' normale che il professore X mi consigli di mandare il bambino a lezione privata (a pagamento) da un altro professore Y durante le vacanze? Risposta: ecco spiegato, forse, perche' le vacanze devono durare un mese di piu'. Non sarebbe normale, ma dalle segnalazioni che mi arrivano sembra che lo stia diventando. Sarebbe il caso di informare il direttore del conservatorio, e se del caso la Procura della Repubblica o la finanza per gli opportuni accertamenti (ma queste sono le cose che si dicono sempre e non si fanno mai).
*Antonella, mamma di Fabiano (9 anni), appena entrato al conservatorio di Milano
5. Fabiano e' stato ammesso ed assegnato alla classe della professoressa Z (una delle piu' rinomate per lo strumento), la quale dopo l'esame mi ha detto che il ragazzo ha dei difetti di impostazione e sarebbe bene che, prima dell'inizio delle lezioni, andasse un po' a lezione privata dalla sua allieva W per rimettersi a posto. E' normale? Risposta: se Fabiano ha dei difetti di impostazione forse sarebbe stato meglio non ammetterlo e non creare inutili aspettative nel bambino. Ma se lo si ammette, allora la signora Z e' pagata dallo stato per rimetterlo a posto. Sarebbe il caso di informare la Procura... (vedi sopra)
Subject: Corsi di formazione orchestrale per musicisti
Il problema esiste ed e' molto serio. Ormai tutte le volte che vedo una orchestra giovanile (e nemmeno le grandi istituzioni sono a volte garanzia sufficiente) ho sempre il dubbio che dietro il nobile fine della didattica ci siano ragioni di sfruttamento inconfessabili. A volte si mettono su le orchestre giovanili per rimpiazzare piu' economicamente orchestre di professionisti; a volte i corsi servono solo per incassare i contributi CEE (odio dirlo, ma non ho mai visto un corso CEE nel campo della musica che servisse a qualcosa); a volte servono per far dirigere o suonare il potente di turno.
Nel caso del tuo amico probabilmente ancora non gli e' andata troppo male: ha solo perso un po' di tempo. Ho visto cose peggiori, come ragazzi sballottati per mezza Europa (48 ore di viaggio in seconda) per andare a suonare gratis. Ho anche trattato male un paio di sindacalisti che sapevano e tacevano, ma siccome l'autore della musica (che invece era pagato e profumatamente) era di sinistra, diciamo - con un eufemismo - che la protesta era irricevibile.
Subject: Gli enti lirici diventano Fondazioni
Ci sono numerose differenze tecniche - il tipo di contabilita', i rapporti legali, etc.
Il nucleo della legge, pero', e' che lo stato vorrebbe (piu' o meno gradualmente, dipende da con chi parli) disimpegnarsi finanziariamente dalla gestione di questi teatri; cioe', poco per volta ridurre l'importo dei finanziamenti lasciando che i teatri si trovino i finanziamenti da soli. Idealmente ogni teatro dovrebbe trovare un gruppo di sponsor, ognuno dei quali paghi una sorta di ticket (dipende da teatro a teatro, ma si parla di cifre dell'ordine dei 100/200 milioni all'anno per almeno 5 anni assicurati). In cambio di questo, e di modesti sgravi fiscali, il pool dei finanziatori puo' prendere un posto o due nel consiglio di amministrazione (dove comunque la maggioranza e' degli enti locali e dello stato).
Perche' non sta funzionando e non funzionera' ? Ecco alcuni motivi:
Lo scopo finale della riforma e', probabilmente, quello di arrivare alla liquidazione di quei teatri che non ce la faranno a rimanere in pareggio. Sotto questo aspetto si sarebbe preferito che il legislatore fosse stato piu' onesto e avesse deciso subito che cosa fare.
Subject: L'italianizzazione dell'Europa
Non diciamo boiate. Ogni paese ha le sue corruzioni, lottizzazioni e cose varie. In alcuni casi sono anche istituzionalizzate - per esempio il sistema di lottizzazione austriaco e' che quando ci sono tot persone da nominare la maggioranza si prende il n.1, l'opposizione il n.2, la maggioranza il n.3, l'opposizione il n.4 e cosi' via fino a quando ci sono posti. Non stiamo poi a raccontare che cosa avviene nella pulitissima svizzera appena si gratta un po' la crosta superficiale.
La differenza e' che delle lottizzazioni all'estero non si vergognano ma nemmeno le sbandierano - noi invece le sbandieriamo ("il tale e' stato nominato in quota PDS/PPI/FI/AN" etc.) ma anche ce ne vergogniamo. Quanto alla corruzione c'e' dappertutto - chi piu' chi meno, solo viene nascosta con maggiore professionalita', e quando viene scoperta non sempre si pretende di doverle dare una copertura politica.
Subject: Integrali discografiche
Al di la' dei dischi in questione che non ho sentino (ne' ho intenzione di sentire in un immediato futuro), puo' darsi che Boulez sia vittima della maledetta tendenza che hanno le case discografiche di incidere integrali. E quindi di richiedere all'artista di incidere interpretazioni che possono essere di livello diseguale solo per avere la soddisfazione di avere il cofanetto completo. Mi chiedo se qualche volta un po' di disordine (p.esempio incidere solo quattro sinfonie su nove, ma di grande livello) non darebbe migliori risultati.
Ancora piu' terribili sono le integrali in concerto: una integrale, per esempio, dei concerti di Beethoven per pianoforte su diverse serate e' la maniera perfetta perche' nessuno dei concerti abbia il dovuto risalto.
FARINATO <farinato@logical.it> wrote:
> Comunque, allora forse, secondo te, hanno ragione alcuni critici che dicono
> che a Karajan, con gli anni, venne meno l'amore per il canto?
No, penso che il potere gli abbia dato alla testa. Quando una star arriva allo stato terminale, si riconosce da diversi comportamenti:
1. Fare i capricci con richieste assurde (come la Barstow in Verdi) o arbitrarie (come la Sabine Meyer da imporre ai Berliner Philarmoniker contro la loro volonta') che bisogna esaudire per far vedere chi e' che comanda.
2. Mettere le persone l'una contro l'altra (per esempio l'orchestra di Vienna contro quella di Berlino) per tenere tutti in stato di soggezione.
3. Impicciarsi di cose che non si capiscono con la presunzione di sapere fare meglio (come la fissa di volersi sedere al mixer anziche' lasciare fare quelli che erano i migliori tecnici audio del mondo).
Subject: Ma Muti è un direttore?
Alcuni direttori - anche di serie B - cercano di avere i migliori cast possibili, ben sapendo che quando i cantanti sono buoni la serata e' un successo per tutti, incluso il direttore.
Ho l'impressione che il maestrissimo piu' che buoni cantanti cerchi cantanti disciplinati. Che facciano quello che vuole lui e che non ingombrino piu' di tanto.
Subject: Abbado e Muti
Alcune osservazioni:
Subject: Disciplina delle orchestre
Le orchestre italiane non sono diverse dalle orchestre di molti paesi. E non sono nemmeno peggiori.
Citavo il caso della prima tromba dei Wiener Philarmoniker che si era ubriacato prima del concerto (ero testimone di quando due dei suoi colleghi lo andarono a recuperare in albergo, dove giaceva steso sul letto in frac): questo per esempio non succede mai con gli orchestrali italiani ed e' un problema ricorrente e costante con le orchestre straniere. Pensa che quando una celebre orchestra sovietica venne a suonare in un opera in un teatro italiano, al primo intervallo della prima recita quattro/cinque uscirono dal teatro e non tornarono in tempo per riprendere a suonare. Li trovarono diverse ore piu' tardi, nel bar di fronte al teatro, completamente sbevazzati. Dalla recita successiva l'ispettore d'orchestra dovette chiudere l'intera orchestra a chiave nella fossa !
O devo ricordare di quando al Festival di Salisburgo il primo trombone sempre dei W. Ph. completamente fatto di birra nemmeno si accorse che il tam tam vicino a lui era crollato ?
O devo ricordare di quando quelli dell'orchestra della radio danese si ubriacarono *tutti* - l'entrata del maestro fu salutata da un concerto di rutti ?
Nessuno di questi ha fatto le valigie, stai tranquillo. Sono tutti la' che suonano ancora. E la prima tromba dei Wiener fa un sacco di quattrini.
Non ti preoccupare, orchestre di disciplina peggiore di quelle italiane ce ne sono quante ne vuoi nel mondo. E nemmeno fra le peggiori (per dirne solo un'altra, la New York Ph. era soprannominata l' "anonima omicidi").
Subject: Le orchestre italiane
> Perchè, secondo voi, le orchestre italiane non riescono a raggiungere il
> livello di quelle più blasonate che troviamo in Europa?
1. Il livello piu' basso rispecchia un minore interesse da parte del pubblico (minore interesse = meno concerti = meno lavoro = meno studio = minori finanziamenti).
2. Alcune orchestre 'blasonate' diventano tali anche in virtu' della loro collocazione geografica. Sto pensando ad alcune orchestre assolutamente non superiori alle nostre, ma che per essere situate in centri chiave della discografia sono avvantaggiate quando c'e' da lavorare.
3. Le orchestre italiane pagano la disorganizzazione degli studi musicali nei conservatori. Ho l'impressione che quando i conservatori funzionavano (p.es. negli anni '50) il gap fosse molto minore.
4. Gli italiani non hanno molto spirito orchestrale. Tanto per iniziare, manca la disciplina, per cui si ha una impressione peggiore anche a parita' di prestazioni.
5. Chi dice che le orchestre 'blasonate' suonino poi cosi' bene? Anche loro hanno i loro momenti negativi, magari noi non ne siamo a conoscenza (mentre diciamo tutto il male possibile delle orchestre che ci sono vicine). Io, per esempio, ho sentito le piu' blasonate delle orchestre suonare da maiali (con la prima tromba in stato di ubriachezza, per esempio, alternare rutti e squilli).
6. E, naturalmente, noi da buoni italiani amiamo parlare male di tutto quello che e' nostro, mentre tutto quello che e' estero e' bello e buono...
Subject: Le orchestre italiane
Ogni giorno insulto almeno tre sindacalisti dello spettacolo, ma prima di criticarli troppo ricordiamoci che cosa sono i sindacati tedeschi (li' qualsiasi cosa viene parametrata nello stipendio, incluso le dimensioni della citta' dove suona l'orchestra) o, ancora peggio, i sindacalisti americani.
Mi raccontava un direttore (non italiano) che aveva inciso con una grande orchestra statunitense la 'Morte di Isotta'. Tutte le sedute di registrazione con un grande orologio per vedere quanto tempo mancava alla fine della seduta. Ecco, la fine dell'ultima seduta e' arrivata sulla corona dell'accordo finale. E l'orchestra, allo scattare degli 00 secondi esatti, ha smesso di suonare in mezzo alla corona dell'accordo finale. (Per i non tecnici: a 5/10 secondi dalla fine).
Commentava il direttore: "La maggior parte non sono cosi' assatanati, ma se uno solo di loro avesse proseguito a suonare i sindacalisti l'avrebbero massacrato".
Pero' ammetto che trovare un buon ministro della Cultura e' una impresa quasi disperata. Dei politici di professione non c'e' da ricavarne niente di buono, la Cultura non sanno nemmeno dove stia di casa. (Vi ricordate la mitica socialdemocratica Vincenza Bono Parrino? - signora, che cosa fara' adesso che e' ministro della cultura? Mi mettero' a studiare per una settimana). E degli operatori del settore non e' che ci sia da fidarsi gran che: ci sono troppi furbacchioni e ben pochi capiscono qualcosa oltre il loro specifico campo di lavoro.
Devo dire che un paragone con l'Italia degli anni trenta (si stava meglio quando si stava peggio) e' sconfortante: allora c'erano gli spazi per una politica culturale.
Subject: Politica
Mettere su opere liriche, specialmente se e' un vizio ripetuto diverse volte al mese, e' un passatempo assai costoso. Non per motivi peregrini: solo perche' servono tante persone, e le persone hanno il brutto vizio di farsi pagare (anche perche' hanno il bruttissimo vizio di mangiare tutti i giorni). L'Avvocato puo' tranquillamente sostituire otto operai con una macchina verniciatrice (che la domenica non mangia), non si possono ancora sostituire otto violini con un campionatore (perche' altrimenti il Lomi si arrabbia.)
Siccome facendo opera non si puo' andare in pareggio, bisogna che qualcuno paghi la differenza; scordatevi gli sponsor privati - per esempio, L'Avvocato sponsorizza una squadretta di calcio, che ne tutela l'immagine in maniera assai piu' ampia che non il locale teatro d'opera. (Non avrei dubbi, che, in caso di discesa in campo, la squadra di calcio sarebbe un serbatoio di voti ben piu' ampio che il teatro d'opera.) Se, come e' probabile, la differenza sono fondi pubblici, e' probabile che il politico che li assegna voglia dire anche la sua su quello che dovra' fare il teatro. E, come diceva Jonel Perlea, quando la politica entra dalla porta la musica entra dalla finestra. (Per la precisione: alcuni politici vogliono dire la loro pur senza assegnare soldi - ma questa e' un'altra storia.)
Quando il politico vuole dire la sua, non sara' certo per dire: fate una bella Traviata o ancor meglio una bella Jenufa, ma sara' piuttosto per dire: assumete mio cugino flautista, date da lavorare al mio amico regista, o anche: visto che il posto te l'ha procurato il partito, sei fraternamente invitato a versare al partito meta' dello stipendio (questa lettera ebbe l'effetto di *raddoppiare* lo stipendio ufficiale della persona in questione).
Un po' di tempo fa ho fatto una ricerchina in un'archivio storico per tutt'altri motivi. Sono saltati fuori pero' dei documenti interessanti: per esempio le lettere di raccomandazione di alcuni gerarchi fascisti a favore di alcuni cantanti che, sinceramente, non si direbbe avessero alcun bisogno di raccomandazione. O anche le lettere di alcuni padri della repubblica per raccomandare cantanti di cui, adesso, il Lomi posterebbe le registrazioni su it.binari.file. (Fa il suo bell'effetto leggere una letterina su carta intestata "Ministero dell'interno" dove si chiede conto di come mai un soprano - oggi leggendario - non venisse scritturato piu' spesso.)
E' inutile che vi dica - ci arrivate da soli - come i politici di adesso non abbiano perso il vizio. L'unica cosa, raccomandano pianisti fragili, soprani segaligni, aiuto registi imbranati, e cosi' via. In alcuni casi ho visto raccomandare veri e propri analfabeti. Sotto questo punto di vista la seconda repubblica non ha nulla da insegnare alla prima, anzi la prima aveva un po' di gusto musicale in piu'. Per conto mio, quando vedo su questo NG - o sulla branca moderata - messaggi del genere: adesso e' arrivato al teatro di Canicatti' il maestro Scortichini che mettera' le cose a posto, non posso fare a meno di sorridere: so chi ce l'ha messo e so come finiranno le cose.
L'unica consolazione: i miei amici che lavorano all'ASL mi assicurano che li' e' la stessa cosa... almeno l'opera lirica non ammazza nessuno...
Diciamo la verita': al festival di Salisburgo si paga prezzo doppio per vedere le stesse mediocrita' che infestano i nostri teatri - non per nulla i nostri direttori artistici tentano di scimmiottare quello di Salisburgo.
Pure andandoci in vacanza da 11 anni, non ho mai messo piede come spettatore al Festival. Una volta vi ho messo piede come lavoratore, ed e' stata una esperienza abbastanza negativa; tanta spocchia, ma molta piu' sciatteria che - solo per fare qualche esempio - in Spagna, Grecia, Brasile e Argentina.
Se poi non c'e' il solito bailamme discografico (mi ricordo, alcuni anni fa, di avere visto la foto seriosa del maestro Muti guardarmi da una vetrina di prodotti fertilizzanti), tanto meglio.
Sawallisch e', in primis et ante omnia, un musicista, anzi un signor musicista perche' e' sempre preparatissimo. Come tale ha delle idee musicali, ma se trova o in orchestra o nei solisti qualcuno con idee musicali interessanti le rispetta. Ed infatti osserva come ha sempre cercato di lavorare con i migliori solisti ed i migliori registi. Dall'incontro di due concezioni diverse possono nascere idee interessanti.
La maggior parte dei direttori d'orchestra di oggi, e soprattutto quelli dalla discografia strabordante (ognuno metta il nome che crede) sono soprattutto *domatori di circo*. Una bella uniforme, bel portamento, un po' di grancassa, due majorettes e se i leoni hanno qualcosa da ridire frusta. Il pubblico si diverte e va via soddisfatto.
Se pero' guardassimo dietro la scena, scopriremmo che sono stati scelti leoni con i denti spuntati per far fare bella figura al domatore (chi ha orecchi da intendere intenda).
Caro Klaus,
mentre ti rispondo il CD sta suonando il concerto di Capodanno del 1979 diretto da Boskowsky. Wein, Weib und Gesang.
Che fraseggio. Ad ogni battuta c'e' un esitando, un rubato, un movimento lievemente anticipato. Che finezza di dinamica. Ogni nota vive, non c'e' una uguale alle altre. Che colori di suono. Tamburo e timpani con pelli naturali (non l'orribile strepito delle pelli sintetiche americane). Piatti viennesi, che fanno 'szing' e non 'ciaf'. Trombe tedesche, dal suono ampio e nobile. Corni viennesi.
Che strumentazione. Esce fuori tutto chiaramente, ma se vai a guardare la partitura ti accorge di quanto sia trasparente. L'ottavino raddoppia i violini dandogli quel suono da 'filo di lama di rasoio'.
Che armonia. Appoggiature di rara sensibilita' (come direbbe il Dubois). Che linea melodica. Mai banale.
Che signorilita'. Che eleganza.
Caro Klaus, per un musicista anche questi sono VALORI MORALI.
Subject: Scuola russa di violino
Sintetizzando:
- Alla scuola russa vera e propria appartengono piu' o meno solo quelli che hanno studiato effettivamente in Russia - e magari prima degli ultimi avvenimenti, quindi con un insegnante di tradizione russa. Incidentalmente le vecchie scuole russe, di atmosfera sovietica, erano formidabili anche perche' se l'allievo (o anche l'insegnante, se per questo) non rendeva al massimo, la miniera in Siberia era gia' pronta. Molti di quelli che passano per scuola russa in realta' la vera scuola russa la conoscono solo per sentito dire.
- La preparazione tecnica nella scuola russa e' di altissimo livello; ma non tanto per la scuola violinistica in se', quanto per le condizioni nelle quali si studiava. 10/12 ore di conservatorio al giorno erano la norma (l'unico divertimento del conservatorio di Mosca era, ci dicono, andare a seguire le lezioni di marxismo-leninismo). L'allievo era estremamente seguito (oltre al professore avevi alle costole gli assistenti che ti costringevano a studiare). In queste condizioni resistevano solo i migliori e i piu' resistenti. Il segreto del successo del metodo russo sta piu' in queste condizioni di lavoro piu' che in particolari tecnici.
- Alcuni insegnanti di scuola russa sembra che effettivamente pensino solo alla tecnica (per esempio ho visto personalmente Vengerov suonare un meraviglioso Sibelius, per prendersi subito dopo, come unico commento del suo maestro Bron, la domanda: perche' hai cambiato la diteggiatura di quel passaggio ?). Esistono pero' anche russi che danno importanza all'aspetto musicale (non mi sembra di poter dire che Oistrakh suonasse a macchinetta).
- Quanto alla scuola italiana, qui i pareri divergono. Secondo mia moglie non esiste una vera e propria scuola italiana (a meno di non voler risalire a Viotti !); io invece, guardo con benevolenza alcuni insegnanti del passato (penso a D'Ambrosio e ai napoletani), ma nel presente non ne vedo nessuno.
Un'altra osservazione: e' relativamente facile insegnare nei corsi di perfezionamento. Ma per formare gli allievi bisogna prenderli dall'inizio e dare loro un insegnamento coerente - o, al massimo, avere un insegnante elementare che curi le basi (diciamo fino a livello di quinto anno) e poi inviare al corso superiore, dove si forma la tecnica virtuosistica. Gia' in questa fase ci vuole il grande insegnante. Ricorrervi dopo, quando la tecnica e' gia' formata, non serve a molto.
Aggiornata all'11/1/2000 - Last adjourned Jan. 11th, 2000 - (C) Luca Logi 2000