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Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)

Studiare uno strumento: principianti...come scegliere un maestro

di Luca Logi e Nadia Premuni

Il passo più importante per chi inizia a studiare uno strumento musicale é senz'altro la scelta dell'insegnante. Qualcuno cerca di studiare da autodidatta, ma per raggiungere qualche risultato la presenza e la cura di un insegnante sono assolutamente necessari.

I consigli qui sotto indicati si applicano sia a chi vuole studiare uno strumento a livello professionale, sia a chi lo voglia studiare a livello amatoriale. Almeno nel primo periodo lo studio é del tutto analogo: si tratta infatti di porre le basi per imparare a suonare uno strumento nel miglior modo possibile. Chi é interessato e ha maggiore talento proseguirà poi lungo il cammino professionale, mentre il dilettante (= persona che suona per diletto, cioè per divertimento) si fermerà prima.

Se invece si inizia lo studio nella maniera sbagliata, non solo ci si preclude la possibilità di uno sbocco ad alto livello, ma invariabilmente si smette di studiare quando si presentano le prime difficoltà. E non si diventa nemmeno dilettanti, perché il divertimento svanisce.

Scegliere un insegnante

Le possibilità, al massimo, sono tre:

Ognuna delle tre ipotesi ha i suoi pro e i suoi contro. Il conservatorio, ad esempio, é estremamente più economico delle lezione private, e di contro molto più vincolante come orari di lezione.

In realtà la cosa importante é di arrivare a studiare con un buon insegnante. Non necessariamente un insegnante é buono perché insegna in conservatorio o poco buono perché si fa pagare poco. L'importante sono il metodo di studio, la costanza nel seguire l'allievo, la capacità di raggiungere risultati. L'ambiente dove avviene lo studio ha una importanza molto minore.

Le qualità di un buon insegnante sono:

I segni di riconoscimento di un cattivo insegnante sono:

Come si arriva ad un buon insegnante ? Molto spesso per sentito dire. Interessarsi, chiedere informazioni.

Qual'é la migliore referenza per un buon insegnante ? Aver formato - in passato - dei buoni allievi. Essere concertisti di grido non é necessario (spesso i grandi solisti sono pessimi insegnanti, perché manca loro la pazienza e il tempo per esserlo).

La scelta di buon insegnante é importante anche per i principianti assoluti e per i bambini più piccoli, anzi più per loro che per altri. Il discorso che tante volte si sente fare: lo mando a studiare dal maestro Scortichini qui all'angolo, quando sarà più grande troveremo un maestro più bravo, é un discorso assolutamente stupido. I bambini imparano molto meglio e molto più velocemente prima dell'adolescenza: si tratta di un periodo di grazia che non va assolutamente sprecato.

Un consiglio per chi vuole entrare in conservatorio: in questo momento é più facile che in passato, in quanto gli allievi sono abbastanza pochi e perciò ci sono abbastanza posti disponibili.

In ogni caso, non fidarsi ciecamente dell'insegnante che il conservatorio, d'ufficio, assegna all'allievo. L'assegnazione avviene su puri criteri numerici (l'insegnante Macellai ha pochi allievi, tutti vogliono andare con il maestro Virtuosi, quindi il nuovo entrato lo mandiamo da Macellai). E' sempre abbastanza intelligente informarsi su quale sia il professore migliore e cercare di contattarlo anche prima degli esami di ammissione, per sentire se esiste la possibilità di essere ammessi nella sua classe.


L'importanza di una corretta impostazione

non potrà mai essere sufficientemente sottolineata. In tutti gli strumenti esiste una maniera corretta di suonare con il minimo di sforzo ed il massimo di risultato. Ogni altra maniera moltiplica gli sforzi ed il risultato é sempre peggiore.

Per esempio nel violino e nel violoncello l'arco deve essere tirato diritto, cioé parallelo alla linea del ponticello. Con l'arco storto il suono esce brutto e soffiato.

Certo non si può pretendere che un bimbetto che suona su un violinetto cinese abbia un suono melodioso come quello della Anne Sophie Mutter. Ma che il suono sia sufficientemente deciso e si riconoscano le melodie che sta suonando é un obbiettivo raggiungibile in relativamente poco tempo. Se ci si abitua a tirare l'arco storto é molto faticoso correggere il difetto in seguito.

Similmente, sul pianoforte il tasto viene schiacciato applicandovi il peso di tutto il braccio tramite il dito. Se si schiacciano con forza i tasti si sforzano i muscoli, si crea una tensione inutile, vengono i dolori alla mano e tutta la tecnica ne rimane inficiata. Anche qui intervenire in seguito per correggere le cattive abitudini é molto faticoso rispetto a prenderne subito di buone.

E' importante di curare la corretta impostazione fin dalle primissime lezioni. La regola é: per correggere un difetto occorre almeno quattro volte il tempo che serve per acquisirlo. Alcuni difetti, poi, bloccano l'evoluzione tecnica in seguito. Da principio non si notano, ma poco per volta l'allievo scopre che la musica gli rimane sempre più difficile, fino a quando si arriva a un punto morto: l'allievo arriva a un pezzo che gli risulta tecnicamente insormontabile. A quel punto la delusione é fortissima. La cosa triste é che sarebbe bastata un minimo di attenzione all'inizio per evitare il problema.

Quali sono i sintomi di una impostazione sbagliata ? Per vederne alcuni occorre l'occhio dell'esperto. Altri rientrano nella comprensione di tutti. Bisogna incominciare a preoccuparsi immediatamente:

 

© 1999 Luca Logi - Nadia Premuni

 

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Aggiornata al 7 febbraio 1999 - Last updated Feb. 7th, 1999