Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)

 

Ho ammazzato Mozart per voi

(Una fantasia musicale)

di Luca Logi

 

Sul newsgroup it.arti.musica.classica Marco Marcelli <marcelli@libero.it> ha posto la seguente domanda:

Se anziche' a 35 anni Mozart fosse morto a 75, dove sarebbe potuto giungere? Si sarebbe potuto "trasformare" in un musicista romantico, secondo voi, o il binario musicale intrapreso l'avrebbe portato inesorabilmente al capolinea?

 

Mi é venuto in mente di rispondere alla domanda invertendola: che cosa penseremmo di Mozart se fosse morto prima?

Non é che io sia appassionato di musicologia fantastica, però lo spunto mi ha dato modo di passare una mezz'ora di fantasie curiose. Ho preso la mia copia del catalogo Köchel (quello del codice KV) e l'ho aperta a caso. K383, Aria per soprano "Nehmt meinem Dank", composta il 10 aprile 1782 a Vienna. Ho immaginato che tornando a casa quella sera, un tegolo cascasse sul capo al maestro. Nonostante sia prontamente soccorso dai presenti, il maestro non ancora 26enne muore sul colpo.

Costernazione degli amici e della fidanzata Constanze. Il padre Leopold, prontamente convocato da Salisburgo, accoglierà con serena forza d'animo la ferale notizia e riporterà con sé la salma del figlio, che sarà tumulato nella tomba di famiglia, che ancora si puo' visitare nella ordinata cittadina austriaca, dove Mozart fa parte della piccola schiera delle glorie di interesse locale. Tornando a casa, Leopold trovera' una enigmatica lettera, inviata dal figlio il giorno stesso della disgrazia, dove si parla tanto bene di Constanze, lodandola perche' non beve vino (una lode assai curiosa, ma il ragazzo era un po' strano). Certo un capriccio giovanile, con quella figliola non si sarebbe trovato bene e si sarebbe cercato una donna un po' piu' seria.

Il maestro era di ritorno da un pomeriggio a casa van Swieten, dove probabilmente aveva suonato qualche fuga di Bach. Del resto, nella stessa lettera, chiedeva a Leopold di inviargli le sei fughe di Haendel (quelle trascritte per tastiera). A casa van Swieten c'era questa mania delle fughe. Nelle carte del maestro si troveranno diverse fughe per pianoforte, per lo piu' incompiute. Ad un sublime adagio e fuga in do minore (K383e) mancano sole poche battute [N.B. nella realta' e' completo]: si tratta senz'altro del canto del cigno del giovane compositore. Si trovano gli abbozzi di altre due fughe (K383b e K383c). Chissa' quali sublimi intrecci avrebbe concepito il maestro se avesse avuto il tempo di completarle [N.B. pur campando, nella realta', altri nove anni, non proseguira' mai gli abbozzi.]

Fra le carte si trova anche un grosso faldone: si tratta degli spezzoni di un'opera, "Die Entführung aus dem Serail". Il libretto (per la verita' assai bizzarro) e' completo, la musica e' scritta fino all'aria di Belmonte del secondo atto "Wenn der Freude". Di alcuni numeri successivi esiste lo scheletro della composizione (solo le parti delle voci, dei violini primi e del basso). Diversi compositori hanno tentato, nei secoli successivi, il completamento dell'opera, fra i quali segnaliamo Busoni e Berio. Nessuna delle versioni si e' imposta stabilmente nel repertorio, sia per l'assurdita' del soggetto, sia per le grandi difficolta' vocali. Non c'e' dubbio che il giovane Mozart avrebbe addolcito un po' la parte di Konstanze (che del resto, nella versione Berio, fu affidata alla vocalita' di Milva).

Il compositore scomparso era molto giovane, ma tutt'altro che uno sprovveduto: aveva gia' scritto diverse opere, fra le quali Ascanio in Alba, Lucio Silla, Il re pastore, ed il suo capolavoro, Idomeneo. Una vena molto tradizionalista, che da' da pensare che se fosse vissuto ancora piu' a lungo avrebbe senz'altro proseguito con soggetti classici. Ha scritto anche alcune farse italiane: La finta semplice, La finta giardiniera. Con Entführung sarebbe entrato nel campo, per lui nuovo, del singspiel tedesco, che aveva tentato solo con l'infantile Bastien und Bastienne. [N.B. Non citatemi Zaide. In nove anni di matrimonio non ne fece mai cenno nemmeno alla moglie.]

Nel campo della musica strumentale, Mozart ci lascia numerosi concerti per diversi strumenti, il migliore dei quali e' probabilmente quello per pianoforte dedicato a Jeunehomme (K271); diverse sinfonie, piuttosto di scarsa importanza rispetto a quelle immortali di Haydn tranne forse quella scritta nel 1778 a Parigi, (K300a); diversa musica da camera per lo più di scarsa importanza, tranne alcune belle sonate per pianoforte e violino e numerose sonate per pianoforte.

Tutto sommato, un compositore interessante anche se non all'altezza di un Haydn o di un Salieri. Chissà che cosa avrebbe potuto fare se fosse campato di più.


Dove voglio arrivare? Quella sera il tegolo non cadde. E Die Entführung fu completata, furono scritte tante opere, dalla trilogia di Da Ponte al Flauto Magico, che tuttora costituiscono il nerbo del repertorio mozartiano. Furono composti quei quartetti dedicati ad Haydn che ne destarono la meraviglia. Le sinfonie dalla Haffner in poi. I maggiori concerti per pianoforte. (Nemmeno il matrimonio, pero', lo indusse a completare la messa in do minore.)

Avremmo potuto dire, in quella sera viennese dell'aprile 1781, che cosa aspettava Mozart nei nove anni ancora che gli rimanevano? No. L'unica deduzione che possiamo trarre, e' che se quegli anni fossero stati 29 anziche' 9, Mozart ci avrebbe sorpreso molte, forse troppe volte. Ma e' inutile tentare di divinare come.


Intendiamoci bene, certamente Mozart ha scritto cose importanti prima del 10 aprile 1782. Prima di scrivere avevo dato una scorsa al catalogo Köchel, e dire che se fosse morto a 26 anni sarebbe stato un compositore minore e' un po' una forzatura che certamente mi faceva comodo a scopo satirico.

Non una forzatura inverosimile, comunque. Esiste un libro di Gernot Gruber, "La fortuna di Mozar", dove si cerca di tracciare la diffusione della musica di Mozart e le sue ragioni, partendo da ancora prima del 1800 fino all'era presente. Chi lo leggesse si renderebbe conto che una buona parte della fortuna di Mozart consiste nella enorme popolarita' delle opere liriche. Un Mozart che non avesse scritto ne' il Ratto dal Serraglio, ne' la trilogia di Da Ponte, ne' il Flauto Magico sarebbe infinitamente meno popolare di quello che e' adesso, non avrebbe festival annuali a lui dedicati, e probabilmente Marcelli non lo considererebbe cosi' sublime. Questo senza nulla togliere alla qualita' dei lavori scritti prima del 10 aprile 1782.

Il gioco del "se fosse morto il giorno X" di per se' e' un po futile ("Il piacere delizioso e sempre nuovo di una occupazione inutile", dice il motto di Henry de Rèigner messo da Ravel in testa ai "Valses nobles et sentimentales"). Non del tutto pero'. Infatti quello che ho fatto qui sopra e' stato di scattare una foto della situazione mozartiana ad una data fissata (romanzandola un poco, lo ammetto). Potevo prendere in considerazione anche altre date, ma questa mi sembrava interessante: un Mozart gia' maturo come musicista, ma che nella pratica non aveva ancora avuto la possibilita' di scrivere molte delle composizioni che ce lo rendono immortale.

Se avessi spostato la data all'indietro, facendolo per esempio morire a 20 anni, le cose sarebbero state diverse. A 20 anni sarebbe rimasto come una delle grandi curiosita' dell'umanita', un ragazzino prodigio che a 14 anni scriveva come dei compositori adulti di 30, ma non di per se' uno dei grandi geni. Se viceversa lo facciamo morire nel 1789, un paio di anni prima, perdiamo tantissime cose sublimi, ma l'immagine di Mozart come l'abbiamo noi adesso non cambia di molto.

Una estensione del discorso: si potrebbe anche pensare di trasformare il mio tegolo (uso la forma maschile fiorentina alla quale sono affezionato) in una funzione continua del tempo. Cioe' prendere in considerazione l'intervallo temporale fra il 27 gennaio 1756 e il 5 dicembre 1791; sia t un momento scelto in quell'intervallo. La funzione Tegolo(t) mi restituisce l'elenco delle opere scritte da W.A. Mozart fino a quel momento: come se un tegolo gli fosse caduto in testa nel momento t.

[Da un punto di vista strettamente formale, la definizione e' ambigua. Mozart e' un autore le cui composizioni sono abbastanza facili da datare, se non altro perche' da un certo punto della sua vita egli stesso ne tenne un catalogo dettagliato completo di date. Non tutte pero' databili univocamente - questo spiega la doppia numerazione del Köchel, che e' un catalogo cronologico; alla sua 3° edizione, a cura di Alfred Einstein, i progressi della musicologia mozartiana erano tali da dover rivedere l'ordine e quindi rinumerare diverse composizioni. Ed inoltre alcune cose possono essere attribuite ad un periodo, diciamo l'autunno 1788, piu' che ad un giorno. Scegliamo per semplicita' di ignorare questo problema che potrebbe essere risolto in via convenzionale. Un lettore accorto, pero', avra' notato che fino ad ora ho seguito la numerazione riveduta del Köchel in quanto piu' accurata cronologicamente.]

La funzione Tegolo(t) mi fornisce, momento per momento, una fotografia della vita professionale di Mozart. A differenza della mia fantasia musicale o della stessa domanda di Marco Marcelli che l'ha scatenata, la funzione Tegolo(t) non e' poi cosi' frivola. Perche' ci rende la vita del compositore Mozart non come la vediamo noi a posteriori, ma come egli stesso l'ha vissuta. Per noi e' scontato che quello che a 14 anni scriveva il Mitridate, dopo avrebbe scritto il Don Giovanni; ma per lui no. Noi, in un certo senso, leggiamo il Mitridate attraverso gli occhiali di Don Giovanni; ma e' una forzatura. Se immaginiamo un tegolo che venga giu' il giorno dopo la prima del Mitridate, non c'e' nulla che ci faccia presagire il Don Giovanni.

In questo senso ho scritto nel subject l'equazione Mozart=Tegolo(t). Cioe' che Mozart altro non e' che l'insieme dei valori che la mia funzione tegola assume man mano che passano le sue giornate. Fino alla definitiva tegola (metaforica ma reale) del 1791. Oppure, detto in altra maniera ancora, che gli scarti in avanti nel tempo alla Marcelli non solo sono illegittimi (oltre il 1791 la funzione non e' definita); ma che sono illegittimi anche nello stesso intervallo di vita di Mozart, anche se una improprieta' concettuale di questo genere ci sembra meno fantastica ed in definitiva siamo spesso soggetti a compierla.

(Qualcuno mi chiedera' perche ho questa sinistra fissazione per i tegoli che vengono giu'. Perche' una mia collega, uscendo dall'ufficio e passando da un marciapiede che io percorro quattro volte al giorno, e' stata effettivamente presa di striscio in testa da un pezzo di cornicione staccatosi da un tetto. Fosse stata anche solo un passo piu' avanti, non sarebbe piu' con noi. Fossi uscito prima, il tegolo poteva benissimo toccare anche a me.)

 

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Aggiornata al 22 novembre 2001 - Last updated Nov. 22th, 2001 - (C) Luca Logi 2001