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Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)

Le recensioni delle vacanze

(a cura di Luca Logi e Nadia Premuni)

 

Mostre

Mostre commemorative del centenario di Johann Strauss figlio - Vienna 1999
Museo storico della Città di Vienna
Museo di storia del teatro (palazzo Lobkowitz)

Mentre le mostre viennesi sull'imperatrice Elisabeth del 1998 erano interessantissime (l'imperatrice ha poco a che vedere con la Sissi della celebre serie cinematografica, era al contrario una donna dal carattere complesso e piuttosto travagliato), le mostre di Johann Strauss di quest'anno sono state piuttosto deludenti. In quella che era la mostra principale sono stati raccolti vari cimeli e testimonianze del re del valzer, ma incredibilmente l'unica musica di sottofondo presente era qualche pezzetto stancamente suonato da un quintetto d'ottoni (!) in un pessimo video che tradiva pretese artistiche moderniste. E' che, francamente parlando, la dimensione musicale in Strauss é preponderante su ogni altro contenuto, per cui la mostra non presentava molto di più di quello che a Vienna si può vedere tutti i giorni di tutti i mesi di tutti gli anni, visitando l'appartamento-museo del musicista.

Anche se un po' limitata nel suo spettro, più interessante la mostra secondaria a palazzo Lobkowitz (si, proprio il palazzo del mecenate di Beethoven), dedicata a figurini e scenografie d'epoca relative agli allestimenti originali delle operette di Strauss: una cosa simpatica e ben documentata.

Eroica-Saal

Mentre visitavamo quest'ultima mostra ci siamo trovati nella cosiddetta Eroica-Saal: il salone che ha visto le prime esecuzioni assolute delle 3° (l'Eroica) e della 4° sinfonia di Beethoven.

Oggi siamo abituati a considerare l'Eroica come una sinfonia gigantesca - e realmente lo é, nella durata del tutto eccezionale rispetto alle sinfonie dell'epoca, e nella grandiosità del pensiero compositivo e della ampiezza degli sviluppi musicali. Non doveva esserlo, viceversa, per le dimensioni dell'orchestra che la suonava: l'Eroica-Saal colpisce per le sue piccole dimensioni, dove oggi non troverebbe spazio nemmeno la metà del numero di esecutori dell'orchestra sinfonica media.

 

Non avendo a disposizione una rotella metrica, abbiamo misurato la sala contando i passi che servono per attraversarla: undici passi per ventitré. E in questo posto, oltre all'orchestra della prima esecuzione (che, riferiscono le cronache, era un po' pigiata), trovava posto anche il pubblico. La prossima volta che sentirete l'Eroica suonata da un'orchestra di 120 elementi meditate.


Musica

F.J. Haydn - Kleine Orgelmesse (Missa brevis Sancti Joannis de Deo)
Oberammergau, Parrocchiale di S. Peter und Paul, 1/8/99
Vill (Innsbruck), Parrocchiale di S. Martin, 15/8/99

Nelle chiese dell'Austria e del sud della Baviera non é raro che vengano celebrate Messe solenni con partecipazione del coro e dell'orchestra parrocchiale; anzi la qualità della musica é un motivo d'orgoglio per la parrocchia. I brani di più comune esecuzione sono le messe di Haydn, Mozart e Schubert, con qualche puntata anche su repertori più ampi. Sia i coristi che gli orchestrali sono spesso volenterosi dilettanti o giovani studenti, sotto la guida di eccellenti maestri di campagna, che possono compensare con tanto entusiasmo qualche smagliatura. Anche se le esecuzioni non hanno la raffinatezza di quelle dirette da Karajan, l'autenticità dell'ambientazione - una messa veniva composta per essere eseguita durante il servizio sacro, non come una sinfonia da concerto - rende queste esecuzioni globalmente superiori a quasi tutte le esecuzioni nelle stagioni sinfoniche.

Anche se la Kleine Orgelmesse di Haydn richiede un organico tutto sommato ridotto, stupisce sempre come piccoli paesi possano mettere su un gruppo all'altezza di tentare l'esecuzione; dopo tutto servono sempre una coppia di buoni solisti per il Benedictus. La prima esecuzione l'abbiamo sentita il 1 agosto a Oberammergau, ridente paese della Baviera; i complessi parrocchiali sono quelli che, una volta ogni 10 anni, provvedono l'accompagnamento musicale alla celebre rappresentazione della passione che viene organizzata da due secoli per adempiere ad un voto di scampato pericolo. Molto buono il coro, un po' "ruspante" l'orchestra. Ma, ripeto, nell'udire la musica che scende giù dalla cantoria, qualche suono un po' troppo frizzante si va ad ammorbidire sulle splendide decorazioni rococò. Ed é molto più importante ricondurre la musica alla sua valenza sacra ed universale che incaponirsi su qualche nota.

Assai più sorprendente l'esecuzione nella chiesa parrocchiale di Vill, sobborgo montano di Innsbruck, il giorno dell'Assunzione. I mezzi sono stati di fortuna - il tutto é stato accompagnato dall'organo, perché una volta che il coro di 14 persone ha preso posto nella minuscola cantoria, non avanzerebbe il posto nemmeno per un violino; ma lo stesso coro, quando si esibisce in concerto sotto la guida del suo direttore Hans Erhardt non teme di affrontare, questa volta con l'orchestra, nemmeno lavori ben più complessi come la Harmoniemesse dello stesso Haydn. Signori, qui siamo di fronte ad una comunità parrocchiale di qualche centinaio di anime (nella chiesa di Vill, che é la più grande della parrocchia, non entreranno nemmeno centocinquanta persone pigiate) - e tuttavia la musica é tenuta in tale onore da poter affrontare, con i mezzi locali, anche impegni concertistici. Se qualche parrocchia italiana volesse prendere esempio...

 

Puccini - Messa di Gloria
Salisburgo, Franziskanerkirche, 7/8/99

Le due chiese maggiori di Salisburgo, il Duomo e la Franziskanerkirche, hanno ovviamente mezzi più ampi delle sperdute parrocchie del Tirolo; qui le messe di Mozart sono nella loro ambientazione più autentica, ed i complessi musicali sono più curati. Personalmente preferisco la musica nella Franziskanerkirche che ha una acustica migliore rispetto a quella confusa del Duomo, ed il programma annuale, sotto la guida del validissimo maestro Gfrerer, é piuttosto impegnativo. Quest'anno é stata tentata una escursione fuori dal repertorio più tradizionale delle chiese salisburghesi, con la Messa di Gloria scritta dal giovanissimo Puccini per il Duomo di Lucca (e più tardi saccheggiata dallo stesso autore, che riciclò l'Agnus Dei come madrigale nella Manon Lescaut ).

Ci sarebbe da osservare che é ben singolare che l'unico Puccini che viene eseguito a Salisburgo sia durante una messa in chiesa. Questo perché il festival, che si vanta di essere il festival musicale e teatrale più importante del mondo, é in mano ad un tristo personaggio che si vanta di detestare Puccini, credendo con questo di dimostrare il suo rigore intellettuale, ed invece dando prova di un provincialismo che ha reso il festival l'ombra di quello che era dieci anni fa, senza che peraltro si sia battuta alcuna nuova strada. Onore quindi a Gfrerer, che con i suoi mezzi tutto sommato limitati rispetto ad un festival che schiera i migliori musicisti del mondo, svolge meritoria opera di supplenza.

Anche qui apprezziamo la buona volontà più che i risultati. Mentre i complessi della Franziskanerkirche sono a loro completo agio nel repertorio che conoscono - Haydn e Mozart in primis - si sono trovati un po' in difficoltà con la scrittura abbastanza operistica di Puccini; il coro in particolare sembrava mancare un po' dello squillo necessario. L'effetto era curioso: mentre normalmente i musicisti italiani vengono guardati dall'alto in basso perché si trovano in difficoltà ad affrontare il repertorio tedesco (in particolare Wagner e a Strauss) che non é a loro abituale, questa volta erano i pur validi complessi austriaci a patire la scrittura troppo pesante di Puccini: una sorta di nemesi musicale.

E, diciamo la verità, la messa di Puccini é tutto sommato un po' teatrale per un servizio sacro, che é venuto a durare piuttosto a lungo. Durante il Sanctus é entrato in chiesa un personaggio carico di spartiti, che abbiamo riconosciuto essere un importante compositore italiano, che ha girovagato un po' per capire quello che stava succedendo (incurante che, dopo tutto, fosse una cerimonia religiosa nella quale si richiede un po' di rispetto) e se ne andato poco dopo: i compositori, generalmente, non apprezzano altra musica che la loro.


Libri

Uno dei motivi per cui cerchiamo di passare un periodo all'estero é per andare a caccia di quei libri che in Italia non arriveranno mai. Il mercato bibliografico italiano - sia parlando in generale, che in particolare di musica - é assai angusto per dimensioni, e molta roba che viene pubblicata all'estero in Italia non arriverà mai, né in edizione originale, né tanto meno in traduzione. E' vero che tramite internet ormai si possono ordinare titoli che qualche anno fa erano introvabili, ma come si fa ad ordinare titoli di cui non si ha idea dell'esistenza? In una bella libreria non virtuale si trova sempre qualcosa di interessante e di sconosciuto. Ecco quindi i titoli di maggiore interesse che abbiamo trovato.

D. Hofstadter 
Le Ton beau de Marot, In praise of the music of language
Basic Books 1997

Dall'autore di Gödel, Escher, Bach un volume che, per impegno e dimensioni, fa da pendant all'altro titolo. Questo ponderoso tomo tratta i problemi linguistici della traduzione dei testi, esplicitati da numerose traduzioni dimostrative - sia in inglese che in altre lingue incluso l'italiano - di una breve filastrocca del poeta cinquecentesco francese Clement Marot. Nonostante il contenuto sia di profondità eccezionale, il libro é tuttavia molto scorrevole e facilmente leggibile per chi abbia padronanza dell'inglese (ma non necessariamente di tematiche linguistiche o di intelligenza artificiale). Qualche accenno musicale - il titolo allude a Le Tombeau de Couperin di Ravel (il libro é dedicato alla memoria della giovane moglie dell'autore, scomparsa poco prima della pubblicazione). Penso che passerà un bel po' prima che qualcuno tenti di tradurre questo libro in italiano: le difficoltà che il traduttore incontrerebbe, tutte diligentemente elencate nel testo, sarebbero assai gravi.

Der Babstsche Choralbuch - 1545

Riproduzione anastatica, a cura della casa editrice Bärenreiter, del libro di corali pubblicato nel 1587 da Valentin Babst, e anche l'ultimo libro di corali direttamente approvati da Martin Lutero. Molto importante per conoscere le origini del corale protestante, il libro - a metà fra il libro di canti ed il libro di preghiere - presenta le melodie ed i testi di una sessantina di corali, in una versione primitiva precedente a tutte le elaborazioni dell'età barocca. Per molti corali risulta evidente come siano il rifacimento di un modello preesistente, sia in ordine al testo che alla musica: per esempio il corale pasquale Christ lag in Todesbanden (figura qui a fianco) é evidentemente una rielaborazione, ad opera di Lutero, di una melodia già associata alla sequenza latina Victimae paschali laudes. In molti casi i modelli sono citati apertamente, in qualche caso il testo é rimasto addirittura quello latino, oppure ci sono curiose misture di latino e tedesco (In dulci jubilo).

I testi dei corali sono disponibili in rete, gratuitamente, in versione elettronica, in quanto sono stati inseriti nel progetto Gutemberg per la digitalizzazione dei testi più importanti del passato. Ma il buon vecchio libro analogico, corredato da numerose xilografie, é una vera festa per gli occhi - molto più di qualsiasi pagina web.

Christ is erstanden


Vocabolario

Si tratta di alcuni termini da noi coniati per descrivere alcune situazioni ricorrenti:

 

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Aggiornata al 5 settembre 99 - Last updated Sep. 5th, 1999 - (C) Luca Logi 1999