Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)

I fidi maestri sostituti

I collaboratori invisibili del teatro d'opera

di Luca Logi

 

Maestro sostituto - o, più esattamente, maestro collaboratore, come recita il contratto nazionale - é un termine generico che copre diversi ruoli molto importanti in un teatro d'opera. Mentre il pubblico é generalmente in grado di valutare il livello artistico di un'orchestra o di un coro, é molto più difficile valutare la qualità del lavoro dei maestri collaboratori, che di solito agiscono dietro le quinte e rimangono invisibili. Eppure l'efficienza e l'alto livello dei maestri collaboratori é in assoluto uno degli elementi distintivi della buona qualità di un teatro d'opera.


Alcuni dei ruoli più importanti, affini alla categoria dei maestri collaboratori, sono più visibili: il maestro direttore del coro, il direttore del ballo ed il maître de ballet sono i collaboratori artistici più importanti.

Il ruolo del maestro del coro é fondamentale: a lui - con l'aiuto dei suoi assistenti - spetta di programmare lo studio delle opere in programma (nei paesi tedeschi infatti, il suo ruolo viene definito come Choreinstudierung, istruzione del coro). A differenza dell'orchestra, che suona leggendo gli spartiti, il coro canta l'opera a memoria: ha quindi tempi di prova assai più lunghi, e anche i migliori cori possono avere bisogno di prove dettagliate e ripetute, specialmente per memorizzare opere complesse e/o in lingua straniera.

Oltre ad una buona preparazione musicale, il maestro del coro deve essere un organizzatore ed un diplomatico di prim'ordine. A lui spetterà di discutere, in sede di preparazione del lavoro, diversi problemi, come il numero dei coristi necessari (di norma il regista ne vorrà più del necessario per fare maggior effetto, mentre il direttore dell'allestimento ne vorrà meno del necessario per risparmiare sui costumi); i movimenti da compiere (di norma il regista si preoccuperà solo della recitazione del coro, costringendolo a cantare con le spalle verso il pubblico o i movimento o con le diverse sezioni mescolate, mentre il maestro del coro vorrà avere tutti fermi ed in bell'ordine); o anche come organizzare i tempi di prova. Non é difficile trovare un maestro di coro preparato musicalmente, ma uno che sia anche un buon organizzatore é una perla piuttosto rara e si troverà ad essere conteso dai vari teatri.

Il direttore del ballo svolge un ruolo analogo all'interno del corpo di ballo. Il suo ruolo, se possibile, é ancor più difficile: la vita professionale dei ballerini é assai stressante ma anche breve (passati i 40 anni inizia il declino, e dopo i 45 sono pronti per la pensione), per cui dentro i corpi di ballo le tensioni possono accumularsi in maniera più dirompente che nei cori e nelle orchestre. Un buon direttore riuscirà ad appianare le tensioni e a sfruttare gli elementi al meglio. In questo avrà l'aiuto del maître de ballet, che é l'equivalente artistico del preparatore atletico di una squadra di calcio, cioè colui (o colei) che, durante le lezioni in sala ballo, si incarica di mantenere al massimo livello possibile l'efficienza tecnica (che in questo caso comprende anche l'efficienza atletica) dei ballerini.


Un'altra figura assai importante - ma questa sconosciuta al pubblico - può assumere diverse denominazioni come assistente musicale o direttore musicale di palcoscenico. I soliti tedeschi hanno quella più bella: Studienleiter, direttore degli studi. Questa persona agisce come assistente del direttore d'orchestra, dirigendo le prove quando questi é assente (dopo tutto ben pochi direttori avrebbero la resistenza per dirigere nello stesso giorno una lettura con l'orchestra, una prova d'insieme, una prova tecnica al pianoforte e magari un paio di ore di studio con i cantanti in sala); curando la preparazione dei cantanti (il tempo in cui i cantanti erano analfabeti cui bisognava insegnare le opere a martellate é ormai passato, ma qualcuno alla vecchia maniera c'é sempre); e curando la preparazione e l'esecuzione, se del caso dirigendoli personalmente, dei complessi che si trovano ad agire sul palcoscenico, come la banda per l'Aida o l'orchestrina nel Finale del Ballo in maschera.

Lo spettatore medio non lo sospetta, ma una delle cose più difficili nel teatro d'opera sono i cosiddetti interni, cioè le parti musicali che vengono eseguite dietro le quinte. Il concerto di campane all'inizio del III atto di Tosca richiede di norma più tempo di prova che non la grande aria del tenore che segue subito dopo: possono esserci difficoltà di coordinamento, problemi di equilibrio dei livelli di suono, e anche problemi di intonazione (i suoni distanti tendono a sembrare calanti rispetto ai suoni vicini). Uno staff di maestri collaboratori attenti e precisi é indispensabile per portare in fondo gli interni più difficili (come l'orchestrina di valzer nel Rosenkavalier o la banda e il coro che sfilano nel finale II de La Bohème).


Maestro collaboratore di sala é il nome ufficiale del pianista che suona durante le prove. Oltre ad essere un buon pianista gli si richiede anche ottime capacità di lettura e tanta pazienza. In Francia ed in Germania é chiamato Repetiteur, cioè colui che 'ripassa' le parti ai cantanti.

A parte le prove in sala con i cantanti, durante le quali viene messa a punto musicalmente l'opera, il pianista deve anche lavorare nelle prove di regia, dove lentamente e con mille interruzioni vengono messi a punto i movimenti, e magari anche nelle prove tecniche - la più temuta delle quali é la tremenda antigenerale al pianoforte, che é la prima prova in cui regia, costumi, luci, che prima sono stati provati separatamente, vengono messi insieme. In questa prova (che a volte diventa talmente lunga da dover essere spezzata su diversi giorni) possono saltare fuori miriadi di problemi (per esempio un cantante ha studiato un movimento scenico, ma vestito con un'armatura scopre di non essere più capace di farlo). Il maestro al pianoforte ripete pazientemente e fino all'infinito ogni singolo passaggio finché le difficoltà sceniche vengono appianate.

Un ruolo simile hanno i pianisti del ballo ed i pianisti a supporto del maestro del coro.

I maestri collaboratori di palcoscenico assicurano durante le prove e le esecuzioni il coordinamento fra i movimenti scenici e la musica. Infatti alcune operazioni, come l'apertura e chiusura del sipario, oppure i cambiamenti di scena a vista, o le entrate e le uscite dei protagonisti (facili quando ad entrare é un soprano, più difficili quando sono 100 comparse) devono essere sincronizzate con la musica. Uno dei maestri, il maestro collaboratore alle luci, si incarica inoltre di sincronizzare gli effetti luminosi con quelli musicali. Sembra facile, ma dare il buio sull'ultimo accordo (un effetto che nelle regie moderne sostituisce il sipario) é abbastanza difficile (le luci hanno il loro tempo tecnico di risposta) e una distrazione può facilmente rovinare l'intero spettacolo.


Un ruolo importantissimo é quello del suggeritore. Dalla sua 'scatolina', nella quale si mangia letteralmente la polvere del palcoscenico, il suggeritore non solo suggerisce le parole a quei cantanti che hanno tendenza a dimenticarle, ma riporta il tempo battuto dal direttore, segna le entrate musicali, può far segno di accelerare o rallentare, o anche con qualche gesto o soffiata ben data può recuperare un cantante che sta andando fuori tempo o che ha mancato l'entrata. Un buon suggeritore é alla lunga più importante dello stesso direttore d'orchestra; mentre si può fare un'opera con un buon suggeritore ed un cattivo direttore (il suggeritore supplirà alle mancanze del direttore, almeno per quanto concerne il palcoscenico), non é possibile il contrario. I suggeritori sono l'élite dei maestri collaboratori in quanto vengono scelti fra quelli più esperti. Il suggeritore lavora in stretto contatto visivo con il direttore d'orchestra: un tempo tramite uno specchietto opportunamente piazzato, oggi tramite un monitor televisivo (di norma però lo specchietto si mette sempre, in quanto può capitare che al monitor si stacchi la spina...).


Un tempo i direttori d'orchestra - specialmente quelli che si dedicavano alla lirica - provenivano quasi interamente dalla categoria dei maestri sostituti, nella quale avevano accumulato esperienze pratiche prima di affrontare il lavoro di concertazione. Adesso il meccanismo di reclutamento dei direttori d'orchestra é cambiato, e l'aspetto fisico, le capacità di pubbliche relazioni, e una certa dose di fortuna sembrano essere le virtù fondamentali degli aspiranti direttori d'orchestra. Gli aspiranti si guardano bene di fare esperienza come maestri collaboratori, perché hanno paura di rimanere risucchiati in questi ruolo tecnici e di non poter più spiccare il grande balzo.

La conseguenza é tragica: che al giorno d'oggi molto spesso - troppo spesso - i maestri collaboratori (in antico si chiamavano maestri sostituti) sono tecnicamente più preparati dello stesso direttore; il quale peraltro senza la loro collaborazione farebbe ben poca strada.

 

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Aggiornata al 1 Novembre 99 - Last updated Nov. 1st, 1999 - (C) Luca Logi 1999