Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)

 

Tagli, ritagli e frattaglie

(Come si taglia un'opera)

di Luca Logi

 

E' piuttosto difficile che un pezzo sinfonico debba subire dei tagli in una esecuzione. Qualche volta si taglia via qualche frase nella 2° sinfonia di Rachmaninov o nella 7° di Mahler, ma di solito i brani sinfonici vengono eseguiti così come stampati (qui non stiamo parlando dell'annosa questione di quali ritornelli debbano essere eseguiti - qui stiamo parlando di veri e propri tagli).

Al contrario durante le recite operistiche i tagli sono piuttosto frequenti. La tendenza del giorno é quella di cercare di essere il più fedeli possibile al testo, ma una produzione di opera é un affare piuttosto complicato, e il testo é solo il punto d'inizio del lavoro. Le decisioni sui tagli da adottare (o non adottare) coinvolgono il direttore, il regista, i cantanti e spesso l'intera macchina della produzione.

Per spiegare alcuni dei problemi é più facile fare esempi tratti dal repertorio più comune.


Mozart - Don Giovanni

Problema: l'opera é stata scritta per il teatro di Praga (1787) e successivamente revisionata per Vienna (1788). Nella revisione per Vienna Mozart ha aggiunto un'aria per Don Ottavio ('Dalla sua pace'), un'aria per Donna Elvira ('Mi tradì quell'alma ingrata)', un duetto buffo per Zerlina e Leporello ('Per queste tue manine'). L'aria di Don Ottavio della versione di Praga ('Il mio tesoro') fu cancellata nella versione di Vienna.

In teoria la cosa corretta da farsi sarebbe o rappresentare la versione di Praga o quella di Vienna, ma questo in realtà non succede, perché in ambedue i casi bisognerebbe tagliar via un po' di bella musica. Di solito si esegue una versione mista, con ambedue le arie del tenore e senza il nuovo duetto. Si può criticare quanto si vuole questa maniera di fare, ma questa é divenuta la tradizione ed occorrono motivazioni molto forti per deviarvi.

A parte questi problemi a livello di interi numeri dell'opera, il Don Giovanni solitamente si esegue senza apportarvi altri tagli: la musica di Mozart é stupendamente equilibrata e fare un taglio quaggiù o laggiù sarebbe inutile (per non dire imperdonabile).

 

Donizetti - Lucia di Lammermoor

Recentemente é stata pubblicata da Ricordi una nuova edizione con la revisione di Jesus Lopez Cobos. La scoperta di questa edizione é che il ruolo di Lucia era stato inizialmente concepito per un soprano lirico, e solo successivamente é invalso l'uso di farlo cantare ad un soprano leggero, trasportando le arie. (Curiosamente sono state trasportate verso il grave, per lasciare la possibilità di aggiungere acuti e variazioni. Mentre le arie venivano trasposte verso il grave, la parte nel suo complesso diveniva più acuta !)

A parte questa questione, esistono numerosi tagli 'di tradizione' al testo della Lucia. Se si applicano tutti insieme dell'opera rimane solo lo scheletro, mentre se non se ne fa nemmeno uno occorrono cantanti di molta resistenza.

I tagli possono essere su diversi livelli.

Al livello più generale, si possono tagliare interi numeri. Di solito può saltare via l'aria di Raimondo ('Cedi, cedi, o più sciagure'), per la quale é necessario un buon basso (ed inoltre anche il soprano é costretta a cantare mentre magari gradirebbe risparmiarsi la voce per il seguito). Anche la scena della tempesta viene di solito integralmente omessa: non é realmente necessaria alla comprensione della vicenda ed é abbastanza ardua sia per Edgardo che per Enrico. Anche un piccolo recitativo subito dopo la scena della follia di solito sparisce (con lui spariscono alcuni dettagli della vicenda, ma dopo la scena di Lucia il recitativo sembra una doccia fredda.)

Anche se non si tagliano dei numeri per intero, altri tagli sono possibili in quanto ogni cabaletta é ripetuta due volte. Sarebbe naturalmente assurdo tagliare la ripresa di 'Quando rapito in estasi': tutti sono in attesa di sentire le variazioni del soprano. Bisognerebbe però perdonare il direttore che taglia le riprese delle cabalette come nell'aria di Raimondo, nella scena della tempesta, o anche nel duetto Enrico-Lucia: qui diventa una questione di resistenza (o mancanza di resistenza) da parte dei cantanti.

A volte ci sono delle cadenze che si ripetono ossessivamente, ed é abitudine di tagliare 2/4/8 battute qua e là per brevità. Ci si affida al buon senso del direttore, ma la tendenza generale sarebbe di tagliare il meno possibile.

 

Rossini - Cenerentola

La nuova edizione critica (pubblicata da Ricordi a cura di Alberto Zedda) non é ancora di uso comune. Nella prefazione é spiegato chiaramente come tutti i recitativi e le due arie di Alidoro e Clorinda non sono opera di Rossini ma di un compositore minore, Luca Agolini. Tutti questi pezzi sono già presenti - ovviamente non di mano di Rossini - nell'autografo e sono stati in pratica approvati da Rossini. Rossini stesso ha successivamente scritto una nuova aria di Alidoro ('Là del ciel nell'arcano profondo') in sostituzione di quella di Agolini.

Per questo motivo é abbastanza naturale tagliare via l'inutile aria di Clorinda. Per altri tagli valgono considerazioni analoghe a quelle qui sopra espresse per la Lucia di Lammermoor.

Fino ad alcuni anni fa si sarebbero fatti dei bei tagli anche nei recitativi: tanto tutti ascoltavano solo le arie ed il recitativo era una sorta di vuoto a perdere. Questo adesso succede più di rado, perché le regie sono adesso più curate, ed i recitativi sono la riserva di caccia del regista.

 

Bizet - Carmen

L'opera é nata come opera-comique, con recitativi parlati fra i numeri musicali. Già dalle prime prove Bizet incominciò ad apportare tagli nella musica che aveva scritto, probabilmente per ragioni pratiche.

Poco dopo la morte dell'autore Ernest Guiraud mise in musica i recitativi, trasformandola così in una opera di taglio tradizionale. Solo nel 1964 é uscita una edizione più o meno critica (pubblicata da Alkor a cura di Fritz Oeser). In questa edizione sono riportati tanto i dialoghi parlati quanto i recitativi di Guirad, ed ognuno si può assemblare la versione che preferisce.

Il problema é: che cosa fare della musica tagliata via da Bizet stesso durante le prove. Qualche pezzo non é nemmeno stato stampato prima dell'edizione Alkor (come un 'melodramma' prima del coro dei bambini o cinque battute nel momento in cui Don Josè colpisce Carmen); ma i criteri della revisione di Oeser sono stati discussi, ed alcune delle sue scelte vengono considerate come personali e per nulla critiche. Bisognerebbe indovinare, punto per punto, se Bizet ha tagliato un brano perché non lo desiderava più, oppure costrettovi dalla necessità.

 

R. Strauss - Der Rosenkavalier/Die Frau ohne Schatten

Anche se non sono riportati in partitura, per queste opere esistono tagli standard approvati da Strauss stesso. Naturalmente gli studiosi discutono su quanto essi siano realmente autentici, ma di fatto sono molto radicati nella pratica. E si tratta di opere che, anche con i tagli, rimangono comunque molto lunghe.

 

Puccini - Manon Lescaut/Il Trittico/Turandot

Questo é il caso contrario di Strauss: quando Puccini decideva un taglio (o in generale un cambiamento) lo faceva riportare nella musica a stampa - almeno fino a quando non cambiava idea. Per questo motivo si trovano ancora in giro vecchi spartiti di Manon senza l'aria 'Sola, perduta, abbandonata' (che Puccini scrisse, tagliò via ed in seguito reinserì); oppure spartiti di Suor Angelica con un'aria extra ('Amici fiori') successivamente soppressa.

E si trovano ancora spartiti con il finale scritto da Alfano al completo (Toscanini lo ridusse al minimo indispensabile).

 

Wagner - Tristan

R. Strauss - Elektra

Qui sono possibili alcuni grandi tagli per risparmiare un poco la voce dei protagonisti. Non sono necessari con cantanti resistenti (ma non tutti lo sono).


Questi sono alcuni esempi dei problemi che si incontrano nello stabilire i tagli di un'opera. Dovrebbe essere chiaro che non sempre esiste una maniera 'politicamente corretta' di risolvere i problemi; oltre tutto una produzione operistica é una cosa molto complessa (é come - per fare un esempio - girare un film dal vivo e tutto in una botta sola senza la possibilità di montaggi), ed a volte un taglio é necessario per far quadrare il tutto. L'idea di una esecuzione 'teoricamente corretta' é impraticabile nell'opera dal vivo.

Un'ultima considerazione. La presente generazione di cantanti, generalmente parlando, non ha né il volume di voce né la resistenza fisica del tipo di voci che Verdi, Puccini, Wagner e Strauss davano per scontate; esiste anche un certo tipo di stress indotto sulle voci dai differenti tipi di prova, dai viaggi in aereo, dai problemi commerciali. Non ci si può fare molto, né é ancora pratica comune di amplificare le voci. Anche se a volte si vorrebbe dare un'opera esattamente come é scritta, a volte i tagli sono necessari per portare a termine la serata avendo sul palcoscenico qualche star troppo stressata.


 

 

This article © 1999 Luca Logi

 

 

 

 

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