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La Foresta Amazzonica ed il suo Fiume

L'Amazzonia occupa un territorio sterminato dove domina la foresta pluviale equatoriale, una associazione caotica di specie vegetali disposte a più strati. I portoghesi, intuendo le potenzialità dell'intricata selva che gli Spagnoli di fatto non avevano ancora occupato, nel 1616 risalirono lungo il Rio delle Amazzoni violando il famoso Trattato di Tordesillas del 1494 con il quale il Papa Alessandro VI aveva definito le aree di espansione di Spagna e Portogallo. La conquista portoghese si consolidò nel secolo successivo ed a partire dal XVIII secolo le immense risorse della foresta iniziarono ad essere depredate: piante medicinali, vaniglia, cacao, hevea brasiliensis (albero della gomma), legname, oro.

Agli inizi del 1700 si calcola che la foresta fosse abitata da oltre sette milioni di indigeni distinti in 2.000 tribu, i quali vennero decimati dai lavoro forzati ai quali vennero costretti e dalle malattie contratte dagli europei. Oggi non raggiungono il milione, vivono in riserve sempre più marginali e non condividono i benefici e le ricchezze che derivano dalle risorse della foresta. Le caratteristiche del clima e del suolo della regione amazzonica, poco propizia alla conservazione di materiali, non ci hanno lasciato molti vestigi sulla vita dei popoli pre-colombiani. Lo studio dei villaggi archeologici scoperti sin qui, indica che questi popoli malgrado non abbiano raggiunto il livello di sviluppo sociale degli Incas, non possono essere considerati primitivi.

A partire dagli anni Cinquanta, i governi della regione hanno intrapreso vasti programmi per sfruttare le risorse forestali, agro-zootecniche e minerarie dell'Amazzonia. Nonostante gli oltre 27.000 km di fiumi navigabili, sono stati finanziati progetti miliardari per realizzare una rete stradale di 17.000 km che collega le principali città della regione: Manaus, Belém, Santarém. La sola linea Transamazzonica taglia la foresta da est ad ovest per oltre 2.200 km. A queste si aggiungono 1.400 km di ferrovie e 41 aereoporti. Le infrastrutture di trasporto hanno costituito un volano che ha attratto investimenti privati americani, europei, giapponesi e nella foresta numerose società internazionali hanno occupato e disboscato vaste superfici. Si calcola che tra il 1965 ed il 1994 siano state deforestati oltre 800.000 kmq (una superficie pari a quasi tre volte quella dell'Italia) mentre la realizzazione di immensi laghi artificiali per la produzione di energia idroelettrica abbia condannato all'innondazione il 12% dell'intera Amazzonia.

Il Rio delle Amazzoni registra alcuni record mondiali: possiede il bacino idrografico più grande del mondo grazie ad oltre 1000 affluenti principali, registra la massima portata media, pari a 176.000 m3 al secondo, la massima lunghezza misurata sull'asse Amazonas-Solimoes-Ucayali, pari a 6.762 km ( è quindi 91 km più lungo del Nilo). Il suo bacino si divide tra 7 stati dell'America latina ed è abitato da oltre 20 milioni di individui; contiene oltre la metà delle specie animali e vegetali esistenti sulla terra nonostante occupi solo il 7% delle terre emerse.