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Intervista alla Docente di Filosofia Morale e Politica presso la Universidad Autónoma de Madrid, la Professoressa Ma. Purificación Sánchez Zamorano
Intervistatore: Cara Professoressa Sánchez, Lei insegna Filosofia Morale e Politica: quali sono i suoi autori di riferimento costante nei suoi studi e nelle sue ricerche? E quali sono gli autori che Lei consiglia o ritiene centrali in relazione alla discussione morale e politica odierna?
Respuesta: Gli autori di riferimento nelle mie ricerche, e che considero importanti nelle discussioni moderne (alcuni dei quali, come oggetto di critca): John Rawls, Ronald Dworkin, B. Barry, Thomas Pogge, Charles Beitz, Abdullahi A. An-Naím, Richard Rorty, Antonio Cassese, Norberto Bobbio, Louis Henkin, Charles Taylor, M. Walzer, Stanley Payne, G.A. Cohen, M. Nussbaum, A. Sen, Gregorio Peces Barba, Elías Díaz, Enrique López Castellón, Fernando Savater…, e molti altri.
E: Lei si è sempre interessata ai diritti umani e ha dedicato a questo argomento alcune pubblicazioni. Qual è la sua opinione relativamente ai risultati ottenuti dal progresso nel campo biotecnologico? Lei pensa che tale progresso possa dare origine più a benefici o a pericoli per l'umanità?
R: Non sono specialista nel campo della biotecnologia, né in quello della bioetica (i professori Sádaba Garay y Velázquez Jordana di questa Università, la UAM, lo sono). Tuttavia, come cittadina, posso dirle che il progresso biotecnologico podrebbe avere risultati positivi qualora, tra le molte altre cose, i diversi Comitati di Bioetica di ciascun Paese fossero: indipendenti dall'amministrazione statale e dagli interessi di mercato, PLURALISTICI nella loro costituzione e nel loro funzionamento, e vie di mediazione tra la società e l'esecutivo.
E: Oltre ai rischi nascosti nella tecnoscienza, come vede Lei i diritti umani in relazione alla politica attuale? Anche la politica può nascondere alcuni rischi per l'autonomia e per il futuro degli uomini? Qual è il suo pensiero a proposito del futuro della relazione tra democrazia e libertà così come è delineata dalla politica di oggi?
R: La sua domanda è "complessa". Per esempio, non so a cosa Lei si riferisce ESATTAMENTE con "i rischi della tecnoscienza" o "la politica di oggi". Se si riferisce ad una scienza controllata dagli interessi delle multinazionali o da altri interessi di "parrocchia", alla politica dei signori Bush e Aznar (e Saddam Hussein, Castro, o altri tiranni simili nei cinque continenti), allora vedo MOLTO MALE la scienza e la politica "di oggi" e, a fortiori, la sua relazione con la libertà, la democrazia e i diritti dell'uomo.
È da un po' di tempo che diciamo che "la politica stabilita" soffre di un deficit di legittimità; sempre ogni volta di più lontana dai problemi quotidiani e dagli ideali della cittadinanza (un esempio evidente è la posizione dell'esecutivo spagnolo nei confronti della massiccia opposizione della popolazione spagnola alla guerra contro l'Iraq...). È chiaro che le alternative alla politica "normale" che si scorgono sono, in alcuni casi, tuttavia peggiori: il controllo di interi stati da parte di mafie particolariste di qualsiasi tipo, la minaccia di un terrorismo trans-nazionale, il sorgere di "imperi" antagonisti a quello americano (in politica estera) e con intenzioni perfino peggiori, ecc. Tutto ciò è pauroso.
E: Parlando di politica e del futuro dei diritti umani, come vede Lei, che è una donna, lo spazio che le donne avranno nella società? Come giudica Lei ciò che esse, ciò che voi avete ottenuto già? Si può davvero parlare di conquiste?
R: Resta molto da fare. Per esempio, in Spagna, continuiamo a lottare contro il problema della violenza domestica (che per numero di vittime mortali all'anno supera, ed in crescendo, il problema del terrorismo). Resta molto da fare anche in tutto ciò che riguarda l'espansione dei servizi pubblici per la "cura" dei bambini, degli anziani e dei malati (lavoro di assistenza che, quasi sempre, ricade sulle donne); e in ciò che concernce l'uguaglianza "in casa" (cioè, che uomini e donne condividano, realmente, l'educazione dei figli e le faccende domestiche).
Credo che si possa parlare di conquiste importanti; la donna mediterranea di oggi ha più diritti e più attributi della donna mediterranea di una o due generazioni fa. Però, in generale, — e sono una donna di 40 anni — credo che sia difficile per molti uomini prendere sul serio il fatto che le donne sono UGUALI a loro.
E: Torniamo un momento al tema della democrazia e della libertà: negli ultimi anni si è molto parlato di Unione Europea e della sua espansione verso altri Paesi. Tocqueville diceva che l'umanità cammina inarrestabilmente verso la democrazia, che egli considerava come unica via per realizzare l'uguaglianza degli uomini; però il suo problema era di comprendere quali conseguenze potessero derivare dall'uguaglianza per la libertà. Io le domando: cosa pensa Lei di questa relazione? L'uguaglianza che la politica sembra voler espandere a tutti gli uomini, non è, piuttosto, una sorta di omologazione, sulla quale la globalizzazione si consolida? Questo tipo di uguaglianza — di fatto una omologazione — è garanzia di libertà?
R: Io prendo molto sul serio ciò che Rousseau, Kelsen, Berlin, Macpherson, Bobbio, Dworkin (e altri al giorno d'oggi) hanno chiamato libertà come "cooperazione nello sviluppo della legge e dell'ordine sociale". Se questo è l'ideale della democrazia (che deve essere compatibile con tutti gli altri diritti fondamentali), in realtà la pratica si discosta parecchio. Le maggioranze-"assenteiste" nei parlamenti, le agende politiche già prestabilite, la burla del procedimento parlamentare ecc. ecc. ecc., non facilitano che le posizioni pluraliste del popolo o le sue preoccupazioni più importanti si riflettano nelle leggi e nelle politiche.
Credo che la soluzione sia rendere più reali o sostantivi i nostri diritti POLITICI in senso stretto, i quali proteggono l'ideale della democrazia; migliorare la democrazia parlamentare. Su questo ci sarebbe molto da dire.
E: Guardando al problema della relazione tra universalità e individualità, in "Aut-Aut" Kierkegaard afferma che «il segreto che sta nella coscienza, [...] il segreto che la vita individuale ha in se stessa, [è] di essere ad un tempo individuale e universale, sebbene non immediatamente come tale, ma secondo la sua possibilità», dal momento che «l'universale può effettivamente esistere benissimo con e nell'individuale senza divorarlo». Da un punto di vista etico, si podrebbe dire che, socondo il filosofo italiano Piovani, «il compito che si propone un individuo etico é di trasformarsi in un individuo universale»?
R: Se tutto ciò vuol dire che l'essere umano deve prendersi sul serio per TUTTO ciò che concerne il pianeta Terra e ciò che lo abita... IL SUO FOCOLARE, sì. Però, in questo senso, vi sono moltissimi ostacoli e moltissimo da fare.
E: Il Prof. Mordacci (intervistato da noi) afferma che il futuro della filosofia rischia di essere compromesso se non si attua una innovazione nei piani di studio e una connessione disciplinaria proficua tra filosofia e scienze biomediche e psicologiche. Qual è la sua opinione? E come vede Lei il futuro della ricerca umanistica nel suo Paese e in relazione a quella nelle altre nazioni?
R: Il ruolo della filosofia, e delle scienze umane in generale, nel mondo di oggi è molto piccolo; la sua funzione resta ristretta al mondo accademico, quasi esclusivamente.
In Spagna, le scienze umane hanno anche perso molto valore negli ultimi anni, cominciando dall'istruzione media. È pacifico che sarebbe necessaria una discussione pubblica sui curricula e maggior interdisciplinarietà tra scienze esatte e scienze umane.
E: Lei è d'accordo con l'affermazione di Piovani, secondo cui «la mancanza di valore è nell'indifferenza, non nella differenziazione, combattiva e non. Se l'altro vive secondo valori differenti dai miei, questo non significa che non c'è alcun valore, significa che ci sono più valori». Il vero caos morale starebbe, quindi, non nella pluralità dei valori, bensì nel vuoto assiologico, nell'anomia?
R: Sì, sono sostanzialmente d'accordo; credo che il pluralismo di valori, non il monismo, sia raccomandabile (Isaiah Berlin, un'altra volta). Però… ci sono valori "differenti" che, realmente, NON POSSIAMO PRENDERE SUL SERIO. Come dice il "cinico" di Richard Rorty, molta di questa "differenza" si manifesta, semplicemente, nella forza e nel potere (dell'esercito, della polizia, o delle mafie qualsiasi).
E: Carissima professoressa, nel ringraziarla per la sua cortesia e per la sua disponibilità, la invitiamo per un possibile e interessante incontro qui in Italia. Speriamo che Lei possa cogliere l'occasione per godere della nostra disponibilità un giorno.
R: L'Italia é un Paese bellissimo e si ha sempre voglia di farvi un salto. Grazie a Loro.
La Professoressa Ma. Purificación Sánchez Zamorano insegna Filosofia Morale e Politica alla Universidad Autónoma de Madrid
A cura di : Massimo Vittorio
14/03/03 |
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