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NUMERO MONOTEMATICO SULL'ARTE

Marzo 1998

L'ARTE IN REDAZIONE

Con questo numero inizia la nuova serie della pubblicazioni monotematiche di ART21. Come preannunciato nel numero scorso l'argomento toccato in questo giornale è l'ARTE. La scelta di questo argomento non è stata casuale, ma scaturita da incontri/"scontri" sulle diverse opinioni che alcune individualità all'interno dell'Unione Anarchica hanno. Come linea editoriale, per un miglior approfondimento e per stimolare il dibattito, abbiamo deciso di accettare e non censurare, come in passato, ogni tipo di contributo, sia grafico o scritto, anche se, in alcuni casi, non rispecchiavano le nostre idee. Come gruppo libertario l'Erba abbiamo sempre considerato l'arte come la più alta e libera espressione dell'individuo; siamo quindi contrari all'attuale spettacolarizzazione e commercializzazione in musei, sfilate di alta moda, quadri di milioni di dollari, le Spice Girls, .............. ( da completare a vostro piacimento). Per questo primo numero , nonostante l'argomento ostico, ci aspettavamo una maggiore partecipazione che speriamo più copiosa a partire dalle prossime uscite. Cogliamo l'occasione per ringraziare chi, in qualche modo, ha collaborato per la riuscita di questo numero: Picasso (Poca pisa tanto casso), Claudio di Catanzaro, Lele, Fronte Anarchico, Doriano e la Centrale dell'Arte. Ricordiamo che i prossimi numeri usciranno ( deragliamenti o collisioni con aerei militari che volano a bassa quota a parte) a maggio, settembre e dicembre e rispettivamente tratteranno dei moti del 1898, gli zingari e di un canzoniere punk. Auguriamo una buona visione e una buona lettura.

La redazione


L'URLO DIPINTO

Il seguente articolo è una traduzione tratta da UP THEY RISE, che raccoglie i lavori grafici di Jamie Reid. E' stato lui che ha curato la grafica dei Sex Pistols, dalle copertine dei dischi alle varie locandine dei concerti. In questo scritto si analizza l'impatto della grafica sul punk, che introduce il tema del plagio delle immagini, che ricorreva incessantemente nei lavori di Jamie, come il citato caso del singolo "God save the Queen" e l'uso di lettere ritagliate da giornali.

Repulsione era la risposta all'ambiente sociale inglese dei lavori grafici di Jamie Reid dei SEX PISTOLS. Il disegno più potente che mostrava meglio la sua inquietudine fu durante le celebrazioni del Giubileo nel 1977, ed era una fotografia della Regina deturpata da una scritta realizzata con lettere ritagliate ed una spilla da balia che le trapassava il labbro riprodotte su poster e la copertina del 45 giri dei SEX PISTOLS "God Save the Queen". Utilizzando lo stile agitprop che aveva perfezionato negli anni precedenti , Reid parlava per e a una generazione che aveva fatto del singolo dei SEX PISTOLS il più venduto nella settimana del Giubileo. La censura delle radio fece scoprire che c'era un' altra Britannia, la cui esistenza veniva formalmente riconosciuta. La copertina era più un grido che un quadro: poteva essere molto grezza ( certamente Artwork violento?), questa riutilizzazione di un prodotto già esistente che poteva essere presa come un modello di ispirazione. Lo era perché rappresentava un messaggio diretto a tanta gente che per anni è stata costretta al silenzio quando tutti volevano soltanto urlare. Jamie non è mai stato sicuro di sè. Catalizzatore del Punk, McLaren aveva già dato molte delle risposte quando ha chiesto a Reid la sua collaborazione : "quello che ho avuto bisogno da Jamie era il suo talento per porre le domande". Il Punk è stato preso seriamente quando gli uomini del marketing e dei mass-media hanno fiutato l'affare musicale, visto la sua grande forza di identificazione, ma Jamie rimaneva continuamente ai margini e in guerra con l'industria discografica. Provocando sconcerto nelle case, nelle scuole e nelle città, l'immagine Punk è esplosa su mille giubbetti di cuoio in migliaia di città diverse, e ha cominciato a divenire uno stile di vita. Quello che dicevano principalmente era," FALLO, VAI AVANTI, DILLO, CHIEDI". E inoltre, "non ci piace quello che ci state facendo, perché ci fanno ingoiare questi rospi nelle nostre gole?" Il lavoro di Jamie Reid ha anche fatto qualcosa d'altro. Ha dimostrato la potenza del disegno dei grafici all'industria della musica e ha aperto la porta a una generazione nuova di disegnatori britannici, i cui scopi erano diversi da Jamie. Hanno usato la libertà creativa dell'industria musicale come una vetrina di lavori emotivamente forti, non mutilati da compromessi sociale. La loro influenza si è diffusa dalla musica alla moda, dai mass-madia fino a condizionare il consumatore. Politicamente, il punk è stato un singhiozzo rivoluzionario nel clima reazionario inglese - ma dieci anni dopo la sua incoronazione la situazione somiglia a qualcosa di già visto e sentito. Gente impaziente attende gli ufficiali della polizia per dire che i loro figli sono impigliati in una trappola di loro creazione. Non vogliono i tossicomani che urlano dalle pagine dei giornali (foto esclusive, pagine centrali) perché i normali cittadini sono vittime spaventate . Ai governi chiedono saggezza e di mantenere la situazione sotto controllo ed i particolari sono tenuti nascosti agli occhi della gente . Il Potere dipende dal controllo delle informazioni . La pressione pubblica per un maggior accesso alla tecnologia si fa più forte, incontrando parecchi ostacoli e sofisticati tentativi di influenzare l'opinione pubblica con l'aiuto di giornalisti e mass-media . Ma noi ci muoviamo in tempo reale ancora una volta e il controllo delle informazioni inevitabilmente sarà eroso. Di nuovo Jamie Reid è alla fine di un tunnel. Ora c'è molta più enfasi nei suoi lavori su tela, e per alcuni dei quali ha lavorato per oltre venti anni. Nel periodo in cui il Punk passava attraverso lo spettro del marketing dalla A alla Z nuovo, Jamie è rimasto a distanza dal mondo commerciale, solamente una breve apparizione con un suo manifesto dal titolo 'Lettera a Brezhnev', collaborando con Frank e Margi Clarke. Egli non è ancora in grado di offrire delle risposte ma la sua espressione spirituale è accordata all'ultima decade del secolo. Negli anni 70 il veicolo erano i SEX PISTOLS e Jamie poteva nascondersi dietro ai suoi disegni. Ma lo slogan che ha concepito per un poster "Ognuno può essere i SEX PISTOLS" ha anche voluto dire per lui che il prossimo lavoro era più di un affermazione delle sue ispirazioni. "Amo di più dipingere," dice. "è come essere completamente nudo. I quadri sono per sempre." Nuovi quadri sono realizzati per Leaving the twenty Century- la sua collaborazione creativa con Margi Clarke che dice "non ho paura di Jamie quando dipinge sporcandosi la faccia mentre mastica i pennelli." I critici d'arte sono stati sempre timorosi di parcheggiare le loro macchine nelle vicinanze delle esposizioni di Jamie ed il mondo dell'arte ha dei problemi a definire quello che è. Da esperti hanno fatto risalire le sue referenze fino a Pollock e Hogarth e le sue credenziali sono di un artista eccellente. Ma le domande che Jamie Reid pone riguardano il potere dell'uomo e la dipendenza dei mezzi di comunicazione di massa nel mondo tecnologico. Tutto può essere copiato e cambiarne il contenuto; qualcuno può avere accesso ed entrare. L'arte "reale" ha seguito il potere delle chiese, delle corti, dei saloni delle gallerie . Domani sarà anche nei supermercati e in milioni di case, dando un linguaggio umano a quelli che hanno il potere nelle loro mani. Jamie ha speso sei mesi per compilare questo libro che dice "contiene tutte le immagini importanti con le quali sono cresciuto in venticinque anni." E diventato immersione in un altro progetto per lui perché chiude un capitolo del suo passato e cerca una via per il futuro.

(Traduzione a cura di Marco)


La Follia dei Creativi

L'arte figurata, come ogni espressione ha un suo linguaggio, e tante volte non riusciamo a comprendere il valore o la pochezza di un'opera d'arte solo perché nessuno ci ha detto niente. E come spesso succede è la nostra esperienza che vale più di tante lezioni.

Il mio primo approccio verso la conoscenza dell'arte è pressoché simile a parecchie persone. Già da piccoli, alle scuole elementari e medie si studia l'arte antica delle grandi civiltà antecedenti alla nostra: quella greca, con i suoi capitelli romanici ( i miei preferiti perché semplici da disegnare) ed ellenici, più raffinati ed in certo senso, più artistici; quella etrusca con i suoi cocci che una volta erano dei vasi o delle bare, che non mi hanno affatto entusiasmato, eccetto le rare gite ai musei, almeno non si era rinchiusi in un aula a sentire le lezioni; ed infine l'arte romana, con i suoi monumenti, belli esteticamente ma che odorano del sangue di tanti morti, di tante guerre. Poi c'erano le ore di disegno, e lì giù tutti i pittori italiani, Giotto, Leonardo e il rinascimento (il nuovo miracolo italiano), gli impressionisti, lo studio della prospettiva, il cubismo, De Chirico. E ogni volta un nuovo disegno da incominciare, io che con matite e pennelli sono sempre stato una frana, e da terminare al più presto per evitare questa tortura.

Poi, terminata la scuola per diversi anni non mi interesso più a questo argomento, preso da altri interessi e da altre vicende. Forse ogni tanto mi capita di leggere qualcosa sulla mail art, l'idea di una rete che lega persone di paesi lontani con la posta, ma non trovo le motivazioni per partecipare con dei lavori, anche perché la mia inventiva non è molto spiccata verso la creazione e la composizione artistica. In uno dei miei tanti girovagare senza fine alla ricerca di un modo per riempire il contenitore della vita, un venerdì sera capito in un rinomato locale dove fanno dei concerti gratuiti. Il concerto non inizia subito, sono fuori dal locale e la mia attenzione è attirata da una freccia che indica Sala Mostre Aperta. Mi dirigo verso le scale ed entro in una stanza bianca, alle pareti ci sono diversi quadri, è una piccola galleria, guardo queste figure, a volte sono ritratti di persone, a volte sono paesaggi deturpati, non mancano accozzaglie di colori senza senso, eseguite da perfetti sconosciuti. Non tutti i lavori mi piacciono, qualcuno addirittura lo trovo volgare, ma basta spostarsi di pochi passi per trovare un collage fatto di colori e di immagini che stimolano i miei pensieri. Un'arte così non l'avevo mai vista, a scuola mi hanno solo insegnato i romani, i greci, i grandi quadri che costano miliardi. Ci ritorno spesso volentieri in quella sala, prima di sentire un po' di rumore, ed ogni volta mi piace sempre immaginare di potermi sedere al tavolo ed iniziare fare qualcuno di questi lavori, senza per altro riuscirci.

Qualche anno più tardi c'è una mostra del Teomuseo. Ne avevo sentito parlare di questo gruppo di amici che coniugano il piacere di creare ed esporre un'opera all'aspetto goliardico e gioioso della vita. Quando entro vedo una fila di bottiglie piene di vari generi (vino, birra, acqua ..). Le persone che entrano dapprima guardano con stupore, non le toccano, ma appena il primo stappa la bottiglia di vino è un lento peregrinare verso la composizione, usarla e creare una nuova installazione di bottiglie vuote ( ho contato 5 bottiglie una sopra l'altra per tutta la sera). Questo è un buon esempio della funzione dell'arte, che può interagire con chi la vede e che ricrea a suo piacimento.

Seguo sempre con più interesse questo tipo d'arte fatto con le installazioni e a volte capitano dei piacevoli incontri. Una cosa che mi chiedo, e non solo io, è il fatto che ogni cosa esposta abbia un senso oppure no, se può essere considerata arte solo per il semplice fatto di essere esposta al pubblico. Vedo un quadro nero con tante schede telefoniche usate ed incollate in modo maniacale sulla tela. Certo non tutti lo possono considerare un'opera di grande valore, ma c'è chi pensa che quella non dovrebbe stare lì insieme ad altri quadri. Chiedo spiegazioni e ottengo una risposta molto vaga che lascia molti dubbi: ognuno in quel quadro, o in altri quadri, ci trova quello che vuole, lasciando spazio all'immaginazione e alla sua sensibilità. Nei ritratti e nei paesaggi, il pittore ha bene in mente cosa vuole comunicare, chi guarda il quadro ci trova la persona, ma è come imprigionato dalla visione dell'autore, mentre in quadro astratto ci troviamo di fronte a qualcosa di non chiaro, di nebuloso e sta solo a noi dare l'interpretazione che più ci aggrada. Resto ancora di più spiazzato se paragono questo concetto anche ad altri campi: nella musica ci sono suoni ben precisi, nella letteratura ci sono le parole, nel disegno ci sono i colori e fino ad ora tutto mi sembrava quadrare. Pensandoci bene, anche la musica ha preso questa strada, con il suo linguaggio come la musica sperimentale oppure con John Cage che registra un brano di silenzio. Anche la letteratura, soprattutto nella poesia, ha detto basta alle chiare, fresche dolci acque ma ha adottato periodi spesso incomprensibili e senza nessuna connessione logica.

Una questione che non mi sono mai posto è il perché uno inizia ad usare i pennelli e le mani per creare e comunicare qualche sensazione ad altri. A scuola ti insegnano determinate tecniche, uno vuol mostrare agli altri di cosa è capace, un altro è creativo per sua natura. Il bisogno di esprimere quello che si ha dentro può realizzarsi in tanti modi: è il percorso delle varie esperienze che facciamo che ti portano a scegliere secondo quello che provi in un momento, un metodo espressivo piuttosto che un altro. Tanti ragazzi iniziano a ritrovarsi in una cantina con quattro strumenti e iniziano a fare musica, altri, come noi, si ritrovano per fare un giornale e tentare di parlare di certi argomenti, altri trovano nella pittura un loro metodo per esprimere quello che hanno dentro, e non importa qualunque sia il risultato.

Spero che questi pochi appunti, frutto di tante discussioni, servano per far crollare i tanti pregiudizi attorno all'idea che l'arte è fatta solo da artisti. Tutti, in misura più o meno evidente lo siamo, sia con il pennello sia dietro i fornelli da cucina, ma lascio aperto il dibattito aspettando i vostri interventi.

Marte


DOUG MINKLER

Arte per cambiare

I miei poster sono una forma di autodifesa contro l'ineguaglianza, la povertà e la violenza con la quale siamo costretti a subire. Le bugie, lo spreco, l'odio questi sono i miei nemici. La mia motivazione per fare dell'arte è uguale a quella di un organizzatore dell'unione. La maggior parte di noi sa, anche se pensa liberamente, che la cosa più difficile da accettare è quella di essere ingannati o manipolati. Le multinazionali e le loro università vogliono l'ingegno per glorificare le loro guerre, i loro prodotti, e le loro filosofie. Mi definisco un reclutatore che propone invece della ricchezza, integrità; invece di prestigio, comunità; ed invece di sicurezza, continua ricerca. Non faccio questo per il desiderio di salvare qualcuno dall'inferno eterno dalla servitù sociale, ma per la mia stessa conservazione. Se la nostra società glorifica violenza, ottengo botte. Se ignora inquinamento, ottengo malattia. E se fa la guerra nucleare, io muoio.

Tutti dei lavori vedono su queste pagine sono formato A4 . Ciascuna stampa è disponibile presso: Doug Minkler 1816 Via Addison Berkeley, CA. 94703.

SHAREART: La logica dello shareware applicata all'arte

http://www.dada.it/stranet/town/arte/freeart/tozzi/shareart/licenza.htm i) Si diffida chiunque dall'esporre o vendere il presente testo, nella sua forma integrale o nelle sue singole parti ("Licenza d'uso", "istruzioni/software", o altro) come oggetto d'arte.


PICCOLO MANIFESTO DELL'ANTIARTE UMANA

IMPARA L'ARTE E METTILA DA PARTE, SENZA ARTE NE PARTE , L'ARTE DI ARRANGIARSI, L'ARTE DEL TRUFFARE L'ARTE ....!!!

Molti amano l'arte. Molti odorano i quadri dei grandi pittori e per essi vanno in visibilio, altri si ritrovano in teatri o salotti più o meno perbene e passano ore a sentire il poeta dalla evve moscia di turno, la stragrande Maggioranza esalta le grandi opere architettoniche, come il duomo di Milano, le piramidi e altro ancora. Tutti insieme gruppo di frustrati piange perché l'ultimo terremoto ha distrutto la basilica si San Francesco con le sue opere d'arte.

Io invece grido viva il terremoto, dovrebbe distruggere tutte le opere d'arte, le false opere d'arte, quelle che rappresentano la sottomissione come i quadri di ispirazione cattolica, le chiese, come le Piramidi, che oggi ammirate e che sono costate la vita di decine di migliaia di schiavi, come siete voi. Voi che vi rinchiudete nei teatri e vi fate pippe mentali sentendo Sthreler, Fo, o qualche altro magnaccio che con parafrasi più o meno politici vi cucca le dieci o le cinquantamila per il biglietto. Voi che per caso leggete queste righe, o voi magari che vi sentite anarchici, o voi che vi sentite ribelli, siete i primi che puntereste il dito contro chi distruggerebbe La Venere di Milo, o desse fuoco a qualche abitata da qualche Benestante, e tutta affrescata di dipinti retorici e antirivoluzionari inneggianti a chissà quale eroe o santo.

L'arte non esiste, tutto quello che fa l'uomo è commercio, tutto è commercio.

L'arte è natura, l'arte è la vita animale, l'arte sono le foreste i laghi, i cicloni, i maremoti, i terremoti. L'arte è tutto quello che sfugge al controllo e alla manipolazione della razza umana. L'unica arte umana è la morte che ci rende concimi per i campi.

Picasso Poca pisa tanto casso


ARTE-COMMERCIO-SPETTACOLO -INDUSTRIA

E si, oggi queste 4 parole vengono spesso confuse fra loro; chi vuole questa confusione? Beh, penso chi ha dei grossi vantaggi economici, appunto l'industria, le multinazionali e la cosiddetta S.I.A.E.. Infatti molti cosiddetti "artisti" che più che esprimersi pensano ad arricchire il loro conto in banca, fanno pubblicità demenziali contro la pirateria e a favore della S.I.A.E. che è quella che si impossessa del diritto di multarti se suoni, se fai spettacoli, se ti esprimi liberamente. Torniamo sul significato della parola Arte. Io credo che essa deve essere intesa non come spettacolo ( Picasso, Litfiba, Pink Floyd) ma al contrario deve essere intesa come libera espressione individuale e disincantata, disinteressata spontaneità creativa,e che quindi l'arte in sé costituisce uno dei momenti più alti e espressivi della vita umana, ed inoltre può rappresentare un pericolo per questa società ogni giorno più autoritaria e repressiva. Infatti è questa stessa società che tenta ogni momento della vita quotidiana, di far passare nella testa della gente che Arte e spettacolo sono la stessa cosa e che il commercio aiuta l'arte ... sì a diventare spettacolo .. ad arricchire qualche industriale. Penso quindi che le individualità anarchiche debbano battersi perché la parola Arte non venga mai confusa con spettacolo, col commercio ed inoltre che non si formi alcuna industria sull'arte o meglio ancora dove c'è industria non c'è arte; quindi Litfiba è Merda (in senso artistico), Manzoni è Merda (in senso poetico), ma l'arte che colpa ne ha. Se io dovessi scrivere un testo di una canzone che esprime i miei sentimenti, la mia rabbia e dovrei poi pubblicarla su questa o su altre riviste (sempre autoprodotte) non c'è commercio, quindi non c'è spettacolo, quindi la mia è libera espressione disincantata, quindi è Arte. Ma l'Arte è merda? Per me assolutamente no, al limite la merda può essere Arte se fatta con le lacrime agli occhi. Spero di essere riuscito ad esprimermi abbastanza chiaramente, lo so che è confuso, ma sono anch'io abbastanza confuso riguardo codesto discorso, spero di approfondirlo con qualcuno che la vede diversamente.

Ciao Ciao

Galbusera Vittoriano


SPAZIOPOESIA

Sono mancato

Di concreto c'è
che le sue fette di colori
mi hanno schivato
assiduamente
credo in un ritorno
che un che
non importa.
Giorno
e un po' di più
in cui la gioia è un po' di me.
Cosa seguita
un noioso sembra noioso
cosa si ferma un attivo
non annoiato
che dice al noioso
che più di un giorno
non si vive.
Forse non serve complimentarsi
di essere ritornato,
di essere nel giorno
col numero
che un che
senza una figlia
che si chiama Enza
sta ritornando.


A volte mia?

L'usanza di correggere di una foresta la foglia sai di chi è?

A volte sua?

L'usanza di correggere di una foglia la foresta sai di chi è? E sarà?


Io vedi

Quello che mi hanno detto
sfrontato all'esaltazione
di più di cento fanatici
di più di cento spaventati
di più di cento assorti
mi passano davanti

Poi
se le loro precise vene
una diramazione
di confusione corretti
e velocipedi
con le loro sorti
un inizio ed un lancio
un primo discorso
una prima scoperta
per gli esperti di chi
non conosco più.


ANNUNCI
ANARCHIA Mensile del C.S.A. Torricelli Una copia £. 2000 Amministrazione e redazione Iori Maurizio Via M. Saponaro 6, 20142 Milano Internet: http://www.geocities.com/CapitolHill/8584/anarchia.html

ART21 GIORNALE SINUSOIDALE ARRETRATI DISPONIBILI N°8 - N° 7 - N°6 - N°5 Per richieste: Art21 Via S.Carlo 23 23880 Casatenovo LC £ 2000 a numero Indirizzo internet: https://www.angelfire.com/ma/art21/

Bilancio

Entrate: Vendita copie £ 40000 Sottoscrizioni: Cristian £ 1000 / Giovanni £ 3000 / Walter £ 1000 Attivo : £ 45000

Uscite: Stampa n°8 (200 copie) £ 100000

Totale: -55000 £

Il bilancio è partito dal n° 8 e non tiene conto di eventuali scambi con altre riviste e/o autoproduzioni