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CAPITOLO 1

Era una mattina come tante altre a casa Richardson dove ci si stava preparando per andare a scuola , all’università o al lavoro .

-- AJ Sarah , muovetevi !!! -- Kristin

-- Ecco , arriverò di nuovo tardi -- Brian

-- Brian manca ancora un’ora , non ti preoccupare -- Kevin

-- E se io avessi qualcosa da fare prima di entrare in classe ? -- Brian

-- Per esempio cosa ? -- Leighanne

-- Questo non è importante ! Il fatto è che sono stufo di fare da autista a quei due . Non possono andare in Autobus come tutti gli altri studenti della loro età ? Perché non posso avere una vita mia ? -- Brian

-- Brian ma cosa ti prende ? Loro non sono come tutti gli altri : sono i tuoi fratelli minori e tu hai il dovere di occuparti di loro--Kevin

Non era da Brian lamentarsi in quel modo .

-- Brian , stai bene ? -- Kristin

-- Vado a tirare fuori la macchina -- Brian

-- cosa gli sta succedendo ? -- Kristin

-- Credo non si senta molto bene : ieri l’ho trovato addormentato dentro la vasca da bagno -- Kevin

-- Cosa faccio ? Mi vesto e li accompagno io ? -- Leighanne

-- No , abbiamo promesso di non stargli sempre dietro : Brian ha giurato di dirmelo se avesse bisogno di aiuto . E poi non metterebbe mai a repentaglio la vita di AJ e Sarah -- Kevin

Si sentì suonare insistentemente il clacson .

-- Sarah, AJ, scendete immediatamente !!! -- Kristin

I gemelli si presentarono sulla porta della cucina ridendo come al solito tra loro . Il rapporto tra i due era strettissimo e nessuno conosceva i segreti che custodivano insieme . Questo preoccupava non poco gli altri fratelli ma allo stesso tempo ne comprendevano la ragione poiché essere i più piccoli e crescere senza madre per loro doveva esser stato ancora più difficile . A dire il vero a volte godevano di eccessiva benevolenza e comprensione poiché gli era concesso praticamente tutto e ogni tanto era doveroso richiamarli all’ordine per non correre il rischio di perderne il controllo .

-- AJ , siete in ritardo . Brian vi ha chiamato 15 minuti fa -- Kevin

-- Spiacente ma non eravamo pronti. -- AJ

-- non siete mai pronti , in nessun caso , e questo non è corretto nei confronti di chi vi fa la cortesi di accompagnarvi --Kristin

-- Lasciateci andare da soli , ve l’ho detto miriadi di volte -- AJ

-- Da soli non ci andate , discorso chiuso -- Leighanne

-- Benone , allora saremo pronti quando ci tirerà a noi … discorso chiuso -- AJ

Proprio mentre i due gemelli si accingevano ad uscire dalla porta di casa Kevin balzò in piedi e afferrò AJ per un braccio e piantò la faccia a due centimetri da quella del fratello minore .

-- Ora ascoltami bene Alex perché sarà il primo ed ultimo avvertimento : Brian non sta bene e nel caso il tuo comportamento lo facesse stare peggio dovrai vedertela con me . Sono stato chiaro ? -- Kevin

AJ sorrise come se la cosa non lo toccasse minimamente ma in realtà dentro di sé stava tremando poiché primo con Kevin seriamente arrabbiato era meglio non avere a che fare e secondo perché non c’era nulla di più terribile che vedere il proprio fratello star male . In passato Brian era andato a finire anche in ospedale a causa dei suoi problemi di cuore ed AJ ne era rimasto seriamente colpito : sapeva che non avrebbe potuto vivere senza suo fratello .

-- Avanti , andate adesso -- Kristin

I due uscirono ma dopo qualche secondo si sentì bussare alla porta

-- Cosa diamine avete dimenticato ? -- Kevin

Kevin riaprì la porta ma invece dei gemelli si trovò di fronte un poliziotto ed una signora di mezza età con un tesserino in mano .

-- Il signor Richardson ? Kevin Richardson ? -- Signora Raves

-- si sono io -- Kevin

-- Ci scusi per l’orario. Io sono l’agente Boskin e questa è la signora Raves dei servizi sociali . -- Agente Boskin

Al sentire le parole " servizi sociali " Kristin e Leighanne si precipitarono alla porta. Avevano avuto a che fare con loro durante le pratiche per l’adozione dei loro fratelli minorenni alla morte del padre e non era stata un’esperienza piacevole : visite di controllo improvvise , domande a ripetizione , la sensazione di essere continuamente sotto esame e che al primo errore avrebbero perso i loro fratellini .

-- Qual è il problema ? -- Leighanne

-- voi due siete Kristin e Leighanne Richardson ? – Signora Raves

-- Sì , siamo noi -- Kristin

-- Abbiamo bisogno di parlare con voi tre a proposito di vostra madre -- Signora Raves

-- Nostra madre ? Noi non la vediamo da più di dodici anni, non abbiamo nemmeno idea di dove sia o di cosa faccia --Kevin

-- Purtroppo noi sì invece , ed è per questo che siamo qui : vostra madre è morta -- Signora Raves

 

CAPITOLO 2

Kevin, Kristin e Leigh si erano accomodati in salotto con l’agente di polizia e la signora dei servizi sociali mentre Howie si era sistemato in cucina per ascoltare la conversazione senza intralciare.

-- Quando è morta? -- Kristin

-- 10 giorni fa, a Londra -- Signora Raves

-- 10 giorni fa ? -- Kevin

-- Si, mi dispiace ma non riuscivamo a trovare i parenti della signora poiché a Londra usava il suo cognome da nubile e non vi era alcun collegamento con voi. Avevamo solo quei tre nomi sulla busta della lettera e nient’altro: è per questo che ci abbiamo messo così tanto tempo a rintracciarvi. -- SIGNORA RAVES

-- Nomi sulla busta? Quale busta? -- Kevin

-- Vostra madre ha lasciato una lettere indirizzata a voi … l’aveva con sé quando è

morta -- Signora Raves

-- Mio Dio, mamma sapeva che doveva morire? Era malata? -- Kristin

I tre fratelli si sentirono gelare il sangue nelle vene al solo pensiero della madre malata, completamente sola.

-- No. Vostra madre … mi dispiace … si è suicidata. -- Signora Raves

Spalancarono gli occhi increduli all’udire la parola "suicidio": quale enorme sofferenza doveva aver provato una donna come loro madre per arrivare a tanto?

-- Mi dispiace davvero darvi una notizia simile. Vostra madre si è gettata dal tetto di un ospedale di Londra. -- Signora Raves

-- Un ospedale? -- Leigh

-- Sì, l’ospedale in cui era ricoverato suo figlio. -- Signora Raves

-- Figlio? Quale figlio? Mamma si è risposata a Londra? -- Kevin

-- Forse è meglio che leggiate questa: è la lettera indirizzata a voi che aveva nella borsa quando si è gettata. – Signora Raves

Kevin afferrò la busta tremante. Stavano accadendo troppe cose, tutte troppo in fretta… avevano ritrovato una madre dopo 12 anni per scoprire che era morta… anzi che si era uccisa… e avevano anche un fratellastro…

-- Kevin, aprila -- Leigh

La voce di Leigh lo riportò alla realtà e immediatamente tirò fuori il foglietto bianco piegato in 2 parti e lo allungò a Kristin che incominciò a leggere ad alta voce.

 

"Carissimi Leigh, Kristin e Kevin,

scrivo a voi perché siete i più grandi; ormai sarete degli adulti! Ogni notte provo ad immaginarvi e il cuore mi si spezza al pensiero che non potrò mai più vedere come siete realmente. Se vi è arrivata questa vuol dire che sapete già cosa è successo.

So che adesso siete scioccati, amareggiati, magari anche arrabbiati … e avete ragione ad esserlo, io vi capisco … ma vi prego di leggere queste due fino in fondo perché non posso lasciarvi senza avervi dato almeno un minimo di spiegazione riguardo a cosa è successo 12 anni fa, quando me ne sono andata.

In realtà non c’è molto da dire se non che ho avuto una storia con un altro uomo, una brevissima storia, ma bastò a far crollare il matrimonio con vostro padre. Lui era molto in collera e mi impose di cancellare ogni traccia di quella relazione: se non l’avessi fatto mi avrebbe portato in tribunale e tolto tutto… anche voi. Ovviamente non avrei avuto problemi a fare ciò che se voleva se non ci fosse stato un piccolo particolare: a me di quell’uomo e a quel punto anche di vostro padre non me ne importava nulla ma non potevo far del male ai miei figli … a voi e al bambino che portavo in grembo. E’ per questo che me ne sono andata: vostro padre voleva che uccidessi quel bambino ma è una cosa che non si può chiedere ad una madre, a nessuna madre. Feci i bagagli e partii.

Andai a Londra, affittai un monolocale, trovai un lavoro come cameriera e mi rifeci una vita insieme al bambino. Ma non mi sono dimenticata di voi, mai; i vostri nonni mi hanno sempre tenuta al corrente di tutto che vi accadeva ed ero presente anche al funerale di vostro padre. So che avrei dovuto farmi viva a quel punto ma avevo paura della vostra reazione e che qualcuno pensasse che volessi approfittarmi di voi, o meglio dei vostri soldi. Sapevo che stavate bene e non c’era alcun bisogno di turbare la vostra vita. Io e il piccolo abbiamo vissuto la nostra ma adesso non ce la faccio più. Ho visto il vostro fratellino soffrire molto più del necessario perché io non potevo permettermi le medicine di cui ha bisogno. Non è giusto! Il mio cuore non può più sopportarlo! In questo momento è in ospedale e io sono tornata a casa a prendergli qualcosa da vestire per riportarlo qui perché non lo possono più tenere lì se non pago … e io non ho più soldi … e non posso portarlo così … non lo posso più vedere così!

Lo affido a voi! E’ un ragazzino buono e gentile, un po’ vivace ma è adorabile. Lui non sa nulla di voi ma voi ora sapete di lui: non ignoratelo! Io ho abbandonato voi 12 anni fa e ora abbandono lui. So che non ho il diritto di chiedervi nulla ma voi siete dei ragazzi straordinari, con un gran cuore, e so già quello che farete.

Vi voglio bene.

Vi voglio un mondo di bene.

Date un bacio anche agli altri.

Un bacio bimbi miei

Mamma