CAPITOLO 9
La polizia lo aveva torchiato ma a Kevin non fregava molto. Pensavano che Nick fosse stato picchiato per fuggire in quel modo ma anche di questo a Kevin non fregava nulla. Lunica cosa che importava era che erano ormai passate due ore dal ritrovamento e non solo non gli avevano permesso di vederlo ma non gli avevano nemmeno detto nulla delle condizioni di Nick. Ora sembrava che finalmente il terzo grado fosse finito e come per magia comparve sulla porta della sala dattesa un dottore.
-- Signor Richardson -- Dottore
-- Sono io. Come sta? -- Kevin
-- Bene, stia tranquillo. Ha la febbre e ed è molto raffreddato ma, vista la temperatura che cera fuori, sta bene. Lo stiamo trattando con flebo riscaldate e gli abbiamo avvolto mani e piedi in bende, ma non ci saranno conseguenze. Tuttavia devo aggiungere che è molto scosso. Piange, è intimorito e parla a malapena. Inoltre balbetta è una cosa che fa di norma?--Dottore
-- No, solo quando è molto agitato. Posso vederlo? -- Kevin
-- Si, prego, da questa parte -- Dottore
Cera un piccolo oblò sulla porta e Kevin si fermò qualche secondo a sbirciare. Non sapeva esattamente perché, ma aveva quasi paura ad entrare: aveva ferito profondamente Nick con le sue parole e lo aveva portato a rischiare molto. Si sentiva in colpa come non si era mai sentito in vita sua e non sapeva come avrebbe fatto a rimediare. Come poteva cancellare dalla mente di quel ragazzino ciò che aveva detto? Di sicuro sapeva che teneva molto a Nick, lo sapeva anche prima ma nellultima settimana si era accorto di quanto ormai quel biondino fosse entrato così profondamente nella sua vita da non poterne più fare a meno.
Nick era disteso immobile sul letto. Aveva una flebo nel braccio sinistro ed era molto pallido, eccetto il naso che invece era rosso come un peperone. Le mani erano fasciate, ma quello che balzò al cuore di Kevin era che ancora, dopo tutte quelle ore, stava piangendo. Si fece coraggio ed aprì la porta. Nick rimase immobile per qualche secondo ma, appena si accorse della sua presenza, buttò per terra le coperte e con un balzo scomparve dalla vista di Kevin.
-- Nick !!! -- Kevin
Si era infilato sotto al letto e a Kevin venne da ridere.
-- Nicky avanti vieni fuori. Tanto ho visto che sei andato lì sotto.
Avanti -- Kevin
Niente, da sotto il letto nemmeno un rumore.
-- Nick, dai non farmi distendere per terra! -- Kevin
Poichè non succedeva niente, Kevin si sedette comodamente sul letto e decise di aspettare pazientemente.
Dopo mezzora di silenzio assoluto decise di prendere liniziativa e si distese per terra ritrovandosi faccia a faccia con il ragazzino che giaceva raggomitolato sotto il materasso.
-- Mi sento un po stupido qui così: se passa qualcuno ci fa ricoverare tra i
matti. -- Kevin
Nessuna risposta, solo due occhi azzurri gonfi di lacrime che lo fissavano.
-- Vuoi farmela pagare, vero? Sono daccordo, me lo merito quindi ti chiedo scusa così, disteso sul pavimento. Mi dispiace, sul serio, e soprattutto non credo ad una parola di quello che ho detto. Ero solo molto arrabbiato perché hai rovinato la mia roba. Tu mi conosci ormai, lo sai che quando mi arrabbio dico cose che non dovrei dire. -- Kevin
Nick non accennava ancora a muoversi e Kevin iniziò a temere che non sarebbe mai riuscito a ricucire il loro rapporto.
-- Nicky ascolta, non sai quanto sono stato in pena quando sei scomparso, sono venuto a cercarti e se la polizia me lo avesse permesso lo avrei fatto più a lungo: mi sono sentito morire e non so cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa. Io non so molto ma so che queste cose si provano solo nei confronti di chi si ama e io ti voglio bene Nick, ti voglio un mondo di bene. Ormai sei parte della mia vita e mi dispiace per quello che ho detto, mi dispiace per averti fatto del male ma è il mio carattere sono fatto così, ogni tanto mi incavolo talmente tanto che dico e faccio cose che non dovrei fare, ma mi succede e non posso dirti che non succederà più! Ma una cosa posso dirtela però: sei il fratellino che non ho mai avuto e ti voglio bene. -- Kevin
Senza accorgersene Kevin aveva incominciato a piangere, sopraffatto dalle emozioni che quel ragazzino riusciva a suscitare in lui. Si alzò lentamente da terra e si diresse verso la porta quando sentì due braccine aggrapparsi alla sua vita e stringerlo. Il cuore gli iniziò a battere allimpazzata e si girò si scatto sollevando il ragazzino da terra e stringendolo quanto più poteva.
Nick tra le lacrime balbettò qualcosa.
-- Piano, non capisco, calmati -- Kevin
-- T t ti vo vogl glio bene ne an anche io. -- Nick
Kevin baciò il fagotto che aveva in braccio e si sedette sulla poltrona stringendolo al petto: rimasero così fino a che entrambi si addormentarono.