Paolo "Crazy" Carnevale
Donna Bisonte e l'alluvione del Texas/Uhura 1

Uhura Message 1

1997

La donna bisonte guardava il Texas sprofondare nelle acque.
Era tutto così assurdo, ed era accaduto così improvvisamente che nessuno era riusito a farci niente.
Era come se il Golfo del Mexico ed il Rio Grande avessero complottato insieme per inghiottire lo stato della Stella Solitaria.

Paff!!
Un'ondata e via.
Più veloce del Big One.
Più travolgente di un'orda di barbari.
L'onda aveva sommerso il Texas in un sol colpo.
Poi si era ritirata lasciandola sott'acqua.

L'avevo sentito ad un notiziario dagli altoparlanti di una radio nella stazione dei Greyhound di Manassas e quando giunsi a Washington, D.C., in albergo accesi il televisore e seguì tutti i servizi dedicati alla grande ondata.
La donna bisonte l'avevo vista lì.
Imponente, solida a vedersi.
Ben salda a contemplare quell'assurdo spettacolo naturale dalle alture del Kansas, mentre i saguari emergevano dalle acque e le Badlands formavano isolotti in quel nuovo mare così poco profondo che aveva preso il posto del Texas.
Su tutte le stazioni televisive, da qualunque inquadratura, la donna bisonte era lì.
Andai a letto sperando si trattasse solo di uno strano sogno e che al mio risveglio il Texas sarebbe tornato ad essere quello di sempre.
Ma i sogni che feci furono ancora più strani e popolati da donne diverse dalla donna bisonte.
Fu un sollievo svegliarsi quel mattino, anche se il televisore rimasto acceso tutta la notte stava ancora mostrando la donna bisonte, ora svettante sul Colorado a contemplare la tragedia del Texas.
Non ero mai stato in Texas, e mi rimordeva alquanto il pensiero che ora non avrei potuto andarci del tutto.
D'altra parte chi avrebbe potuto prevedere quell'onda?

La porta della mia stanza d'albergo si spalancò ed entrò Melanie Griffith, in tutta la sua abbondante grazia.
Non potrei dire in tutta onestà di averla posseduta, fu piuttosto lei a possedere me.
Fu bellissimo. Anzi di più. Sarebbe stato meglio ancora se ad un certo punto non ci fosse scappato l'occhio sul televisore, un ennesimo notiziario dai cieli del Texas mostrava l'immensa distesa d'acqua, le prime pinne di squalo avevano cominciato ad assieparsi laddove un giorno erano sorte Austin e San Antonio.
E sul Colorado, la donna bisonte aveva cambiato posizione.
Non più eretta e piantata.
Mi aveva colpito quella sua corporatura robusta e sicura, tanto differente dall'espressione che aveva disegnata sul volto, quel volto spaurito e titubante.
Tutti i cronisti parlavano dell'apparizione della donna bisonte.
Nessuno riusciva però a dare una spiegazione a quell'enigmatica presenza.
Fior di esperti stavano spulciando da quasi ventiquattr'ore le leggende indiane in cerca della donna bisonte, in cerca di una risposta a quella presenza inquietante.
Niente donne bisonte e niente profezie sulla scomparsa del Texas.

La donna bisonte si era ora seduta, ma non per riposare.
Era difficile interpretarla.
Soprattutto osservandola da un televisore.

Un klakson suonò sotto le finestre della camera.
Melanie guardò giù scostando la tenda: c'era Lyle sotto sulla sua Cadillac Eldorado.
Ci fece cenno di scendere ed andare con lui; Lyle era l'unico texano che conoscessi ed ero contento che si fosse salvato dalla grande onda.
Viaggiammo verso ovest tutto il giorno, dall'autoradio uscivano solamente note delle canzoni cantate da Lyle e di fianco al posto di guida era installato un televisore che continuava a trasmettere immagini in diretta dal fu Texas. Era verso il tramonto quando Lyle accostò la macchina al bordo di strada, si fermò e spense il motore.
Con passo polveroso si diresse verso una cabina telefonica AT&T e chiamò John Chisum.
Non si poteva continuare così, gli disse, era giunto il momento che facesse qualcosa per la Stella Solitaria.
Subito.
Quando tornò alla macchina Melanie ed io gli proponemmo di mettere qualcosa sotto i denti.
Uscemmo dal fast food che fuori era già buio, nel piazzale di un Motel Six poco lontano era stato installato uno schermo gigante da cui una decina di turisti e qualche curioso del luogo stavano seguendo la tragedia texana. Ci aggiungemmo al gruppo. Il sole stava cominciando a calare anche sul Texas e la donna bisonte si stava alzando in piedi.
Ternò eretta.
Con tutte e due le mani si sfilò il copricapo con corna di bisonte e sciolse la folta chioma.
Era davvero imponente.
Il suo viso esprimeva malinconia.
Provai l'istinto di allungare la mano verso lo schermo per accarezzare quel volto preoccupato.
Mi guardai attorno e compresi che altre persone in quella piazzola, compresa Melanie, avevano avuto lo stesso impulso.

Mi piacque quella sensazione.

La donna bisonte si tolse l'ampia gonna mostrando cosce robuste, con una leggerezza impensabile in quella mole.
Poi levò anche la giacca rossa mettendo a nudo due tettine acerbe con tutta l'aria di voler spingere in fuori per crescere ancora.
Invano.

Restò lì a lungo, mentre il sole calava, lasciando che il vento serale dell'ovest accarezzasse il suo corpo così cresciuto e così acerbo al tempo stesso.
Non saprei dire se fosse bella o meno.
Ma sicuramente piaceva a tutti coloro che erano rimasti incollati al video tutte quelle ore come Melanie, Lyle e me.
Per quanto nessuno ne comprendesse il significato.

Lo schermo era tutto per lei ora.
La sua figura si stagliava contro il cielo crepuscolato del West.
Davanti a tale maestà Lyle si levò il capello.
Melanie sputà via il chewin'gum che aveva in bocca e mi levò la sigaretta dalle labbra.
La donna bisonte si gettò nelle acque di quel neonato Mar del Tejas.
Poi i muggiti cominciarono a giungere in lontananza.
Le telecamere delle televisioni che da ore seguivano quell'inspiegabile fenomeno inquadrarono un polverone in arrivo dal Nuovo Messico.
Quando le immagini si fecero più nitide distinguemmo in lontananza delle mandrie di bestiame ed un uomo che sventolava il capello.

È John Chisum, disse Lyle.
E ci sono anche Pecos Bill e Tex aggiunse Melanie.
Nessuno riuscì mai a stabilire quante mandrie avessero radunato per quell'impresa, ma rimase senza dubbio la più colossale impresa da cow boy che la storia ricordi.
Tutte quelle vacche avevano camminato a lungo senza sosta e senza dissetarsi, tanto da trovar ristoro nelle acque di quel nuovo mare.
Continuò a radunarsi bestiame sulle sponde del Tejas e ci vollero alcune settimane prima che lo stato della Stella Solitaria riemergesse del tutto, ma alla fine le vacche e i cow boys l'ebbero vinta.

Decisi di rimanere un po' con Melanie, prima di lasciare che se ne andasse con Lyle, che senza dubbio aveva più fascino di me essendo texano genuino.
Dopo che furono partiti rimasi dalle parti di Austin per cercare la tomba di Townes Van Zandt.

Non la trovai.

La guardia nazionale stacciò per anni il Texas dalle Badlands al Golfo del Mexico in cerca della donna bisonte.
Senza fortuna.
Pareva che quell'enigmatica ragazza che aveva tenuto la gente incollata al video per tante ore fosse svanita nel nulla.
Col tempo cominciarono a sbiadire quelle poche foto che le erano state scattate prima della sua scomparsa.

Non sbiadì mai il ricordo di lei nelle persone che l'avevano vista inabissarsi in quel mare nuovo.
Le pattuglie di rangers che battono le rive del fiume Pecos affermano talvolta di aver visto un bisonte aggirarsi al tramonto su due zampe, ma i rangers si sa la sera sono soliti sbronzarsi per dimenticare le fatiche del giorno.

(5 marzo 1997)

  inizio pagina