Kurt Lanthaler Intro: La Lucky Town di Paolo "Crazy" Carnevale (Introduzione a "Bozen Town Tales. 11 racconti bolzanini"/Uhura 4 |
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Uhura-Files
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Glückstadt (o Lucky Town), cent'anni fa parlava molte lingue. Era il punto di partenza per grandi viaggi, il porto da cui partivano i balenieri, gente senza paura e senza futuro venuta da ogni parte del mondo. Gente che, o non ritornava, o ritornava dopo anni povera come prima, o ritornava dopo anni ricca per il resto della vita. A patto che scendendo a terra non andasse subito al bar. E ci andava. Oggi, per via di un cantiere navale, la Peterswerft, ogni tanto incontri qualcuno che parla polacco. Senza i polacchi che lavorano in subappalto a basso prezzo, il cantiere non reggerebbe la concorrenza globalizzata. Volevo sapere dove vivono. Mi hanno detto: nei container polacchi. Logico. L'estate scorsa un tale voleva attraversare il fiume, che qui è largo circa tre chilometri. Voleva attraversarlo a nuoto. Il tale non sapeva nuotare. Costruì degli aggeggi, se li legò al corpo e si buttò in acqua. Galleggiava. Ma prima che potesse attraversare il fiume, arrivò la polizia e lo tirò fuori. Il tale riprovò più volte. La polizia lo tirò fuori. Non arrivò mai all'altra sponda. A Lucky Town si dice che quest'estate il tale tornerà di nuovo. È gente come questa e posti come Lucky Town che ho ritrovato nei nuovi racconti di Paolo Crazy Carnevale. Li ho letti, lo ammetto, con grande piacere. Paolo Crazy Carnevale è un pazzo piombato dal cielo sulle montagne del Sudtirolo, uno di quei santi che dio ci manda per farci sapere che siamo dei deboli. Paolo Crazy Carnevale è giusto lo scrittore che il Sudtirolo (e il resto del mondo, naturalmente) si è meritato. È la nemesi. E i suoi racconti sono il ricordo del futuro che deve ancora arrivare. (Fra due mesi tornerò a Berlino. Addio Lucky Town). Kurt Lanthaler, Lucky Town maggio 1998 |