Lukas "Sakul" Zanotti
Anche dietro/Uhura 2

Uhura Message 2

1998
No, non ci sono mai stato. Oddio, una volta, anzi, più d'una volta, m'è capitato di passarci a fianco. Ma non ci sono mai entrato. Ecco perché sono un po' spaesato, anchese l'atrio non è particolarmente ampio; sui fianchi vi convergono due lunghi corridoi deserti e difronte all'entrata ci stanno le porte verdi dell'ascensore. Un gruppetto intento a discutere m'incrocia e poi esce. A sinistra noto del materiale edile abbandonato sopra una vecchia scrivania con alcuni teloni di plastica impolverati e gettati a terra. Cercando d'orientarmi sbircio sul lato opposto, oltre una vetrata imbrattata d'unto: qui c'è una stanza arredata con quattro scrivanie poste su due file e una cucina tutta bianca che occupa la parete di fondo; individuo finalmente anche una impiegata. Sembra molto concentrata. Sta scrivendo qualcosa seduta alla sua scrivania. Mi dirigo verso di lei, claudicante per via dei soliti dolori (ultimamente sensibilmente peggiorati) che adesso mi prendono anche le gambe.
- Ho un appuntamento con la Dottoressa, - le dico accostandomi alla vetrata.
Lei si interrompe. Alza lo sguardo e vedendomi sorride come se già mi conoscesse.
- Per quando?
- Per le quattro e mezza.
- Allora si sieda pure in sala d'attesa, - mi dice avvicinandosi di qualche passo e indicandomi col braccio dove dirigermi. - La Dottoressa stessa verrà poi a chiamarla.
Il suo sorriso m'irrita un po', ma subito si gira e torna nella sua stanza. Non ci penso più. Percorro pochi metri del corridoio e raggiungo la sala. Mi siedo. C'è una ragazzina anche. O forse un ragazzo. Ha i capelli corti ed un viso androgino. Indossa gigantesche scarpe da ginnastica. Si alza, vaga per il corridoio, si siede, s'accorge d'un cartello appeso e va a leggerlo, controlla l'orologio e sbuffa e alza la testa al cielo e si risiede, m'osserva e poi ritorna a calpestare il corridoio e sembra che più che aspettare il suo sia un cercare: che cosa? mi domando, che cosa? Per darmi un contegno fingo d'essere anch'io impaziente, anche se non ne ho assolutamente motivo. Il tempo passa, lento. Delle voci indistinte adesso giungono dal fondo del corridoio. La Dottoressa? M'assale un po' d'ansia. Quindi mi alzo ed entro nella toilette, dove m'accoglie inattesa una luce calda ed intensa che già mi solleva. Blocco la serratura della porta e rimango così solo: ora il bagno è mio, solo mio! Sono molto più tranquillo. M'accosto subito allo specchio grande sopra il lavabo: non vorrei apparire disordinato o magari dover imbattermi in leggere ma ugualmente spiacevoli alterazioni del mio viso. Ma sembra tutto aposto. Sì, tutto è aposto. Tutto è aposto ... tutto il viso ... aposto. Poi però per sbaglio noto una macchiolina bianca di pelle sul collo. Inquieto m'avvicino il più possibile allo specchio e mi giro lateralmente e strizzo e premo incredulo quella macchiolina tra l'indice e il pollice per vederla meglio, per cercare di dargli una spiegazione. Sicuramente è una cosa passegera, ma perché? perché ho una macchia bianca sul collo? Indagando le spalle e dietro, sulla schiena, m'accorgo con crescente agitazione che ho diverse macchie, e non solo bianche. Alcune sono rosse, desquamanti. Altre sono vere e proprie piaghe, croste, rigonfiamenti che mi deformano, mi deturpano. Rimango inorridito. Certo se sono un mostro è colpa mia: perché non mi sono mai controllato anche dietro?
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