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Pur non
essendo mancati, i tentativi di infangare e criminalizzare la memoria e le gesta
delle forze subacquee tedesche nella II guerra mondiale non hanno tuttavia
sortito i risultati sperati.La
ricetta, semplice nella sua struttura,
era ampiamente collaudata. Si
prende il comportamento scorretto di un paio di coman-danti, si grida, si
strepita, grazie ai media lo si eleva
a sistema, in qualche modo li si fa condannare da un tribunale, spesso
compiacente, ed il gioco è fatto.
Questo
trucchetto da illusionisti mediatici ha, il più delle volte, funzionato, ma, in
questa circostanza specifica, ha cozzato non solo
contro la realtà, ma anche contro – è giusto ricordarlo – l’onestà
della gente di mare. Le accuse mosse,
ad esempio, all’ammiraglio Dönitz per la sua conduzione della guerra
sottomarina hanno provocato una levata di scudi da parte dei comandanti dei
sommergibili alleati, americani in particolare, che hanno onestamente
riconosciuto che il comportamento per il quale Dönitz veniva processato non
solo era quello da loro stessi utilizzato, ma che quel modus operandi aveva fatto ottenere loro promozioni e decorazioni...
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