|
La preparazione giuridica del giudice Jackson, uomo talmente impegnato nell'esercizio della professione forense e nell'accumulare cariche pubbliche da non aver mai trovato il tempo per conseguire una banale laurea in giurisprudenza, era ovviamente lacunosa. Non potendo vantare studi specifici, oseremmo dire settoriali, ci siamo dovuti limitare ad orecchiare qua e là e, come istintivamente sospettavamo, abbiamo appreso che nelle nazioni, almeno in quelle considerate mediamente civili, la responsabilità penale é, da qualche secolo a questa parte, malgrado le asserzioni di Justice Jackson, strettamente personale, a tal punto personale che la morte dell'imputato estingue ogni azione penale intrapresa nei suoi confronti. Volendo applicare gli alti insegnamenti, impartiti a Norimberga dal giudice Jackson, nella malaugurata ipotesi che l'imputato avesse l'ardire di defungere si potrebbero processare, in sua vece, forse il nonno, sicuramente il padre o il figlio, forse anche la suocera. Non possiamo che essere grati a Justice Jackson per averci condotto, per quanto riottosi, su queste nuove, ardite vette del diritto, dall'alto, o meglio dal basso delle quali, si può ammirare un nuovo mondo. Mondo che, a dire il vero ci ripugna un poco. La ripugnanza sarebbe in realtà di gran lunga maggiore, ma ci dispiacerebbe che i proseliti di Jackson, genia ampiamente sviluppatasi in Francia, Svizzera e Germania, nazioni che, ciò nonostante amiamo, approfittassero di queste nostro sfogo, per costringerci a lunghe vacanze coatte nelle loro accoglienti prigioni. Preferiamo, signori giudici, i piccoli alberghi o le modeste locande che, senza gravare sui vostri contribuenti, possiamo pagare di tasca nostra, come sempre, peraltro abbiamo fatto.
|
Copyright © 2003 effepi edizioni
|