|
Introduzione dell'autore L'autore pensa
di avere raggiunto nei capitoli che
seguono le prove inconfutabili che il voler pretendere che durante la seconda
guerra mondiale siano morti sei milioni di ebrei, vittime di un piano tedesco di
sterminio, costituisca un'accusa assolutamente priva di fondamento. A questa
conclusione, oggi certo molto scomoda, l'autore è giunto, attraverso una
ricerca condotta senza pregiudizi, partendo sia dalla considerazione che un
numero di vittime così rilevante poteva certo giustificare qualche dubbio, sia
dalla constatazione che da questi presunti crimini furono tratti enormi vantaggi
politici. Dopo un attento studio del problema, sono oggi pienamente convinto,
senza ombra di dubbio, che lo sterminio di sei milioni di ebrei, non solo è
un'esagerazione, ma è un'esagerazione della propaganda del dopoguerra. In realtà
la propaganda basata su leggende di atrocità non è una novità. Si ritrova in
ogni conflitto del XX secolo ed è certo che questo fenomeno si ripeterà
anche in avvenire. Durante la Prima Guerra Mondiale si arrivò ad accusare i
tedeschi di mangiare i bambini belgi e di divertirsi a scagliarli in aria per
poi infilzarli con la baionetta. Gli inglesi affermarono ugualmente che le
truppe tedesche avevano creato una "fabbrica per lo sfruttamento di
cadaveri" dove facevano bollire i corpi dei loro caduti per ricavarne
glicerina e altre sostanze. Un'offesa all'onore dell'armata imperiale! Dopo la
guerra, tuttavia, gli inglesi ritrattarono. Con una dichiarazione alla House of
Commons (camera dei deputati) il ministro degli esteri inglese si scusò
pubblicamente per l'offesa all'onore della Germania, ammettendo che si era
trattato di propaganda di guerra. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale non
è stata fatta alcuna ammissione del genere. In realtà, invece di attenuarsi,
con il trascorrere degli anni, la propaganda basata sulle atrocità commesse
durante l'occupazione e soprattutto sul trattamento riservato agli ebrei non ha
fatto che aumentare in virulenza, perfezionando sempre più il suo catalogo di
orrori. Edizioni economiche la cui lettura fa rabbrividire, con illustrazioni raccapriccianti,
continuano ad essere pubblicate e ingigantiscono sempre più le favole
sui campi di concentramento, spiegando che lì ne furono uccisi non meno di sei
milioni. Nelle pagine che seguono questa pretesa si rivelerà essere nient'altro
che una colossale menzogna e la più grossa manipolazione di tutti i tempi. Si
tenterà di rispondere a un'importante domanda: da cosa dipende il fatto che i
racconti degli orrori della Seconda Guerra Mondiale abbiano avuto un diverso
sviluppo rispetto a quelli della Prima Guerra Mondiale? Perché i racconti degli
orrori della Prima Guerra Mondiale furono ritrattati, mentre quelli della
Seconda Guerra Mondiale continuano ad essere ripetuti, oggi più di ieri? E'
possibile che la storia dei sei milioni di ebrei abbia un fine politico? O sia
addirittura una forma di ricatto politico? Al popolo ebraico una tale menzogna
offre vantaggi incalcolabili. Ogni razza, ogni popolo ha sofferto la sua parte
di dolori durante la Seconda Guerra Mondiale, ma nessuno li ha sfruttati con
tale successo, ricavandone un così grande vantaggio. Le presunte dimensioni
della loro persecuzione fecero rapidamente aumentare le simpatie per la causa
della fondazione di uno stato nazionale ebraico, così a lungo sospirato dagli
ebrei. Il governo britannico, che pure l'aveva dichiarata illegale, fece ben
poco dopo la guerra, per impedire l'emigrazione degli ebrei in Palestina, e non
durò molto che i sionisti sottrassero la Palestina al controllo britannico e
fondarono il loro stato di Israele. Merita attenta considerazione il fatto che
il popolo ebraico sia uscito dalla Seconda Guerra Mondiale come una minoranza
trionfante. Il Dr. Max Nußbaum, già rabbino capo di Berlino, dichiarò l'11 aprile 1953:
|
Copyright © 2003 effepi edizioni
|