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Heydrich aveva un senso incorruttibile della giustizia. Adulatori e calunniatori
suscitavano in lui solo profondo disprezzo. Le persone sincere e per bene, anche
se colpevoli, potevano sempre contare sul suo senso della cavalleria e sulla sua
umana comprensione. Con una conoscenza così profonda e dettagliata di tanti
tragici problemi egli non permise mai che accadesse qualcosa che potesse ledere
la nazione nel suo insieme o il futuro del nostro sangue. Nessuno dovrebbe
dimenticare il suo lavoro, veramente creativo e innovativo, nel campo della
polizia criminale. Come
sempre, affrontò anche le problematiche legate alla criminalità con profonda
serietà e umana comprensione. Al tempo stesso si adoperò affinché la Polizia
Criminale tedesca fosse dotata dei più moderni ritrovati della scienza e della
tecnica. Come Capo della Commissione Internazionale delle polizie criminali fornì
alle polizie di tutto il mondo molti preziosi contributi basati sulla sua
esperienza e improntati ad uno spirito di assoluto cameratismo. Fu suo merito
precipuo se in Germania il crimine, dal 1936 in poi, scese costantemente fino a
scomparire, e ora, malgrado la guerra, ormai giunta al suo terzo anno, ha
toccato il punto più basso. Chiunque,
in Germania, può uscire per strada pacificamente, senza esse-re infastidito o
derubato anche nelle ore più buie della notte, in netto con-trasto con le
“grandiosamente umanitarie” nazioni democratiche, e tutti i tedeschi, nei
loro cuori, hanno contratto un debito di riconoscenza nei confronti di Reinhard
Heydrich. Sia i criminali comuni sia quelli politici – gli uni e gli altri
nemici della nazione – venivano sempre afferrati con pugno di ferro dai suoi
uomini della Polizia di Sicurezza ed anche in futuro lo saranno. Grazie ai molti colloqui avuti con Heydrich io so
quanto quest’uomo – che s’imponeva di apparire duro e forte – sovente
soffrisse nel profondo del suo cuore, quanto si sforzasse e quanto tutto ciò
fosse talvolta per lui penoso. Tuttavia restò sempre fedele alla legge della SS
che ci ordina di decidere e di agire “senza risparmiare né il sangue
straniero né il nostro stesso sangue quando lo richieda l’esistenza della
nazione”. I
capi della SS e gli uomini ai suoi ordini hanno sempre provato un profondo
affetto per il loro comandante, sempre pronto a intercedere per loro e che,
anche nei casi più difficili, anteponeva loro a sé stesso e li proteggeva: un
vero signore per nascita e comportamento. Lui era un brillante esempio sia di
prontezza nell’assunzione delle responsabilità sia di modestia. Era sua
convinzione che, piuttosto che farsi avanti, era meglio che il lavoro compiuto
parlasse da sé. Molte persone rimasero sorprese nello scoprire che il lavoro
intellettuale dei servizi di sicurezza del Reich forniva un’esperienza unica
nei più svariati campi professionali. Qui
non vi era traccia del vecchio e polveroso carceriere. Si gettarono le basi nel
più rigoroso spirito scientifico e solo dopo, su tali basi, si affrontarono i
problemi di tutti i giorni...
Dal Discorso del
Reichsführer SS Heinrich Himmler ai funerali di
Stato dell’SS Obergruppenführer Reinhard Heydrich tenuti nella Sala
dei Mosaici della Nuova Cancelleria il 9 giugno 1942
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