Quando nacqui mia madre quasi perse la vita; e questa e` una storia che mi si viene raccontata molto spesso dalla mia cara mamma per farmi capire quanto mi vuole bene.
Ero la femminuccia dopo i tre fratelli, quindi, aspettata con ansia da ambedue, mamma e papa`.
Mia mamma afferma che ero molto quieta e non c`era confronto alcuno con i miei fratelli che erano vispi e furbacchioni e la facevano stare in ansia.
Mentre crescevo, durante i tre mesi di estate, il dolce paese di Spilinga mi perdeva e Caria mi accoglieva tra le mie cugine e mia zia che era una seconda mamma per me.
Io di mamme ne ho avute tante perche' le mie cugine erano tutte signorinelle ed io ero solo una bambina pertanto mi si trattava non come cugina ma piu` come una figlia.
Fintanto ella era viva, mia mamma ebbe sempre il secondo posto.
Ma questo non importava punto a mia mamma. Voler bene a mia zia piu` di lei, era un orgoglio per lei. Mi metteva sempre da parte quando vi erano lavori di campagna, e mi sbatteva sempre a Caria per non dovermi vedere affaticare in quelle terre color cioccolata.
Amavo studiare perche' nello studio io vi intravedevo un futuro positivo...
e senza studio vi intravedevo un futuro squallido...
Dopo le medie mi iscrissi alle superiori a Latina ed entrai in un collegio ma per uscirne dopo pochi mesi perche' non avevo trovato cio` che avevo sperato.
Di esso mi ricordo solo che, dopo il primo sontuoso pasto, si mangiava a stento e noi studenti ne pagavamo le spese.
Di conseguenza me ne ritornai a casa e mi iscrissi alla "Ragioneria" di Vibo Valentia e da allora frequentai le superiori in quel luogo.
sceglievo di testa mia.
Decidemmo di marciare in casa sua alle 22:00 e di farci fare un caffe' dagli sposini.
Ce lo fecero il caffe'... ma ce lo fecero anche pagare.
Cattivi!
Lo sposino ci fece notare che era tarda notte e che di certo non poteva mandarci a casa a piedi. (Lo ricordi Paolo.)
Cosi` gli sposini ci caricarono sul retro della loro lambretta (tipo motocarro) e invece di portarci diritti a casa, ci fecero fare il giro del paese, passando anche davanti al bar dove tranquillamente la gente prendeva il caffe'.
La loro opera buona, nel senso di portare le signorinelle a casa sane e salve, fu da noi mai dimenticata...
infatti fu un`avventura fenomenale che ci raccontiamo ogni qual volta ci incontriamo.
Un giorno, ad esempio, gli amici di mio fratello decisero che noi ragazze dovevamo smettere di studiare e far loro una tazza di te'; invece...
Noi, la tazza di te gliela abbiamo fatta... pero` ci abbiamo messo anche il sale dentro...
ah, ah, ah... e poi siamo scappate...
Siamo ancora rinfacciate per questo.
Una vita che si e` persa col passar degli anni...e con il nostro via vai in terre straniere...
ma anch`or`oggi sono sicura che ci vogliamo un sacco di bene.
vi regalo una poesia
fatta appunto per voi
in nostalgia
della mia dolce terra di acque chiare...
svolazzero` come un`intrusa
sulle vostre teste ora canute...
Schivero` tra quelle strade
sui parapetti, sui monticciuoli.
Vi guardero` ad uno ad uno
asciughero` le vostre lacrime
con la forza del mio spirito
gridero` "quanto vi amo".
...//copyright: Tina Barbalace