TRADUZIONE NON ANCORA AVVENUTA... SCUSATE.

Dalla nascita al 2002

Tina Barbalace nasce a Spilinga provincia di Catanzaro (ora Vibo Valentia) il 12 luglio del 1950...
"Sono nata nel luglio del 1950 a Spilinga, un paese calabrese nella provincia di Catanzaro, ora Vibo Valentia.
Vi presento la mia famiglia: mio padre Giuseppe, la mamma Domenica, e i miei tre fratelli

Quando nacqui mia madre quasi perse la vita; e questa e` una storia che mi si viene raccontata molto spesso dalla mia cara mamma per farmi capire quanto mi vuole bene.

Ero la femminuccia dopo i tre fratelli, quindi, aspettata con ansia da ambedue, mamma e papa`.

Mia mamma afferma che ero molto quieta e non c`era confronto alcuno con i miei fratelli che erano vispi e furbacchioni e la facevano stare in ansia.
Mentre crescevo, durante i tre mesi di estate, il dolce paese di Spilinga mi perdeva e Caria mi accoglieva tra le mie cugine e mia zia che era una seconda mamma per me.

Io di mamme ne ho avute tante perche' le mie cugine erano tutte signorinelle ed io ero solo una bambina pertanto mi si trattava non come cugina ma piu` come una figlia.

Di mia zia Maria, soltanto al pensarla mi vengono le lacrime agli occhi e una stretta al cuore.

Fintanto ella era viva, mia mamma ebbe sempre il secondo posto.

Ma questo non importava punto a mia mamma. Voler bene a mia zia piu` di lei, era un orgoglio per lei. Mi metteva sempre da parte quando vi erano lavori di campagna, e mi sbatteva sempre a Caria per non dovermi vedere affaticare in quelle terre color cioccolata.

E cosi` io crescevo tra Caria e Spilinga e mi sentivo straniera quasi in tutti e due i paesi. Ma ambedue i paesi erano la mia anima. Erano la mia anima perche' in essi c`erano i visi dei miei parenti, della mia famiglia, dei miei amici; c`era la mia casa circondata da rose bianche.
Finite le elementari, mi iscrissi alle medie e le frequentai con piacere e dedizione.

Amavo studiare perche' nello studio io vi intravedevo un futuro positivo...

e senza studio vi intravedevo un futuro squallido...

Dopo le medie mi iscrissi alle superiori a Latina ed entrai in un collegio ma per uscirne dopo pochi mesi perche' non avevo trovato cio` che avevo sperato.

Di esso mi ricordo solo che, dopo il primo sontuoso pasto, si mangiava a stento e noi studenti ne pagavamo le spese.

Di conseguenza me ne ritornai a casa e mi iscrissi alla "Ragioneria" di Vibo Valentia e da allora frequentai le superiori in quel luogo.

Mi piaceva sempre scrivere poesie. Amavo osservare la natura e riprodurla a modo mio in un verso o due. I miei amici non riuscivano a capire la mia scelta di "Ragioneria", mentre tutti avevano scelto il "Magistrale". Forse era per ripicca or forse era per far capire che io non faccio cio` che fanno gli altri, seguo il vento..., io...

sceglievo di testa mia.

Mi piaceva tanto cantare... e andavo matta, come del resto tutte le mie amiche ed amici per le canzoni di Sanremo. Il mio problema nel venire in Australia era infatti il non poter seguire le canzoni di Sanremo piu`. I nostri passatempi di quei tempi non erano tanto il cinema o la televisione, anche se la si guardava di tanto in tanto, ma piu` che altro, riunirci tra amici, passeggiare e farci scherzi gli uni e gli altri...
Una sera, per esempio, io e le mie amiche decidemmo di fare uno scherzo alla nostra amica appena sposata...

Decidemmo di marciare in casa sua alle 22:00 e di farci fare un caffe' dagli sposini.

Ce lo fecero il caffe'... ma ce lo fecero anche pagare.

Cattivi!

Lo sposino ci fece notare che era tarda notte e che di certo non poteva mandarci a casa a piedi. (Lo ricordi Paolo.)

Cosi` gli sposini ci caricarono sul retro della loro lambretta (tipo motocarro) e invece di portarci diritti a casa, ci fecero fare il giro del paese, passando anche davanti al bar dove tranquillamente la gente prendeva il caffe'.

La loro opera buona, nel senso di portare le signorinelle a casa sane e salve, fu da noi mai dimenticata...

infatti fu un`avventura fenomenale che ci raccontiamo ogni qual volta ci incontriamo.

Un altro passatempo era quello di far arrabbiare gli amici perche' pensavano che noi ragazze dovevamo servirli...

Un giorno, ad esempio, gli amici di mio fratello decisero che noi ragazze dovevamo smettere di studiare e far loro una tazza di te'; invece...

Noi, la tazza di te gliela abbiamo fatta... pero` ci abbiamo messo anche il sale dentro...

ah, ah, ah... e poi siamo scappate...

Siamo ancora rinfacciate per questo.


Le nostre erano tutte delle belle trovate che ci divertivano e facevano divertire gli altri.


Una vita che si e` persa col passar degli anni...e con il nostro via vai in terre straniere...

ma anch`or`oggi sono sicura che ci vogliamo un sacco di bene.

CIAO AMICI

vi regalo una poesia

fatta appunto per voi

in nostalgia

della mia dolce terra di acque chiare...

Vi verro` a trovare...

svolazzero` come un`intrusa

sulle vostre teste ora canute...

Schivero` tra quelle strade

sui parapetti, sui monticciuoli.


Vi guardero` ad uno ad uno

asciughero` le vostre lacrime

con la forza del mio spirito

gridero` "quanto vi amo".

...//copyright: Tina Barbalace