CAPITOLO X


Sfrattata


Lo ha ben detto Kant che "I risultati delle azioni umane sono soggetti ad incidenti e circostanze". Ne consegue che non bisogna giudicare la moralita` di un atto dalle conseguenze, ma soltanto dalle motivazioni. Infatti egli continua che "Le intenzioni soltanto sono buone siccome spingono una persona ad agire non per inclinazione ma per dovere che e` basato sul principio generale che e` giusto in se stesso."

Il modo in cui Verdi si era comportata non era stato molto diverso dagli atti di tutte le altre persone di questo mondo, pero` il suo sbaglio si era fatto alla luce piu` d`ogni altro e questo e` proprio cio` che la ripugna tanto. Come mai le persone che aveva iniziato tutto erano ancora al lavoro e come mai venivano trattati da bravissime persone mentre ella si trovava fuori lavoro e le si attribuiva cattiva reputazione.

Se ci sono criteri da seguire, perche` solo lei li doveva seguire e non gli altri?

Si sente chiaramente che quelle bestie intendevano usare potere su di lei e non essendoci riusciti si erano avvalsi di altre leggi dichiarandole morali e persuadendo altre persone che erano leggi morali per farle perdere il lavoro. Dev`essere stato un lavoraccio quella ricerca di persuadere che quello che facevano era del tutto morale in modo di mascherare il vero e proprio motivo che era quello di sopravvalere su di lei. Si era perfino indagato sulla sua vita privata ed ogni puntiglio era stato iperbolato per dimostrare le loro false deduzioni. Si erano avvalsi di un infame qualsiasi e di quattro ignoranti per iperbolare con falsitudine estrema piccoli incidenti che poi erano del tutto infondati e solo desideri inappagati di chi li propagava.

Se si pensa al numero di insegnanti che considerano il divorzio e l`essere madri senza marito, come una cosa da nulla e che perfino vengono aiutati dal governo per sopravvivere, per non dire quasi idolatrati per il male subito e che... insegnano... che vivono con i loro amanti e insegnano, e che per giunta insegnano nelle scuole cattoliche e` proprio un biasimo pensare a quello che hanno fatto nei suoi riguardi. Lei la vittima di un sopruso, la vittima... e` invece considerata dall`opinione pubblica la rea. Ma di cosa si lamenta? Non fu forse Cristo crocifisso come un reo, ladro, bugiardo e cosi` via. I reati che gli altri combinano sono ben camufflati all`opinione pubblica e mostrati perfino come degli atti eroici,... di mamme che devono crescere i figli tutte da sole... che hanno bisogno dell`amante... che hanno bisogno di quell`uomo che li accompagna in vacanze mentre i figli glieli lasciano ai genitori stanchi e ammalati. "Chi volete libero? Cristo o Barabba" L`opinione pubblica grido` "Barabba".

Verdi si` che ne aveva combinata una grossa. Il fatto che era stata vittima di un sopruso e che l`aveva scampata strillando... questo era secondo loro una buona ragione di sfrattarla, di mobilizzarla.

Ma Verdi ben sa che la sua vita era diventata una vita pubblica solo perche' proveniva da un altro paese e che non era accettata da questa gente. Non e` a caso che le vengono in mano articoli strabilianti come il seguente:


" Salivazione azzerata, spalle ricurve, mani sudate, pallore cadaverico: il ragioniere Fantozzi Ugo, relegato in un sottoscala dal tirannico capufficio, e` il piu` famoso esempio di "mobilizzato" d`Italia. Ma non ha mai saputo d`esserlo, perche' negli anni in cui le sue paradossali disavventure (fini` persino a nuotare nell`acquaria del "megadirettore galattico") imperversavano sugli schermi il mobbing non era ancora stato studiato come fenomeno sociale in grado di causare danni anche gravi alla salute e all`organismo dei LAVORATORI, e perdite economiche alle aziende.


Il primo a parlare di mobbing (dall`inglese "to mob", assalire tumultuosamente) come terrorismo psicologico sul luogo di lavoro, responsabile di patologie per chi lo subisce, e` stato lo psicologo TEDESCO Heins Leymann, che nel 1986 ha illustrato in un libro le conseguenze, soprattutto sulla sfera neuropsichica, di chi e` esposto a un comportamento ostile protratto nel tempo, da parte dei superiori e dei vicini di scrivania. Leymann ha curato nel corso della sua carriera 1.300 vittime di soprusi sul luogo di lavoro e nel `92 ha coordinato la prima indagine sul mobbing. RISULTATO: in Svezia, paese dove si era trasferito a meta` degli anni Cinquanta, il 3.5 per cento dei lavoratori, su una popolazione attiva di 4.4 milioni di persone soffriva o aveva sofferto di persecuzioni da parte di colleghi per un periodo della durata media di 15 mesi.


Rapidamente le tesi di Leymann si sono diffuse in tutto il Nord Europa conquistando credito soprattutto in GERMANIA, dove il mobbing, su cui sono stati scritti una ventina di libri, viene curato nelle unita` sanitarie locali, e` diventato disciplina di studio all`universita` e ha ispirato persino una sit-comedy. Per combatterlo sono nate un centinaio di associazioni e diversi numeri di telefono-amico.


TENETE D`OCCHIO QUESTI SEGNALI
La prima cosa da fare, in caso di mobbing, e` imparare a riconoscerlo prima che sia troppo tardi.


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