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CAPITOLO VII

L`incomprensione


Tra sogni e realta` la vita di Verdi diviene una lotta continua. Al sogno si sovrappone la realta` del giorno che segue e piano piano ella ne afferra il significato e ne soffre tremendamente. Li` dove vorrebbe non ci fossero dubbi, ella vi trova tutti i dubbi del mondo. Quando si arriva alla fin dei conti sono tutti uguali. Nessuno tenta di reagire, di capire meglio, di aiutare; ognuno si ritira dalla parte del vincente e perfino ne fa le lodi.

Una comprensione che non trovo` mai, da nessuna parte. Ella, l`anelante insegnante, l`aspirante della pace trova invece guerra, ingiustizia e discriminazione assoluta.

E proprio` li` dove vi pone tutta la propria fiducia e mette tutti su di un piedistallo, proprio li` ella vi trova il germe di una malattia infettiva che corrode tutto il genere umano. E sotto un velo che copre i soprusi della gente malvagia e infame vi giace l`emarginazione, la discriminazione, il flagello se non corporeo, mentale.

Ma e` questa forse la continuazione degli altri capitoli della sua vita? Che tutto fosse iniziato quando era piccola? Sentiva sempre dire...parlare... del "Sud", del "Nord"... delle "donne"... Un intrigo di domande alle quali Verdi non si dar risposta. Aveva sempre negato la discriminazione, il razzismo. Non aveva mai accettato che potesse esistere. Ascoltava...aveva ascoltato...ma ora...diveniva quasi chiaro che non aveva capito mai niente...che il verme razzista strisciava e ne lasciava l`orma dietro...e nessuno vi era mai riuscito a calpestarlo...ma solo a tentare di ignorarlo...per poter sopravvivere. Solo ora riesce a comprendere il sentito significato di cio` che Dante dice nei suoi versi: "Quanto sa di sale lo pane altrui,

e lo scendere e salire per l`altrui scale..."

Ah, come sa di sale lo pane altrui in quella terra che non e` propria; e come e` difficile salire l`altrui scale in un paese in cui non si e` accettati.

A questi suoi sentimenti si accavallano i ricordi di un tempo quando in quel paesino, piccolo, dove le parole non si conoscevano neanche, i sentimenti, gli orgogli, le passioni erano capaci di emergere come un uragano negli animi della gente e la trascinavano verso luoghi ignoti. Cose che da bimba aveva fortemente sentito nel proprio animo e che ne avevano fatto nascere uno scetticismo che ancora oggi ne forma il tessuto del suo essere.

Era dunque questo il cosidetto "vivere"? Cosa c`era nell`aria? Cosa vi vedeva in quella pioggia che cadeva fine e lievemente le si posava sul capo? Cosa si andava innestando in quel piccolo essere? Sognava di varcare altri mondi. Camminava con passo sicuro e batteva fortemente la terra color cioccolato sentendosi di dominare cio` che la circondava. Quei pioppi, quei caciari, quei ciliegi erano tutti li` a ricordarle che erano suoi. Allungava lo sguardo per osservare le lenze di grano e granturco. No definitivamente no. La bimba errante che si era creata un animo agitato e problematico non aveva niente in comune con le bugie e l`ipocrisia del genere umano. Da qui uno scetticismo acuto che se da un lato le toglieva la serenita` che una bimba poteva avere, dall`altro lasciava dietro di se' le ombre e viveva, come aveva ben scelto, nella luce. Un contrasto assai evidente. Felice o infelice? La si vedeva infelice ma dentro di lei era felice. Sapeva che avrebbe varcato il confine di quell`acre ambiente, e che si sarebbe librata verso paesi ignoti ma pieni di possibilita`. Quell`anelito di diventare un`altra. Di essere una principessa forse, o un`educatrice, di sapere tante lingue, si erano sempre affacciate alla sua mente. L`importante e` di sentirsi importante.

E l`anelito di emergere a tutti i costi; di gridare "io" "io" ...voglio vivere come tutti gli altri ...anch`io voglio esistere."

E non potendo cambiare il mondo, la gente, la bimba cambia se stessa. Si chiude in uno scetticismo e si apre a un mondo di luce, di natura, di pace, di serenita`. La gente che la circonda non ha piu` peso per lei. Ai maltrattamenti vi contrappone i fiori, alle gelosie vi contrappone gli alberi, alle invidie, il cinguettio degli uccelli, all`arroganza, il sole che tramonta e cosi` via. Una fanciullezza che si inoltra in una giovinezza ed infine in un`eta` matura piena di intrighi, problemi e frastugli che vorrebbe finisse, che la lasciasse finalmente libera di vivere una vita felice, la vita felice che si e` scelta con cura.

Un modo perfetto per scemare la paura, l`impedimento. Vivere la propria vita con ferrea fede nel proprio Creatore e nel suo creato. Quella fede che fa scaturire la consapevolezza che non e` lo stare bene con gli altri che conta, ma lo stare bene con se stessi e con il proprio Creatore. Ed ancor di piu`, la consapevolezza che Dio prima scruta, discrimina, soffre, ama e poi giudica e non viceversa come fanno gli esseri umani.

Cio` le da` la forza di guardare con disprezzo i suoi giudici che non hanno capito un bel niente, che hanno giudicato apertamente male ed ora coprono i loro sbagli con pietose bugie.

Verdi si trova adesso con fede rinforzata, quasi si direbbe ferrea, non nella Chiesa composta dalla gente che frequenta la Chiesa, ma in Dio, in quel Dio che non si era mosso punto dal suo fianco, e che non mostrava segno di mollare.

Ed e` questa fede che le da` la cognizione che non si puo` trovare comprensione in nessuno in questo mondo, e in nessuna istituzione e percio` e` inutile farsi una malattia, e` inutile piangere su cio` che non puo` avvenire. Ed e` proprio questo conoscimento che non la fa traballare. La speranza di comprensione non le si era mai presentata davanti a lei, ed ora ella non le puo` rinfacciare niente. Non le era stato promesso niente, quindi non si puo` aspettare niente da essa.


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