Archivarius - Saggi a cura di/Essays by Luca Logi (llogi@dada.it)
Vera e circostanziata storia del Requiem di W.A. Mozart
Dal suo concepimento nell'anno 1791 fino al presente periodo, 1839
di Anton Herzog
Questo documento datato 1839, di cui qui si dà un ampio estratto in traduzione italiana, fu scritto da un ex musicista al servizio del conte Walsegg, il committente del Requiem di Mozart. All'epoca in cui il racconto fu steso, il conte era scomparso già da diversi anni, e l'autore era preside della scuola e maestro di coro a Wiener Neustadt. Il racconto é rimasto sepolto nell'archivio municipale di Wiener Neustadt fino al 1964, quando fu scoperto da Otto Schneider e pubblicato da Otto Eric Deutsche.
Questo documento fa giustizia della leggenda, cara a tutto l'Ottocento, del misterioso committente del Requiem visto come un'ombra nera e indecifrabile, anzi la vicenda assume connotati affascinanti per la sua bizzarria.
[...] Franz, Conte Walsegg, proprietario delle tenute di Schottwien, Klamm, Stuppach, Pottschach e Ziegersberg, che si trovano in Austria sotto l'Enns, dopo il suo matrimonio con Anna della nobile famiglia von Flammberg visse nella sua residenza di campagna a Stuppach come un marito amoroso e un vero padre per i suoi dipendenti. Era molto appassionato di musica e di teatro; per cui ogni settimana, il martedì e il mercoledì, si dedicavano tre ore buone a suonare quartetti, e la domenica si dava una esecuzione teatrale, nella quale lo stesso Conte, Madama la Contessa e la di lei nubile Madama Sorella prendevano parte, così come tutti i funzionari e i dipendenti del casato, ognuno secondo le proprie capacità. Per dare una mano nelle serate di quartetto il conte aveva scritturato due eccellenti artisti, Herr Joseph Benaro come violinista e Herr Louis Prevost come violoncellista; il signor Conte suonava il violoncello nei quartetti d'archi e il flauto nei quartetti con flauto, mentre io di solito suonavo il secondo violino o la viola. In quel tempo ero sotto contratto come insegnante presso la Scuola Patronale del signor Conte a Klamm.
Affinché mai mancasse una provvista di nuovi quartetti per queste frequenti esecuzioni, il Conte non solo acquistò tutta la musica pubblicata di questo genere, ma anche prese accordi con diversi compositori (sempre però senza rivelare la sua identità) perché questi gli fornissero dei lavori, di cui egli rimanesse proprietario esclusivo, pagando generosamente per questo. Per fare solo un nome, Herr Hoffmeister (1.) fornì molti quartetti con flauto, nei quali la parte del flauto era piuttosto facile ma le altre tre particolarmente difficili, in maniera che i suonatori facessero molta fatica a suonarle, cosa che faceva ridere il Conte.
Dato che al Conte non piaceva suonare dalla musica stampata, faceva copiare tutto in bella scrittura su carta da musica a dieci righe, ma sempre senza il nome dell'autore. Le partiture che aveva segretamente ottenuto le copiava di propria mano, e da queste faceva cavare le parti separate. Non abbiamo mai visto una delle partiture originali. Poi si suonavano i quartetti, e si dovevano indovinare i nomi degli autori. Di solito noi sostenevamo che le aveva scritte il Conte stesso (che in effetti aveva scritto qualche cosuccia); lui sorrideva e rimaneva compiaciuto di essere riuscito ad ingannarci (o almeno così credeva); ma noi ridevamo pensando che ci riteneva tanto creduloni.
Eravamo tutti giovani, e pensavamo di concedere al nostro signore un piacere innocente. E così l'inganno reciproco continuò per diversi anni.
Credo di dovere spiegare prima queste cose per poter avere una più precisa opinione di quello che é stato chiamato il mistero sulle origini del Requiem.
Il 14 febbraio 1791 la morte privò il Conte Walsegg della sua adorata sposa, allora nel fiore degli anni. Volle erigerle un doppio monumento, ed ebbe una eccellente idea. Fece ordinare dal suo rappresentante a Vienna, l'avvocato di corte Sig. Dr. Johann Sortschan, un monumento presso uno dei migliori scultori di Vienna, ed un Requiem a Mozart, del quale avrebbe avuto, come al solito, la proprietà esclusiva.
Il monumento, che venne a costare più di 3000 Gulden, fu eretto nei prati in prossimità del castello di Stuppach, e le spoglie della Signora esumate dalla tomba di famiglia a Schottwien ed ivi poste.
Ma per il Requiem, che si sarebbe dovuto eseguire ogni anno nell'anniversario della scomparsa della Contessa, ci volle più tempo: infatti la morte colse Mozart a metà del celebre lavoro. Qui fu necessario prendere delle decisioni. Chi avrebbe potuto assumere l'onere di completare il lavoro di un Mozart? E però il lavoro doveva essere terminato perché la vedova Mozart, che come ben si sa, non era in floride condizioni, potesse ricevere la relativa somma di cento ducati. Non sappiamo per certo se fosse già stato versato un anticipo, ma abbiamo ragione di crederlo.
Alla fine Süssmayr accettò di completare il capolavoro incompiuto, e nella sua lettera dell'8 febbraio 1800 agli editori Breitkopf & Härtel di Lipsia afferma "che quando Mozart era ancora vivo aveva spesso suonato e cantato insieme a lui le sezioni che erano state già composte, e precisamente il Requiem, Kyrie, Dies irae, Domine, etc. e che con Mozart avevano discusso il completamento del lavoro e i criteri in merito alla strumentazione". [...]
In questa maniera il lavoro fu completato, e della partitura furono tratte due ulteriori copie. Una fu inviata agli editori di Lipsia per la pubblicazione, mentre dalla seconda furono cavate le parti, e così fu eseguito per la prima volta a beneficio della vedova nella sala Jahn. Perciò il conte Walsegg non ricevette nemmeno una nota di mano di Mozart (2.). Lascio a voi di decidere se il Conte fu trattato in maniera non dico onesta, ma anche solo corretta. Non gli fu detto nemmeno fino a dove arrivava la composizione di Mozart; lui credeva fino all'Agnus Dei.
Questo spiegherebbe la seguente circostanza: quando più tardi feci copiare, per mio uso personale, le parti da una copia stampata degli editori di Lipsia, chiesi al signor Conte di prestarmi la sua copia della parte dell'Organo, dato che volevo risparmiarmi la fatica di copiare le cifre del basso continuo; ma lui mi rispose che la sua parte di organo mi sarebbe stata inutile e che non avrei potuto usarla, perché aveva un Agnus Dei differente. Io dissi al Conte che non era così, perché ben conoscevo il Requiem, ed in particolare l'Agnus Dei, così ben armonizzato con il Requiem e il Cum sanctis mi aveva particolarmente colpito.
Il Conte tentò così di spiegarci che la sua partitura aveva un Agnus Dei diverso dall'edizione di Lipsia: sosteneva di essere stato allievo di Mozart e che gli aveva mandato la partitura a Vienna, pezzo per pezzo, per farla esaminare. Disse che poco prima della morte di Mozart aveva inviato a questo scopo il Benedictus completo; dopo la morte di Mozart la partitura, dall'inizio fino all'Agnus Dei era stata ritrovata e che tutti avevano pensato fosse opera di Mozart, ingannati dalla somiglianza della grafia.
Il Conte, secondo la sua storia, aveva completato il Requiem aggiungendovi l'Agnus Dei e il resto; ma la stessa sezione era stata messa in musica anche da Süssmayr. Per questa ragione il Conte aveva un Agnus Dei diverso da quello della partitura di Lipsia. - E da tutto questo possiamo capire come il nobile committente fosse stato ingannato, perché certamente gli era stato detto che Mozart aveva terminato il lavoro fino all'Agnus Dei, e che questo era l'unica cosa che Süssmayr aveva aggiunto per aggiungere valore al lavoro.
Io stesso sono convinto che Mozart non avrebbe mai scritto il Sanctus in re maggiore e secondo quello stile: il testo sarà pure lo stesso della Messa ordinaria, ma le circostanze di un Requiem sono differenti. Questa é la Messa dei morti, la chiesa é drappeggiata in nero, il sacerdote ha i paramenti del lutto. Non é il momento per musica brillante. Si può benissimo cantare: 'Sanctus, sanctus' senza bisogno di trombe e rulli di timpano.
É difficile biasimare il Conte per aver fatto questo tiro a noi, suoi servitori, facendo passare il Requiem per sua composizione (ma solo alla presenza di noi), quando era stato fatto oggetto lui stesso di un tiro assai più biasimevole in riguardo ad una cosa di sua proprietà.
É possibile che la vedova Mozart ed i circolo a lei intorno non fosse a conoscenza del contratto stipulato fra suo marito e il Sig. Dr. Sortschan, per effetto del quale il Conte Walsegg avrebbe avuto la proprietà esclusiva del Requiem da lui commissionato; altrimenti costoro non avrebbero certo venduto una copia agli editori di Lipsia contemporaneamente alla copia per il Conte e senza che questi lo sapesse. Potete immaginarvi che cosa avrà pensato il Conte nello scoprire che la partitura di sua proprietà era stata pubblicata a stampa a Lipsia.
Infatti il Conte voleva inizialmente procedere nei confronti della vedova Mozart, ma poi lasciò perdere la questione per la sua bontà di cuore.
Quindi, non appena ricevuta la partitura del Requiem, il Conte Walsegg ne trasse immediatamente una bella copia di sua mano, nota su nota, alla solita maniera, e poi la passò, movimento per movimento, al suo violinista Benaro per copiarne le parti.
Durante questo lavoro mi é capitato spesso di stare seduto per ore a fianco di Benaro, e ho seguito il progresso di questo lavoro eccezionale con crescente interesse; perché al quel tempo avevo già saputo la precedente storia del Requiem dal Signor Sovrintendente Leitgeb, che aveva controllato il pagamento dell'onorario dall'agenzia di rappresentanza delle cave di gesso (3.) a Vienna.
Non appena le parti furono copiate si iniziò la preparazione dell'esecuzione. Ma dato che non era possibile trovare tutti i necessari esecutori nei dintorni di Stuppach, fu deciso che la prima esecuzione sarebbe avvenuta a Wiener Neustadt. Gli esecutori furono scelti in maniera da dare gli assoli e le parti più importanti ai migliori, senza riguardo per la loro provenienza: così le parti solistiche vennero affidate al sopranista Ferenz di Neustadt, al contralto Kernbeiss di Schottwien, il tenore Klein di Neustadt e il basso Turner di Gloggnitz. La prova si svolse la sera del 12 dicembre 1793 nel coro della Abbazia Cistercense e Chiesa Parrocchiale di Wiener Neustadt, e il 14 alle 10 fu celebrata una Messa funebre nella stessa chiesa, durante la quale questo celebre Requiem fu eseguito per la prima volta per quello che era il suo scopo.
Il Conte Walsegg in persona diresse l'esecuzione. Di tutti i partecipanti all'esecuzione gli unici ancora vivi siamo io e Herr Anton Plaimschauer, attualmente maestro di banda qui a Wiener Neustadt.
Il 14 febbraio 1794, anniversario della morte della Madama Contessa, il Requiem fu eseguito alla chiesa di Maria-Schutz a Semmering, chiesa della quale il Conte era patrono; dopo questa volta il Conte non ne fece più uso, eccezione fatta per una trascrizione per quintetto d'archi, della cui versione la partitura é rimasta a me per molti anni.
La partitura del Requiem che si dice sia stata nelle mani di Süssmayr non é mai stata vista né da me né da nessun altro se non il Conte, e nessuno sapeva che cosa ne avesse fatto, sia di quella partitura che di tutti gli altri originali di diverso genere in suo possesso. La partitura che il Conte mi diede per studiare il lavoro con i solisti era scritta di sua mano, e la saprei riconoscere a prima vista.
Noi tutti sapevamo che il Conte voleva creare il mistero attorno al Requiem, proprio come con i quartetti; infatti quando sosteneva, in nostra presenza, che fosse una sua composizione, sorrideva sempre.
Quando mi recai da Wiener Neustadt a trovare il Conte insieme al suo medico, il dottor Fink, durante la sua ultima malattia, una quindicina di giorni prima della sua morte, cosa che avvenne l' 11 novembre 1827, cercai di portare la conversazione sulla musica il teatro di quei giorni lontani, perché sapevo che amava parlare di quelle cose e anche del Requiem. Gli chiesi anche se sapeva dei pamphlet che l'Abbé Stadler aveva scritto in merito.
Disse di conoscerli, ci pensò sopra un poco e poi mi chiese se conoscevo un certo Herr Kandler di Vienna. Gli risposi che non conoscevo Herr Kandler personalmente, ma che, se non sbagliavo, avevo letto alcuni articoli di musica da lui scritti sulla vecchia Wiener musikalische Zeitung. Al che il conte disse che quando si trovava a Baden la scorsa estate, Herr Kandler era venuto da lui a cercare informazioni sull'origine del Requiem. Gli chiesi: - Gliele avete date, vostra Eccellenza? - Al che lui rispose: - Ne sanno quanto prima. - Herr Kandler senza dubbio ricorderà questo incontro. Ne faccio menzione solo per mostrare come io sappia tutto quello che accadde a Stuppach con il Requiem fino agli ultimi dettagli. E questo ci porta alla morte del Conte. Dopo la sua morte Leitner, l'amministratore delle proprietà, acquistò l'intera collezione musicale dalla sorella ed unica erede, la Contessa Sternberg. Nella collezione si trovano certamente molti pezzi musicali di grande valore.
Nell'estate del 1838 il segretario dell'amministrazione, Haag, morì al castello di Stuppach, nominando unico erede l'impiegato di corte. Inclusa in questa eredità c'era una piccola collezione di musica. E, meraviglia delle meraviglie! Venne alla luce in essa la partitura del Requiem di Mozart, immediatamente riconosciuta come quella originale, di mano dello stesso Mozart. (4.)
L'affare venne a conoscenza di sua eccellenza il Conte Moriz von Dietrichstein, così come del consigliere von Mosel, e furono fatti dei passi per inviare la partitura a Vienna e farla acquistare dalla Biblioteca Imperiale, dove ora si trova, e dove si presume rimarrà per sempre.
La bella tomba di marmo e granito della Contessa, fu talmente sfigurata da mani sacrileghe, specialmente al tempo dell'invasione nemica, e così completamente devastata nella speranza di trovarvi dei preziosi, che le sue spoglie così care al Conte furono nuovamente esumate e riportate alla tomba di famiglia a Schottwien.
Che scenda la pace sulle ceneri del Maestro, e anche su quelle dell'onorato patrono alla cui generosità dobbiamo un così impagabile tesoro dell'arte.
In calce a questo documento si legge una nota della censura:
Non permesso - Imperiale Regio Ministero / Vienna, 8 febbraio 1839 / firmato Freyberg
E così il documento di Herzog venne secretato nell'Archivio municipale di Wiener Neustadt fino al 1962.
[traduzione di Luca Logi]
Note
1.Franz Anton Hoffmeister (1754-1812), compositore ed editore di musica viennese.
2. Su questo punto Herzog é impreciso. In effetti il manoscritto in mano al conte conteneva alcune righe scritte da Mozart (nelle pagine iniziali, ma solo in quelle).
3. Il conte Walsegg era proprietario di alcune cave di gesso a Schottwien.
4. In realtà di mano di Süssmayr eccetto il primo fascicolo (vedi nota 2.)
Aggiornata al 9 maggio 99 - Last updated May 9th, 1999 - (C) Luca Logi 1999