FORTIS TRANI NARDO’ Castelletti Bruno Bartoli Campanella Tafuni Potì Chirico De Razza Quaresimale Moschella Carelli Toledo Branà (De Santis) Voglino (28’ Viggiano) Stramaglia Protano Tenzone Alessandrì Bitetto Castillo Cacciapaglia Bolzan (31’Cazzella) All. Notariale All RolloUn’altra sconfitta. Stavolta sul campo della Fortis Trani. Il Nardò conferma ancora i propri limiti e i propri errori. Manca la continuità dei risultati. Ogni volta che sembra prendere slancio la rincorsa, arriva puntuale la sconfitta a tarpare le ali e a smorzare facili entusiasmi. Non che il pareggio servisse granchè sul piano della classifica, ma si sa che ogni risultato positivo, anche un pari, contribuisce a consolidare la fiducia nei propri mezzi e a tenere comunque alto il morale.
Manca la continuità del gioco. I granata anche a Trani hanno giocato solo un tempo senza però concretizzare la loro superiorità. Nel s.t. sono stati sovrastati almeno sul piano della determinazione. Hanno commesso errori grossolani come nell’azione dell’espulsione (la seconda in tre partite!) di Campanella. Ultimo uomo. Costretto al fallo per arginare un contropiede chilometrico. Non è una novità. Il fallo da rigore di De Razza. Altra ingenuità da juniores. Pagata caramente.
Non è certo immune da errori Rollo, che testardamente continua a tenere Viggiano in panchina e a voler giocare con una sola punta. Non ci meravigliamo poi se gli assist di Castillo vanno a finire sui piedi ruvidi di Voglino con i risultati che sappiamo. A cosa serve ingaggiare una terza punta, Cazzella, per poi giocare con un solo attaccante?
Certo con Rollo il Nardò ha fatto gli stessi punti del Matera e meglio di tutte le altre, ma non basta. Bisogna cercare sempre la vittoria rischiando maggiormente. Altrimenti rassegnamoci ad un campionato di transizione. Finisce un girone di andata sostanzilmente deludente. Il Nardò paga il pessimo avvio con Lazic. Davanti Melfi e Matera non sembrano grandi squadre. 6 o 7 punti potrebbero essere recuperabili, ma il Toro deve ritrovare sé stesso. La grinta, la cattiveria e la spregiudicatezza tipica delle squadre vincenti. Roba che non si compra la mercato.
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