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...La
rivolta Maji Maji non rappresentò un avvenimento a sé, ma il culmine di
un'infinita serie di insurrezioni che la precedettero: gli archivi di Potsdam,
infatti, rivelano un numero notevole di azioni armate di resistenza avvenute
contro il dominio tedesco in Africa Orientale, di solito spontanee e locali e
dall'epicentro variabile. Secondo
lo storico Horst Bernhard, le moderne armi da fuoco, e la capacità degli
africani di costruire massicce fortificazioni, non bastarono a controbilanciare
l'intrinseca debolezza dei movimenti insurrezionali
precedenti a quello Maji Maji: l'antagonismo sociale era già in certe
popolazioni piuttosto sviluppato, e così, durante quelle prime azioni di lotta
armata, i diversi strati sociali indigeni non erano mai riusciti a condurre
un'azione unitaria. Per quanto ci riguarda, l'insurrezione è importante perché segna un punto di svolta anche nella storia del colonialismo tedesco in Africa Orientale: essa costrinse l'amministrazione tedesca a mutare politica e a riorganizzare lo sfruttamento della colonia e della sua popolazione su basi diverse. Questa evoluzione, come vedremo più avanti, sarà incarnata dal governatore Rechenberg a partire dal 1907.
II
- I preparativi e il momento culminante La
rivolta - che si sarebbe ben presto estesa su una fascia di 100.000 miglia
quadrate - esplose tra le popolazioni prive di Stato del sud est dell'odierna
Tanzania, tra i monti Matumbi, non lontano da Kilwa, espandendosi poi tra le
regioni a tradizione statale degli altopiani meridionali: La
regione interessata, infatti, era politicamente frammentata, una savana a bassa
fertilità, colonizzata nel XIX° secolo da varie tribù quali ngindo, mwera,
makonde, yao e nyasa. Secondo
Listowel "stavano ribollendo di
indignazione. Essi, che avevano dominato su tutte le altre tribù di questa
estesa area, erano adesso obbligati a
prestare lavoro forzato nelle piantagioni governative ed in fattorie private. E,
cosa persino più indegna, dovevano lavorare fianco a fianco con i loro schiavi,
o servi " . Nella
seconda metà di luglio del 1905, le autorità coloniali sottovalutavano ancora
le notizie riguardo la costituzione di gruppi di resistenza armata nei monti
Matumbi. Lo
stesso Götzen, governatore al tempo della rivolta, scrisse nelle sue memorie
che la notizia dei disordini lo aveva colpito come un fulmine a ciel sereno. Del
resto ancora negli anni Sessanta di questo secolo Rotberg sosteneva che non
c'era stata alcuna trama, nessuna cospirazione preparata a tavolino, che non
aveva operato alcuna leadership centrale (a suo avviso vari capi carismatici che
potevano ottenere la ricetta dell'acqua magica e i rituali ad essa associati si
erano susseguiti in diversi distretti contigui) . La sua opinione sembra però
smentita dal fatto che, telegrafando al Ministero degli esteri, Götzen, quasi
subito dopo lo scoppio dei disordini, avvertiva che probabilmente essi sarebbero
durati ancora a lungo, e chiedeva perciò rinforzi. La
rivolta dunque scoppiò nel luglio 1905, poco prima che iniziasse il periodo
della raccolta e si propagò ben presto in tutto il sud e l'est della colonia. Come
spesso accade in Africa, i legami tribali e religiosi tradizionali furono un
collante potente: i ribelli si appoggiarono sui loro tradizionali capi
spirituali, che fornirono il maji, un'acqua magica
che doveva garantire l'immunità contro le pallottole, provocandone la
liquefazione. Per
migliaia di anni i rapporti tra i capitribù e gli stregoni erano stati molto
stretti: questi ultimi avevano sempre agito da consiglieri in tutte le
questioni. Gli stregoni, incoraggiati dai capi ngoni, avevano iniziato una
campagna propagandistica, sostenendo che Kolelo,
il dio serpente che viveva nelle cascate Pangani e i cui templi erano sparsi per
tutta la valle, aveva portato un'acqua magica detta Maji Maji che proteggeva gli
uomini contro la magia nera, la cosa più temuta dagli africani. Da
questo si sviluppò ben presto la credenza che se quest'acqua poteva proteggere
da una cosa così terribile come la magia nera, doveva essere in grado di farlo
anche contro la magia europea, le
pallottole. Gli
africani trasportavano l'acqua magica in piccoli contenitori ricavati con i
gambi del mais o del miglio, per diventare invulnerabili bisognava berne un po'
e poi cospargerla per quattro volte in testa, sul petto e sui piedi. Contemporaneamente
venne proibito l'uso di alcune parole, come ad esempio il vero nome degli
stregoni. I rivoltosi uccisero gli agenti del governo, tedeschi e non,
assalirono gli akida e i jumbe più odiati, aggredirono i
commercianti arabi e africani al servizio dell'economia coloniale, tutti
elementi "amici delle tasse e del
cotone" , e attaccarono anche alcuni missionari, soprattutto quelli
strettamente identificati con le autorità, mostrando così di voler scacciare i
tedeschi e tutti i loro collaboratori.
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