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DALLA PARTE DEI ROM

 

"In Italia il nomadismo non è vietato da nessuna legge o ordinanza, ma non è certo incoraggiato. Il metodo non consiste più nell'obbligare ufficialmente gli Zingari a sedentarizzarsi, ma nell'impedire loro di sostare, grazie alle leggi che combattono il vagabondaggio e che regolano la sanità pubblica. Gli Zingari vengono, quindi, costretti a cercarsi un comune di residenza, dal quale non possono essere cacciati, che funga anche da domicilio di soccorso. Per ovviare a questa situazione, alcuni comuni hanno costruito campi-sosta ufficiali per nomadi, con l'intento più o meno mascherato di controllare gli Zingari". (Leonardo Piasere da "I ROMA E IL CONCETTO DI PERIPATETTICS in POPOLI DELLE DISCARICHE saggi di antropologia zingara.)


Il comune di Milano ha ufficialmente deciso, il campo nomadi di via Martirano a Muggiano e quello sito fra le vie Palizzi e Fattori nella zona Musocco-Quarto Oggiaro saranno sgomberati e al loro posto sarà costruito un unico mega campo in zona Gratosoglio ai confini con il comune di Rozzano. Un campo di 40000 metri quadrati con tutti i servizi possibili, con un campo di volley, campi giochi per bambini e campo di calcio con tribuna; il tutto per ospitare circa 250 Rom, 170 provenienti dal campo abusivo "tollerato (30 anni di vita nel quartiere)di Palizzi Fattori e 80 (probabilmente di più) da quello di Muggiano, campo ufficiale del comune di Milano. Il nuovo campo si chiamerà "Villaggio Lambro meridionale" e andrà a coronare il sogno dell’assessore milanese ai servizi sociali Ombretta Colli che già lo scorso anno quando si era ricominciato (se ne era parlato anche in anni precedenti) a parlare dello sgombero dei due campi aveva accarezzato il progetto di una "Nomadopoli" cioè un posto dove concentrare tutti o buona parte degli Zingari di Milano, progetto buono per un loro maggiore controllo ma che non tiene assolutamente conto del fatto che i Rom sono sempre stati usi a vivere a piccole comunità famigliari. Chi si è subito scagliato contro il progetto del nuovo campo del Gratosoglio è stato il sindaco o meglio sindachessa di Rozzano (D.S.) già famosa per aver emanato non molto tempo fa un decreto contro la sosta e la permanenza di nomadi di qualsiasi provenienza ed etnia nel territorio di questo comune. Ovviamente sono nati anche comitati "spontanei"e di "base" sia al Gratosoglio che a Rozzano contro il nuovo campo nomadi. Al comune di Milano, di centro destra (Forza Italia e Alleanza Nazionale), che ha approvato il progetto, nonostante il disaccordo e il mugugnare di alcuni, gli oppositori al campo al Gratosoglio viene ad essere la sinistra, i cosiddetti progressisti, e anche l’Opera Nomadi che già lo scorso anno aveva proposto di suddividere il campo di Palizzi in tre insediamenti ma sempre nella stessa zona, e si era decisamente opposta al trasferimento del campo di Muggiano. Se a riguardo il campo di Palizzi Fattori si parlava già da diversi anni di sgombero (si veda un articolo scritto lo scorso anno in tal proposito) e che questo non si è mai verificato soltanto perché i suoi abitanti sono cittadini italiani residenti a Milano a cui giocoforza si sarebbe dovuta trovare una nuova sistemazione con tutti i servizi del caso, per il campo di Muggiano si è dovuto trovare la scusante del fatto che ormai è fatiscente a causa degli stessi abitanti che non hanno saputo mantenere adeguatamente le strutture e i servizi dello stesso. Balle!! La verità è che nonostante il campo si trovi in piena campagna la piccola frazione di Muggiano si sta ingrandendo e tutt’intorno si stanno costruendo nuovi edifici, nuove abitazioni che avrebbero difficoltà a trovare acquirenti (se non a basso costo) con un campo nomadi a due passi, senza contare gli altri piccoli insediamenti famigliari di Rom che hanno acquistato il terreno parcheggiandovi le campine (roulotte) e che, in teoria (in pratica si sa che non è così), non potranno essere scacciati da casa loro. E’ quindi chiaro che il trasferimento dei due campi, comunale uno "tollerato" l’altro, ha solo ragioni di ordine urbanistico e di speculazione edilizia. E’ altresì chiaro che il comune di Milano ha trovato una nuova sistemazione, una nuova grande riserva, a zingari di cittadinanza italiana che una sistemazione già l’avevano, che già erano ben inseriti nella zona dove si trovavano, mentre quelli che vivono sotto i ponti delle tangenziali o vicino a discariche a cielo aperto continueranno con la solita vita fatta di sgomberi e di vessazioni da parte delle autorità e del razzismo della gente civile. In tutta la questione del nuovo campo al Gratosoglio tutte le forze politiche stanno facendo una figura meschina, la dimostrazione che l’intolleranza verso gli zingari e i nomadi in genere non è di una sola parte. Buon gioco ha il centro destra ad affermare che il progressismo di certa sinistra è solo teorico e di facciata, in quanto si sta opponendo ad un campo che nel progetto e nelle intenzioni è all’avanguardia in Europa. E sotto questo punto di vista il comune di Milano con la sua giunta di centro destra ha senz’altro ragione. Sarebbe stato auspicabile la suddivisione dei 250 Rom in diversi puntie zone di Milano ma ci sarebbe poi stata una maggiore difficoltà di controllo degli stessi. In tutta la querelle che ha fatto molto parlare i giornali nel mese di luglio ( e ancora li farà parlare a settembre) con fra l’altro dichiarazioni infuocate di certi esponenti leghisti, gli unici che non hanno preso parola , a cui non è stata data parola, tranne alcuni casi, sono i soggetti e gli oggetti in causa: cioè gli zingari, i nomadi (come vengono impropriamente chiamati anche se si trovano fermi in un posto da trent’anni), i Rom. I Rom che fatalisticamente accettano qualsiasi situazione che possa salvaguardare la loro esistenza e quella dei loro figli, I Rom che "trovano" sempre qualcuno che Rom non è che parla al loro posto che li difende senza essere mai stato delegato da nessuno a questo scopo o da troppo pochi. I Rom che preferirebbero restare dove si trovano, dove si trovano ben inseriti (mai troppo ben inseriti per la gente civile), dove si sono costruiti la loro casa o baracca. I rom che anche quando si trovano in un posto da trent’anni e vivono in una casa hanno comunque pronta la campina perché sanno che in qualsiasi momento possono avere urgenza di partire, possono essere costretti a partire. I Rom che a causa delle leggi italiane e delle ordinanze locali sono stati costretti ad abbandonare il nomadismo e che spesso a causa dell’impossibilità della vita in "riserva" si ritrovano in strada inseguiti dalle varie ordinanze. I Rom che ancora una volta si troveranno "deportati" da un posto all’altro dall’europea città di Milano, sempre più nelle tristi periferie, sempre circondati da nuovi razzismi figli della politiche delle Amministrazioni Locali. Nonostante la decisione del comune di Milano a riguardo la chiusura dei campi di Palizzi-Fattori e di Muggiano e la costruzione del nuovo mega campo al Gratosoglio sia ormai ufficiale e irremovibile è ovvio che la vertenza non è finita e che le polemiche continueranno senza esclusioni di colpi giacché sugli zingari si potrà dirne di cotte e di crude senza badare se si arriverà ad offendere la dignità di persone come noi sia pure "diverse" nel modo di concepire la vita. Non farsi dunque trascinare dal tifo per qualcuno delle parti politiche ma sempre e comunque dalla parte degli zingari.


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